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"SE LE ACCUSE FOSSERO CONTRO UN ITALIANO BIANCO, DI SICURO SAREBBE ANDATA DIVERSAMENTE" - ROBINHO, CONDANNATO A 9 ANNI PER AVER VIOLENTATO UNA 23ENNE ALBANESE IN UNA DISCOTECA DI MILANO NEL 2013, CERCA DI BUTTARLA IN CACIARA IN ATTESA DELLA SENTENZA DEL SUPREMO TRIBUNALE DI GIUSTIZIA BRASILIANO, CHE DOVRA' DECIDERE SE OMOLOGARE LA SENTENZA ITALIANA - L'EX ATTACCANTE SOSTIENE CHE IL RAPPORTO CON LA SUA ACCUSATRICE SIA STATO "CONSENSUALE": "ABBIAMO AVUTO UN RAPPORTO SUPERFICIALE E VELOCE"

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(ANSA) - A pochi giorni dal suo processo in Brasile, Robinho ha rotto il silenzio ed ha associato ad episodi di razzismo la sua condanna per stupro in Italia. "Se le accuse fossero contro un italiano bianco, di sicuro sarebbe andata diversamente. Con la quantità di prove che ho, non sarei condannato", ha detto l'ex giocatore parlando a RecordTV. Mercoledì, il Supremo tribunale di giustizia (Stj, equivalente alla Cassazione) brasiliano deciderà se omologare la sentenza italiana e far scontare in Brasile la pena di 9 anni a carico di Robinho.

 

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Nell'intervista, l'ex attaccante della 'Selecao' e del Milan ha confermato di aver avuto una breve relazione con la donna che lo ha accusato di violenza carnale, ma ha sostenuto che era stata "consensuale". "Abbiamo avuto un rapporto superficiale e veloce. Ci siamo scambiati dei baci, poi sono andato via. In nessun momento mi ha respinto, chiesto di fermarsi. C'erano altre persone lì. Quando ho visto che voleva continuare con altri ragazzi, sono tornato a casa. È stato consensuale. Avrei potuto negarlo, perché il mio Dna non c'è. Ma non sono un bugiardo", ha aggiunto Robinho. (ANSA).

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