CHE RAZZA DI POLEMICA! - IL "WASHINGTON POST" SPARA LA SUA STRONZATA SULLA NAZIONALE ARGENTINA: "È RAZZISTA, NON CI SONO CALCIATORI NERI" - PER L'AUTRICE ERIKA DENISE EDWARDS, LA 'SELECCION' È IL FRUTTO DI POLITICHE RAZZIALI INIZIATE QUASI DUE SECOLI FA: MA CHE DICE? I NERI NON SONO IN ARGENTINA PERCHE' LI' NON C'ERANO PIANTAGIONI IN CUI IMPIEGARLI, COME AVVENNE PER GLI SCHIAVI PORTATI IN BRASILE E COLOMBIA - UN GIOCATORE DOVREBBE ESSERE CONVOCATO PERCHÉ E' NERO O PERCHÉ E' BRAVO? E SE NON CI SONO GIOCATORI DI COLORE CHE GIOCANO AD ALTI LIVELLI COSA BISOGNA FARE? - UN LETTORE: "LA NAZIONALE DEL SENEGAL NON DOVEVA PRESENTARSI AL MONDIALE. È RAZZISTA, NON C'È NEANCHE UN BIANCO"
1. MAIL A DAGOSPIA
Riceviamo e pubblichiamo:
La nazionale del Senegal non doveva presentarsi al mondiale, è razzista, non c’è neanche un bianco. Seguendo Erika Denise Edwards del Washington Post penso che questa nazionale sia il frutto di politiche razziali iniziate nel 70mila avanti cristo con la migrazione dell’homo sapiens.
Un lettore
2. IL CALCIO VISTO DAGLI USA: «ARGENTINA SENZA NERI SOLO PERCHÉ È RAZZISTA»
Tommaso Lorenzini per “Libero quotidiano”
articolo del washington post che accusa la nazionale argentina di razzismo
Non temiamo smentite se affermiamo che riguardo al calcio, al soccer in questo caso, negli Usa si faccia confusione. Non tanto per cultura strettamente pallonara (viste le strutture e le forme di intrattenimento accessorie all'avanguardia) piuttosto per quell'oleoso politicamente corretto che negli States deve occuparsi di ogni cosa. E condizionare ogni cosa, proponendo teorie folli in nome di quell'ideologia "woke" (sveglio, «con il quale ci si riferisce allo "stare all'erta", "stare svegli" nei confronti di presunte ingiustizie sociali o razziali», come spiega Wikipedia) che ogni persona dotata di senso critico scansa con cura.
L'ultima predica arriva dal Washington Post, quotidiano che piace alla sinistra chic. È su quel giornale che un articolo si chiedeva se non fosse il caso di escludere gli «ignoranti» dal voto introducendo un esame di educazione civica da superare.
Stavolta, la scrittrice Erika Denise Edwards se la prende con l'Argentina, spiegando che la Selleccion è il frutto di politiche razziali iniziate quasi due secoli fa. Uno sbiancamento della nazione, con le persone di origine creola, india o di colore usate nel corso degli anni come carne da cannone per le guerre civili, vittime di un processo di «rimpiazzamento» come da piani ottocenteschi dell'allora presidente Sarmiento, ridotte oggi a spacciarsi per bianchi per ottenere diritti e facilitazioni nella vita quotidiana.
Insomma, l'Albiceleste che domani sfida la Croazia in semifinale sarebbe un progetto di eugenetica, dove anche giocatori dai tratti chiaramente non "bianchi" come Acuna o Lautaro si dicono tali in nome del mito dell'«Argentina bianca». Una menzogna collettiva, secondo la Edwards, propagandata anche dallo stesso Maradona, epigono di ogni morocho (indio).
Anche se la storia spiega che l'Argentina è stato il primo Paese ad abolire la schiavitù, nel 1813, che l'ondata migratoria europea ha fatto spostare tanti "schiavi" nei Paesi vicini e che quasi tutti quei disgraziati rapiti dall'Africa venivano portati nelle regioni del nord del Sudamerica, soprattutto Colombia e Venezuela. Ora, "che c'importa di queste stupidate?".
Eppure è negli Usa che si disputeranno i Mondiali 2026. Non stupiamoci se proprio il Washington Post chieda di introdurre quote di colore per le nazionali, pena l'esclusione. Fantascienza? Nel rugby, il Sudafrica ha varato dal 2015 le quote nere, criticate peraltro dallo stesso capitano Kolisi (di colore).