binaghi malagò

“IL CONI È OBSOLETO E ANTIDEMOCRATICO” – ANGELO BINAGHI, AL SETTIMO MANDATO CONSECUTIVO COME PRESIDENTE FITP, IN UNA INTERVISTA AL "CORRIERE DELLO SPORT" MENA DURO SUL GRANDE NEMICO MALAGO’ - "NON HA FATTO ALCUNA RIFORMA. E POI LA CADUTA DI STILE RIVENDICARE IL MERITO DELLE MEDAGLIE. LO SPORT ITALIANO, E NON IL CONI, VINCE DI PIÙ GRAZIE ALLA RIFORMA GIORGETTI CHE MALAGÒ HA CERCATO DI COMBATTERE - SI CANDIDA A SOSTITUIRLO? NEMMENO PER SCHERZO – SINNER? NON HO TROVATO NESSUNO, NEPPURE L’ULTIMO DEI CRETINI, DISPOSTO A RITENERE CHE SI SIA DOPATO…”

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

angelo binaghi finale femminile 5 foto mezzelani

È il presidente di Sinner. E di Berrettini, Musetti, Paolini, Arnaldi, Vavassori, Errani, Sonego, Cecchinato, Fognini, Cobolli, Zeppieri e di tanta altra luce. E insomma è il presidente del momento, il più vincente, «ma dopo aver perso per vent’anni», precisa. Angelo di nome, ma non di fatto, da tempo fa di tutto per dar ragione a Marcello Marchesi, quello che... “i simpatici invecchiano, gli antipatici non muoiono mai”.

 

Alle ultime elezioni ha registrato il 96,23% dei consensi, una percentuale da Kim Jong-un. «E che devo fare…? E poi non è tanto importante la percentuale quanto il fatto che la rielezione sia avvenuta alla prima convocazione e che fosse presente l’80% del corpo elettorale, ti ricordo che il diritto di voto ce l’hanno quattromila società». Ex tennista di discreto livello, Binaghi ha ottenuto i migliori risultati in coppia con Ricci Bitti.  

 

angelo binaghi finale femminile 3 foto mezzelani

 

Binaghi, con i successi che il tennis italiano sta ottenendo, la rielezione fino al 2028 era peraltro scontata. 

«Se fosse andata diversamente credo che ci sarebbe stato da farsi delle domande sulla correttezza del sistema. Noi dobbiamo essere giudicati per i risultati e il valore che riusciamo a generare, non per il fatto di essere antipatici o simpatici, belli o brutti. E comunque non è stato premiato il presidente, ma l’intera classe dirigente, coloro che hanno fatto crescere il movimento in questi anni».

 

Qual è stato il punto di svolta della sua gestione? 

«Quando, appena eletti, avemmo il coraggio di affrontare i veri problemi, cambiando tutti i nostri professionisti e collaboratori... Questa però la voglio dire bene».

 

angelo binaghi finale femminile 1 foto mezzelani

(...)

 

Presidente, qual è il suo rapporto con Sinner

«Lo conosco da sempre, fin da quand’era piccolo. Rapporto ottimo anche perché credo che uno dei miei pregi sia quello di non uscire mai dai miei ambiti. Non coltivo il protagonismo, io».

 

Come si concluderà la storia del doping-non-doping? 

«Innanzitutto ringrazio chi mi ha informato soltanto poche ore prima che lo sapessero i giornali, risparmiandomi quattro mesi di agitazione e notti insonni. La ricostruzione del fatto è stata minuziosa, non è stato trascurato un solo dettaglio, logica e coerente la decisione. Sono molto sereno. Credimi, non ho trovato nessuno, neppure l’ultimo dei cretini, disposto a ritenere che Sinner si sia dopato. Lui è uno dei giocatori più corretti al mondo».

angelo binaghi foto mezzelani gmt016

Siamo sempre più protagonisti anche con le donne. 

