FINE CORSA – SI È SUICIDATO IL TEAM MANGER DI CICLISMO BELGA MARC BRACKE. AVEVA 53 ANNI E STAVA SCONTANDO UNA SQUALIFICA DI TRE ANNI PER MOLESTIE SESSUALI – ERA STATO ACCUSATO DA DUE CICLISTE: CHIEDEVA FOTO IN BIKINI ALLE ATLETE. LUI SI ERA DIFESO AFFERMANDO CHE LO FACEVA PER “CONTROLLARE CHE FOSSERO IN FORMA” – LA GIUSTIZIA ORDINARIA FRANCESE L'AVEVA ASSOLTO MA IL CASO AVEVA APERTO LA STRADA AD ALTRE DENUNCE NEL MONDO DEL CICLISMO
Marco Bonarrigo per www.corriere.it
Per qualcuno troppo blanda, la squalifica di tre anni inflitta nel 2021 al belga Marc Bracke, manager del Team Doltcini, squadra professionistica di ciclismo femminile, era stata una svolta nel diritto sportivo in uno sport tradizionalmente maschilista. L’Unione Ciclistica Internazionale riconobbe infatti, dopo otto mesi di istruttoria, le molestie sessuali avanzate dall’allora 50enne Bracke, padre-padrone del team, nei confronti di atlete e aspiranti tali dopo la denuncia avanzata da numerose cicliste, tra cui la francese Marion Sicot e l’americana Sara Youmans.
Bracke — la cui squalifica sarebbe scaduta nel 2024 — si è tolto la vita mercoledì nella sua casa nelle Fiandre. Marion Sicot aveva denunciato le molestie di Bracke sia alla giustizia sportiva che quella penale, ma il tribunale ordinario aveva archiviato il caso e lui sporto querela per diffamazione nei confronti dell’atleta. Sicot, a suo dire destabilizzata e depressa, dopo la vicenda fece ricorso al doping e venne squalificata per quattro anni. Youmans, come altre atlete, aveva dichiarato e provato, conservando i messaggi telefonici, che Bracke chiedeva regolarmente di inviare foto in bikini alle ragazze potenzialmente interessate a entrare nel team per, a suo dire, «verificare che fossero in buona forma fisica».
La Federazione internazionale sospese per tre anni il manager in base al Regolamento Etico, la magistratura francese non trovò invece nel suo comportamento elementi sufficienti a giustificare una condanna penale e, appunto, archiviò il caso. La storia, comunque, aprì la strada ad altre denunce e a un maggior controllo sull’etica nelle squadre femminili. Ora la vicenda si è chiusa (la squadra aveva già chiuso i battenti nel 2021), ma nel modo più tragico.
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