Estratto dell'articolo di Stefano Boldrini per “il Fatto quotidiano”
L’annuncio di lunedì da parte del Manchester United di concludere il rapporto con Mason Greenwood e cedere quello che fino a venti mesi fa era considerato il miglior giovane attaccante del football inglese chiude in modo apparente la storia di un giocatore accusato di stupro e poi prosciolto perché sono state ritirate le accuse: è una vicenda esemplare sui lati oscuri del calcio e sull’ipocrisia made in England.
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I fatti. Il 30 gennaio 2022, Greenwood, nato nel 2001, prodotto dell’accademia United e lanciato in prima squadra dal norvegese Solskjaer il 6 marzo 2019 in Champions, viene arrestato per tentato stupro, dopo la pubblicazione, sui social, di audio e immagini legati all’episodio. Greenwood è sospeso dal club. Tre mesi dopo, c’è la ritrattazione da parte della vittima. Il passo indietro lega le mani agli inquirenti, anche se resta il materiale social, in cui emerge in modo netto il comportamento arrogante e violento del giocatore.
(...) Si arriva a mercoledì 16 agosto. Il club vuole rilanciare Greenwood, con il consenso del coach olandese Ten Hag. L’argomento è affrontato in incontri privati con i dipendenti dello United.
Affiorano le prime reazioni negative: qualcuno minaccia le dimissioni. I social dei Red Devils indicano una caduta libera dei consensi. Venerdì lo scenario è chiarissimo: abbonati, lo United femminile, gruppi di fan e associazioni di donne vittime di abusi fanno sentire la loro voce. Si organizzano manifestazioni di protesta all’esterno dell’Old Trafford.
Gary Neville, ex capitano, opinionista Sky, dice: “Lo United sta facendo una fesseria colossale”. Il club ci ripensa e lunedì saluta Mason. Si scatena il mercato: tra le possibili destinazioni viene indicata la Roma, ma il club smentisce. Caso chiuso, ma la figuraccia dello United resta. E resta anche il tanfo dell’ipocrisia made in England, dove i potenti, calciatori compresi, pensano sempre di fare i loro porci comodi.
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