Antonio Fraschilla per la Repubblica - Estratti
Una piccola rivoluzione, anzi due. Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, sta per proporre al mondo del calcio due novità che faranno certamente discutere. La prima è qualcosa che potrebbe cambiare l’approccio del sistema calcio alla formazione dei tanti giovani, ma non solo, che ne fanno parte: giocatori, certo, ma anche allenatori, dirigenti, preparatori, assistenti.
Una “Carta dei doveri”, che i tesserati Figc, a partire da quelli delle tre leghe professionistiche, A, B e Lega Pro, dovranno leggere e firmare. «Penso a qualcosa da allegare ai rispettivi contratti individuali», racconta Abodi, che presenterà a breve la sua proposta alla Federcalcio e, poi, alle Leghe e alle componenti tecniche. La seconda novità ha a che fare con la modifica dalla legge Melandri, in relazione alla gestione dei diritti audiovisivi. Ma andiamo per ordine.
Ministro Abodi, cosa sarà la Carta dei doveri che i tesserati dovranno sottoscrivere?
«Al momento della firma degli accordi tra club e tesserato si stabiliscono i reciproci diritti e doveri, sulla base del contratto collettivo. Ma facendo tesoro delle esperienze e della cronaca di questi anni ritengo che i contratti e i codici etici non bastino, che ci si debba soffermare maggiormente sui doveri. Mi riferisco soprattutto a “doveri comportamentali”. Una sorta di richiamo alla deontologia che si dovrà basare su cinque pilastri».
Quali sono i cinque pilastri “deontologici” che i tesserati dovranno rispettare?
«La Carta farà esplicito riferimento ai divieti di scommettere in ambito sportivo, di fare uso di ogni tipo di droga e sostanze dopanti. E, ancora, di regolare con il club in modo improprio il compenso economico e di vedere contenuti audiovisivi sulle piattaforme pirata. Il quinto pilastro sarà un richiamo a non avere comportamenti e adottare linguaggi razzisti e discriminatori, di ogni tipo. In campo e fuori».
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Tornando al codice che proporrà alla Figc, sarà legato anche al tema del razzismo? E, a proposito, che idea si è fatto di quanto successo in Inter-Napoli tra Acerbi e Juan Jesus?
«Sul fronte del razzismo e delle varie forme di discriminazione le norme sono o dovrebbero essere più che note. Quel che è successo a Milano mi auguro sia almeno servito a far comprendere che contro il razzismo non bastano i “sermoni”, ma serve l’impegno a partire dai giocatori in campo. Per questo ho fatto esplicito riferimento alla coscienza per Acerbi, augurandomi che fosse in pace con la sua».
Andando al tema stadi. Repubblica ha appena pubblicato una lunga inchiesta sullo stato pessimo dei nostri stadi. Su questo fronte, al di là di Euro32, lei sta preparando una riforma per incentivare al miglioramento delle infrastrutture calcistiche?
«Sto lavorando per Euro32 e non solo, visto che saranno solo cinque i nostri stadi “europei” mentre l’esigenza di impianti nuovi o da migliorare è molto più significativa.
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Di sicuro c’è una competizione e la scelta entro la fine di ottobre 2026 premierà i progetti migliori, i più affidabili, con un quadro economico definito. Dopodiché, sto predisponendo una bozza di norma, da sottoporre al confronto con i vari portatori d’interesse, che attualizzi il modello di gestione dei diritti audiovisivi, tenendo conto dell’evoluzione della tecnologia digitale e della legislazione europea in materia di geoblocking».
Quindi cambierà la ripartizione delle risorse dei diritti televisivi rispetto a quella attuale?
«Verrà trattato naturalmente il tema della ripartizione delle risorse e della mutualità di sistema, collegandolo con quello, prioritario, delle infrastrutture. Penso all’utilizzo di una parte dei ricavi dai diritti audiovisivi per poter offrire infrastrutture a livelli europei. Una norma che consenta di massimizzare i ricavi per i club, mettendo nelle migliori condizioni i tifosi che vogliono vivere la loro passione e la loro esperienza allo stadio o davanti a uno schermo, dal televisore allo smartphone».
andrea abodi arriva alla cena di fdi a palazzo brancaccio francesco acerbi juan jesus ANDREA ABODI BACIA LA MANO DI DANIELA SANTANCHE andrea abodi ferdinando mezzelani foto gmt1