L’attaccante del Real Madrid, vittima in Spagna di continui insulti legati al colore della pelle, in lacrime durante la conferenza stampa del Brasile: “Dovrebbero essere considerati un reato”
I razzisti li ha guardati in faccia, li ha denunciati, li ha fatti cacciare dallo stadio. Contro i loro ululati vergognosi ha alzato il pugno al cielo come Smith e Carlos alle Olimpiadi del 1968. Anche gli eroi, però, hanno diritto alla fragilità. Durante la conferenza stampa del Brasile, che martedì giocherà in Spagna un’amichevole di lusso, Vinicius è scoppiato a piangere (e con lui alcuni giornalisti presenti in sala) alla terza domanda sul razzismo.
vinicius - esultanza con il pugno chiuso - valencia real madrid
"Ho sempre meno voglia di giocare – ha spiegato quando si è ripreso l’attaccante del Real Madrid, vittima ogni domenica degli imbecilli che popolano le curve della Spagna –, mi dispiace. La Spagna non è razzista, ma ci sono molti razzisti in giro per gli stadi e il problema è che il razzismo non è un crimine. La mancanza di punizione è la cosa che mi frustra di più, vedere quella gente che se ne vada senza che gli succeda nulla... Non ho però mai pensato di lasciare la Liga, altrimenti la darei vinta alla loro stupidità. Continuerò a giocare nel miglior club del mondo – ha concluso il brasiliano – e a segnare tanti gol in modo che continuino a guardarmi. Io voglio solo giocare a calcio, voglio fare tutto per il mio club e per la mia famiglia e non vedere mai più i neri soffrire”.
vinicius - esultanza con il pugno chiuso - valencia real madrid