Estratti da gazzetta.it
Dicono che la luna, stanotte, sembrerà gigante, la più grande del mese. Il Milan, guardando su, vedrà il Liverpool: troppo più forte, su un altro pianeta per 70 minuti. La prima in Champions del Milan di Fonseca finisce 1-3: gol di Pulisic, poi Konaté e Van Dijk da angolo e Szoboszlai nel secondo tempo. Detto chiaro: la distanza tra le due squadre è stata (almeno) questa.
Dopo 70 minuti, il conto dei tiri diceva 19 a 2 Liverpool: non serve altro, signor giudice. E allora, riflessione rapida: per la Champions, che quest’anno è lunga otto partite, non è un gran problema; per il Milan e Fonseca beh, sì. Domenica sera a San Siro ci sarà il derby, con l’Inter in casa. Se finisse ancora male, come si potrebbe aver fiducia in questo progetto? Le facce di Furlani e Ibra, lunghissime, in tv dicevano molto.
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È amarissima la prima stagionale del Milan in Champions League: oltre a perdere 1-3 contro il Liverpool, i rossoneri hanno perduto pure l'appoggio del cuore del loro tifo, la Curva Sud, che nei minuti finali del match con i Reds ha fischiato la squadra e invitato i calciatori a tirare fuori gli attributi.
E dire che la partita era iniziata con il grido di battaglia della curva rossonera: una coreografia con la scritta "Fearless" (senza paura) aveva provato a spingere la squadra prima del fischio d'inizio. E, invece, meno di due ore dopo, Calabria ha guidato i suoi compagni (tranne Leao e il tecnico Fonseca, che non lo hanno seguito) a chiedere scusa sotto il settore degli ultrà, che non hanno nascosto, con i loro cori ("tirate fuori i c...", "ci avete rotto il c..."), di essersi stufati di un avvio di stagione deprimente: i rossoneri, infatti, sono già stati sconfitti due volte (a Parma e stasera) e hanno vinto appena una partita su 5 (sabato, 4-0 al Venezia).
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Il solito Ibra, ça va sans dire. Lo svedese, tornato da un paio di giorni accanto al suo Milan dopo un'assenza che ha fatto molto discutere, ha parlato pochi minuti prima della sfida col Liverpool. Col consueto ego e con la consueta ironia. "È una grande partita, arriva nel momento giusto per la squadra, dopo l'ultima che è andata bene - ha detto a Sky -. Non abbiamo fatto l'inizio che volevamo ma con pazienza arriviamo. La mia assenza? Quando leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono.
E poi precisa a proposito del suo ruolo (che anche Boban ha detto di non aver capito): "Il ruolo è semplice. Tanti parlano ma io comando, sono io il boss e tutti lavorano per me". Poi precisa: "I gattini non sono in squadra, sono quelli fuori squadra… Ho parlato con la squadra, sta bene, sono carichi. Hanno fatto bene nell’ultima partita. Dopo un po’ di riposo e tattica e sono pronti. Il mercato è andato esattamente come volevamo, tutto quello che abbiamo cercato e che secondo noi mancava lo abbiamo preso. L’ultimo è stato Abraham, per dare un rinforzo extra in attacco. Mi dispiace per Jovic che non è in lista Champions.
Su Osimhen sto in silenzio... Se mi manca il campo? Ora è diverso, da quando ho accettato di non giocare più non ho questa adrenalina. E’ ovvio che mi manca giocare a calcio, questi erano momenti belli e grandi però non è che abbia questa voglia di tornare, quando accetti qualcosa la fai passare e la lasci"