«Il tennis sta aiutando il nostro Paese a dare un’immagine differente. All’estero non erano abituati a vedere italiani con questa intelligenza, con questa preparazione, con questa educazione».

Relativamente al tennis, intendiamoci.  

«Non mi allargo, no».

 

Togliamoci subito il dente: tutta questa simpatia nei confronti di Giovanni Malagò che origini ha? 

«Una simpatia viscerale direi. Il punto è che lui non ha ancora capito bene la differenza che passa tra un’azienda privata e un ente pubblico come il Coni. Quando dice, ad esempio, di essere insostituibile perché un anno dopo la fine del suo mandato ci sono le Olimpiadi non si rende conto che qualunque altra persona di buonsenso direbbe di non preoccuparsi, offrendo in ogni caso la propria disponibilità ad accompagnare nel migliore dei modi il nuovo presidente verso una transizione che possa essere la migliore possibile. Che poi è quello che Pagnozzi e Petrucci fecero come presidente e ad di Coni Servizi quando Malagò fu eletto. Questo significa avere il senso dello Stato e della cosa pubblica». 

nepi mezzaroma francesco lollobrigida binaghi padel

Un momento, il senso dello Stato a Malagò non manca. 

«In questi venti anni mi sono reso conto che il Coni è un organismo con una struttura obsoleta e antidemocratica poiché consente la difesa del sistema in quanto tale e di agire per meri scopi elettorali. In tredici anni Malagò non ha fatto alcuna riforma, lasciando pensare di non avere idee e soluzioni strutturali per uno sport migliore. Si rifugia dietro le invasioni della politica, ma la politica entra in scena quando lo sport non fa quello che deve fare e non è in grado di migliorarsi da solo».

andrea abodi e angelo binaghi foto mezzelani gmt305

 

Ma non gli riconosce alcun merito? Mi sembra ingeneroso. 

«È stato un buon presidente nei primi anni, ma le cose sono cambiate con l’approvazione della legge che ha autorizzato il suo terzo mandato e al contempo ha creato una lesione dei diritti garantiti dalla Costituzione a migliaia di dirigenti volontari ai quali era stata preclusa la prosecuzione della loro attività. Il secondo mandato avrebbe dovuto essere, almeno nelle intenzioni, quello delle riforme, ma da quel momento in poi lui ha perso ogni spinta riformista». 

angelo binaghi foto mezzelani gmt018

 

C’è altro per Malagò? 

«E poi che caduta di stile rivendicare per la propria carriera politica, dopo ogni Olimpiade, il merito delle medaglie, che sono degli atleti e in parte delle federazioni, le quali beneficiano di maggiori risorse dalla riforma dello sport voluta dal ministro Giorgetti».

 

Altro grande simpatizzante del presidente del Coni.  

«Lo sport italiano, e non il Coni, vince di più grazie alla riforma che Malagò ha cercato di combattere in ogni modo possibile, ma che alla fine, grazie a Dio, ha tenuto. E il paradosso è che lui si prende il merito di questi successi». 

 

Per caso, punta a sostituirlo? 

SINNER BINAGHI CONFERENZA STAMPA

«Cosa ho fatto di male per fartelo credere? Non dirlo nemmeno per scherzo. Io sto benissimo dove sto, mi occupo dello sport che amo e per il quale ho tante cose da fare e tanti progetti da realizzare. L’esperienza oramai lontanissima di membro di Giunta del Coni è stata per me la più negativa di tutte. È impossibile, io in quel palazzo sono l’eretico

Mi risulta che non si faccia vedere da anni. 

«Tre e mezzo, per rispondere non ho bisogno di fare un particolare sforzo di memoria». 

 

andrea abodi e angelo binaghi foto mezzelani gmt306mezzaroma gualtieri binaghi presentazione internazionali d'italia 2024angelo binaghi carraro abodi binaghi foto calabro gmt 79 angelo binaghi foto mezzelani gmt3079jannik sinner angelo binaghi 5

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…