Salvatore Riggio per corriere.it
Si infittisce il mistero sulla morte di Blanca Fernandez Ochoa, 56 anni, prima sciatrice spagnola a vincere una medaglia olimpica (Giochi Invernali di Albertville, in Francia, nel 1992). L’ex atleta iberica era scomparsa il 23 agosto, vista l’ultima volta in un supermercato il 24 agosto e ritrovata cadavere il 4 settembre nel Picco Peñota.
Domenica primo settembre era stata ritrovata la sua auto, una Mercedes Classe A nera, parcheggiata nel Parco Naturale Dehesas, vicino a Cercedilla e Fuenfria, nella Sierra de Madrid. Secondo quanto racconta El Mundo, l’autopsia ha rivelato la presenza nello stomaco della Ochoa di alcune pillole, in particolare alcune compresse commercialmente chiamate Sinogan. I medici legali hanno raccolto prove di quei resti di medicinali da inviare all’Istituto tossicologico di Madrid. Tutto questo per capire se la dose assunta possa avere avuto un effetto fatale per la Ochoa.
Anche perché il farmaco Sinogan, composto da levomepromazina (sostanza prescritta come sonnifero), alcuni decenni fa si somministrava per curare la schizofrenia e la psicosi. Inoltre, è un derivato del primo farmaco che è apparso contro la psicosi, negli anni ‘50: la clorpromazina. Oggi il Sinogan è considerato un farmaco obsoleto e gli psichiatri usano un altro tipo di trattamento.
Sempre come scrive El Mundo, il cuore della Ochoa è stato inviato al laboratorio di Anatomia della patologia. Gli inquirenti vogliono capire se la 56enne abbia avuto un infarto e, se sarà così, capire se è stato l’effetto delle pillole assunte. Ci vorranno settimane per le analisi, ma intanto i familiari avevano spiegato alla polizia che la Ochoa, oltre al cellulare, aveva lasciato a casa anche le sue medicine. Detto questo, da ricordare che il corpo dell’ex atleta presenta delle contusioni (ma non ci sono segni di violenza), che gli inquirenti non attribuiscono a cadute.
blanca fernandez ochoa blanca fernandez ochoa