Flavio Vanetti per corriere.it
«La foto risale a una settimana fa, dunque ben prima della tragedia della Marmolada. L’ho messa perché sul profilo Instagram mi piace condividere il “vissuto” personale e i luoghi belli. Lungi da me l’idea di offendere o di ferire qualcuno: non mi sento un criminale. Ma di sicuro nel futuro starò più attento».
Massimiliano Rosolino, già stella del nuoto azzurro, l’indimenticabile olimpionico di Sydney 2000, reagisce alla bufera che si è scatenata sui social dopo quella che il popolo della rete ha giudicato come una gaffe vergognosa e inaccettabile. In un post ha messo uno scatto da Canazei, dove appare con aria sorridente e felice. C’è pure un commento: «Chi non ride non vince». Seguono gli hashtag #smile e #winner. Ma Canazei è a una manciata di chilometri dal luogo del disastro della Marmolada (che si vede sullo sfondo nell’immagine), dove ancora sono in corso le ricerche dei dispersi travolti dalla valanga di ghiaccio.
Insultato online
Apriti cielo: lo hanno insultato pesantemente: («Forse oggi non c’è molto da ridere lì…»; «Str...., togli quella foto»; «Girati, alle tue spalle ci sono dei morti»; «Senza parole…») e pure molti dei suoi follower lo hanno invitato a vergognarsi. La replica di Max è articolata e parte da una premessa: «Sorridere sempre appartiene al mio modo di essere e di fare. Il sorriso è il messaggio degli sportivi ed è il mio imprinting.
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Ho appena scattato una foto così assieme a mia madre, che deve sostenere un intervento chirurgico. Sorrido, per pensare comunque positivo, anche se le vicende non sono liete: ad esempio, ho una compagna russa che non vede la madre da due anni e che adesso sente il clima pesante legato a quanto sta accadendo in Ucraina; eppure cerchiamo di andare avanti».
«Scatti precedenti alla disgrazia»
Ma onde evitare il rischio dell’ «oca giuliva», ovvero di passare per quello che non si rende conto della realtà, Rosolino ha alcuni punti da sottolineare: «Prima di tutto il momento di quegli scatti: non sono stati successivi alla disgrazia, ma li ho fatti ben prima. Ero a Canazei assieme a 35 bambini di un famoso camp estivo che ne accoglie addirittura 900: quindi immortalavo qualcosa di felice. Secondo: ho pubblicato le immagini senza pensare al disastro, anche perché la Marmolada è più in là. Volevo sottolineare la bellezza di quei posti, contavo di comunicare una bella immagine della Val di Fassa, che è un luogo splendido. Infine, io sono anche legato al WWF, quindi promuovere l’attenzione verso la natura è una cosa che mi appartiene».
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«Ovvio che non lo rifarei. Chiedo anche scusa»
Max ammette però che è stata una leggerezza. «Ovvio che non lo rifarei. Chiedo anche scusa, ma sottolineo che in certe reazioni c’è molta ipocrisia. Non mi risulta, ad esempio, che dopo la disgrazia da quelle parti si sia smesso di vivere e di condurre la consueta normalità quotidiana, serale e notturna, al netto del dolore per quanto è accaduto: perché allora accanirsi contro quella foto? Aggiungo che non sono immune da critiche e che accetto di buon grado tutto ciò che è costruttivo: lo faccio pure stavolta, diciamo che ho sbagliato una vasca da 50 metri. Ma deve finire lì, la mia sincerità e la mia buona fede non possono essere messe in discussione».
«Troviamo una buona spiegazione alle ragioni della tragedia»
Agli insulti preferisce rispondere in modo non violento, «perché è il modo migliore di reagire a chi offende per partito preso. Non vi va quello che dico e faccio? Allora non venite sul mio profilo. Peraltro, nel mare degli improperi ho letto anche parole moderate: una ragazza del Trentino, ad esempio, ha scritto che “ciascuno è libero di fare quello che vuole”. Sono d’accordo con lei e aggiungo che i veri problemi stanno altrove, non in un post come il mio: magari troviamo una buona spiegazione alle ragioni che hanno generato la tragedia».
«Di sicuro devo essere più accorto»
Rosolino non aggiunge nulla di più – «Non è il caso di controbattere più di tanto, si rischia solo di alimentare polemiche inutili» -, ma una conclusione l’ha raggiunta: «Di sicuro devo essere più accorto, anche perché ho capito che oggi è faticoso fare qualsiasi cosa e che è molto alto il rischio di essere equivocati».
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