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Un attacco senza precedenti. Sulla Gazzetta dello Sport, diretta da Stefano Barigelli, compare un pezzo al vetriolo nei confronti di Marcella Verini, la comunicatrice finanziaria che il ceo Giorgio Furlani ha voluto con sé al Milan (e che poi è stata confermata anche dal nuovo azionista Gerry Cardinale).
A Barigelli è saltata la mosca al naso dopo che Verini ha apparecchiato un incontro tra Cardinale e il Corriere della Sera e il Corriere dello Sport. Ai piani alti della "Rosea" questo è stato considerato un calcio negli stinchi nei confronti del primo giornale sportivo italiano, per giunta di Milano.
Ma Verini non è nuova a incidenti. Anni fa telefonava a tutti i giornalisti, come consulente di Elliott, per parlare male di Gazidis e Maldini. Ora sta cercando di negare quello che sanno anche i sassi, ovvero che Cardinale sta trattando con Pif per farlo entrare nella compagine societaria.
La cosa buffa è che Verini, che ormai ha quasi 80 primavere, è più detestata che amata all’interno del Milan. E tutti sperano che nel repulisti estivo, insieme alle sempre più probabili dimissioni di Giorgio Furlani, che fra le alte cose pagherà l’aver confermato Stefano Pioli a scapito di Antonio Conte, anche lei torni a occuparsi di fondi e risparmio gestito…
MARCELLA VERINI
Il Milan vive giorni strani, con un futuro tutto da scrivere che agita i milanisti a ogni livello, fuori e dentro il club. In questo contesto, tra voci frequenti su Gerry Cardinale impegnato a raccogliere capitali all’estero e un allenatore prima traballante, poi confermatissimo, la comunicazione è un curioso caso di gestione a due velocità.
stefano barigelli foto di bacco
Da un lato, l’ufficio stampa classico che si occupa di squadra e club nei limiti della quotidianità. Dall’altra, una società esterna, la Verini & Associati, che gestisce la comunicazione di Gerry Cardinale attraverso la fondatrice Marcella Verini e (dall’esterno) prende decisioni strategiche per il club.
Un caso più unico che raro nell’industria del calcio italiano. Ne emerge quindi una figura particolare, di portavoce che sembra avere poteri da dirigente di primo livello, ma non parla mai pubblicamente e mai viene citata. Una portavoce capace di rappresentare in Italia la SuperLega, non un caso di comunicazione di successo, e contemporaneamente il Milan, che dalla SuperLega è rapidamente uscito. Una portavoce che lavorava per Elliott e, nel passaggio della maggioranza a RedBird, ha curiosamente cominciato a lavorare per Cardinale.
Verini insomma, pur estranea alle dinamiche quotidiane del Milan, finisce per influire non poco. Nel bene del Milan? A ognuno la decisione. Non sono un mistero, ad esempio, le sue perplessità su Paolo Maldini quando era direttore tecnico rossonero. Oppure la scelta di pubblicare il messaggio di auguri (…) di Cardinale, critico con la squadra, a poche ore dalla partita di Salerno del 22 dicembre. “Non sono soddisfatto della nostra posizione in Serie A”, scriveva. E il Milan, rinfrancato, a Salerno lasciò altri due punti.
MILAN, TUTTO È PRONTO PER LA DUE DILIGENCE: IL FONDO PIF ACCELERA I TEMPI
GERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILAN
Il Fondo Pif fa sul serio, ma questo lo avevamo già capito, ed accelera i tempi. E’ infatti prevista a fine mese la partenza della due diligence, ossia tutta un’attività investigativa tipica di chi vuole entrare, o acquisire, un’azienda.
Essa è condotta da consulenti esterni ed ha lo scopo di fornire alle parti del negoziato un quadro completo e dettagliato, basato su dati oggettivi. L’AC Milan sotto l’aspetto del bilancio ha nulla da temere, c’è infatti stata un’attenzione spasmodica da parte di Elliott prima, di Redbird adesso ad ogni singola voce di bilancio. Tanto da risultare esso stesso virtuoso.
Come scritto, la due diligence verrà avviata a fine febbraio per poi essere pronti a subentrare con una cifra tra i 600 e i 700 milioni di euro utili per liquidare Elliott e partecipare attivamente con una quota di minoranza che nel tempo potrebbe salire.
gerry cardinale giorgio furlani Gerry Cardinale