LIVIN’ LA VIDA "LOCA" – RONCONE: MANUEL LOCATELLI DA BAMBINO VOLEVA FARE L'INVESTIGATORE PRIVATO, GIRAVA CON UN MARSUPIO E SOPRA CI AVEVA SCRITTO: “AGENTE FBI MANUEL LOCATELLI” - LA NOTTE SI CHIUDE CON LO SLOGAN DI BANFI E ALLORA "PORCA PUTTENA" CHE LOCATELLI E CHE DOPPIETTA, CHE VITTORIA NETTA. È UN ANNO E MEZZO CHE ABBIAMO PAURA. E ADESSO INVECE C' È QUESTA SENSAZIONE FORTE DI…" - GLI AZZURRI CANTANO "NOTTI MAGICHE" SUL PULLMAN - VIDEO
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"
Gli abbiamo fatto una testa così, porca puttena (è pazzesco, ma dopo che l' ha detto Lino Banfi, ora si può scrivere anche in un articolo come questo): e allora porca puttena che Locatelli e che doppietta, che vittoria netta, tutta come sempre dentro una magnifica fatica emotiva, in un miscuglio di ansia e affetto, perché questo stadio Olimpico è così carico, gonfio, così pronto alla felicità.
Novanta minuti volati.
Gli azzurri con quei calzoncini neri trovati in un armadio della nostalgia.
Inno di Mameli, le mascherine abbassate per cantarlo.
Tanto per inquadrare - da subito - la scena: sugli appunti c' è che senza quasi accorgercene andiamo in cielo e ricadiamo. Un boato accoglie il gol di Giorgio Chiellini e poi però l' arbitro dice no, ascolta la radio, quelli della Var gli dicono di annullarlo, da qualche parte dev' esserci un fallo.
E va bene, si ricomincia.
Ma ecco che Giorgione, di nuovo ancora lui, stavolta alza il braccio, il suo sguardo acquoso, buono, incrocia quello di Mancini: ha sentito un pizzico alla coscia, deve uscire, entra Acerbi.
I giornalisti svizzeri, qui in tribuna stampa, alzano la testa dai computer portatili per ridersela. Mancini, laggiù, alza invece il braccio sinistro, e fa il vigile. Tu lì, tu più largo.
Jorginho falla girare. Spina continua a fare l' ala. Tutti sappiamo che il calcio, se non hai proprio un campione in campo, è anche questo: fidarsi dell' allenatore, e dei suoi miraggi.
Locatelli ha capito. Giocare di prima. E lo fa. Si sente distintamente: tunf! Il delizioso rumore del pallone calciato al volo, trenta metri, una precisione millimetrica, Berardi sa come metterlo giù, e partire sulla fascia destra.
Santo cielo che triangolo.
Lo chiude proprio Locatelli.
Strepitoso.
Sulla Moleskine c' è una traccia di biografia: Locatelli da bambino voleva fare l' investigatore privato, girava con un marsupio e sopra ci aveva scritto «Agente FBI Manuel Locatelli». Fa sempre tenerezza sapere com' eravamo da piccoli. E scoprire poi cos' ha deciso il destino. Per Locatelli, stasera, ha grandi progetti: al 52' gli fa segnare il secondo gol (anche questo piuttosto bello, da fuori area, un sinistro preciso e teso).
Qui tutti abbiamo pensato: gli azzurri giocano un calcio intenso e di qualità, andiamo palleggiando per il campo, massimo due tocchi e via, siamo leggeri, spensierati, francamente belli.
Poi Mancini - all' improvviso - spariglia, e cambia: entra Toloi, difendiamo a tre, sembrerebbe una comprensibile soluzione conservativa e invece ecco che Immobile segna il gol del 3-0 (portiere gravemente complice).
L' allenatore degli svizzeri, Vladimir Pektovic, che era venuto qui pensando di infilarci in contropiede (a noi, in contropiede: boh), adesso è inquadrato sui megaschermi e ha la faccia di uno che sta già pensando a come cavarsela in conferenza stampa.
La partita è finita.
La gente si tiene per mano e inizia a ricantare Mameli, si vedono i drappi tricolore e le luci dei cellulari, e si capisce che qualcosa si è innescato, la miccia s' è accesa: in questo Europeo, è chiaro che devono prenderci tutti molto sul serio.
Sì, ci siamo anche noi.
C' è questa Nazionale che adesso si abbraccia, l' arbitro ha fischiato la fine e tutti corrono, entrano sul prato, c' è un gruppo di azzurri in festa e poi c' è lui, Mancini. Che cammina piano, calmo, come trattenuto. Vialli gli accarezza la nuca. E poi arriva anche Chiellini, il capitano, e gli dice qualcosa all' orecchio.
Donnarumma come sempre prende in braccio Insigne. Spinazzola e Barella picchiettano la testa di Immobile. Locatelli manda baci a qualcuno in tribuna.
Sono immagini in dissolvenza.
Succede sempre, quando ti abbandoni.
È un anno e mezzo che tutti facciamo cose brutte, che pensiamo cose brutte, che abbiamo paura. E adesso invece c' è questa sensazione forte di essere finalmente finiti dentro qualcosa di bello.
Così per una notte, per questa notte, andiamo a dormire con un sorriso, porca puttena .