Estratto dell’articolo di Monica Colombo per il Corriere della Sera
Rimettersi insieme non è mai una buona idea: in tanti a Torino ne sono convinti da mesi, non da ieri. Il ritorno di Paul Pogba alla Juventus nell’estate del 2022 si è rivelato un fiasco.
E come si evince dall’ultima riga del comunicato diffuso dalla Juventus («il club si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali»), nessuno scenario a priori sembra escluso, nemmeno un addio anticipato.
Del resto lo stipendio da 8 milioni più 2 di bonus fino al 2026 è parso sproporzionato già al termine della passata stagione: solo spiccioli di gara disputati, zero gol segnati, condizione fisica deficitaria. Non è un caso perciò che a luglio Giuntoli e Allegri abbiano tifato per il passaggio del francese all’Al Ittihad così da incassare 30 milioni per il cartellino, risparmiarne 40 lordi per gli stipendi e investire sul mercato.
Paul, invece, rimasto orgogliosamente alla Continassa, ora è stato sospeso dal tribunale antidoping in via cautelare, misura disciplinare che consente alla Juventus di far ricorso alla sospensione dello stipendio (circostanza prevista dall’art. 5.5 dell’accordo collettivo siglato da Figc, Lega di A e Aic).
(...) Qualora le controanalisi confermassero la positività ai metaboliti del testosterone, Pogba — se non opterà per il patteggiamento — verrà processato dal tribunale antidoping. Se emergerà la colpevolezza del giocatore e dopo una sentenza definitiva (il centrocampista rischia fino a 4 anni di squalifica), la Juventus avrà la facoltà di risolvere il contratto.
PAUL POGBA VISITA L AL ITTIHAD tweet sulla positivita al testosterone di pogba 1