Jasmine Paolini oggi contro Barbora Krejcikova a Wimbledon per la finale del singolare femminile. L'azzurra, testa di serie numero 7, cerca un posto nella storia: nessuna italiana ha mai trionfato a Wimbledon. Paolini, 28 anni, oggi alle 15 italiane arriva sul Campo Centrale (diretta tv su Sky Sport 1 e in streaming su Now e Sky Go) per completare una strepitosa cavalcata sull'erba dell'All England Club.
Paolini, un 2024 da record
L'atleta toscana, vincitrice di 2 titoli (1 nel 2024), si appresta a giocare la seconda finale consecutiva in un torneo dello Slam dopo quella disputata al Roland Garros poche settimane fa contro Iga Swiatek. Se a Parigi serviva un miracolo per alzare il trofeo, a Wimbledon l'impresa è decisamente più alla portata dell'azzurra.
Dall'altra parte della rete, Paolini trova una giocatrice che sta ritrovando lo smalto perduto. Krejcikova attualmente è al numero 32 della classifica Wta, nella quale però è stata anche al numero 2. Le due finaliste si sono affrontate solo una volta in carriera: nel 2018, nelle qualificazioni all'Australian Open, Krejcikova si è imposta lasciando per strada appena 3 game.
Quanto vale il trionfo a Wimbledon
Con l'accesso alla finale, le 2 giocatrici si sono assicurate 1300 punti per il ranking e un premio da 1,4 milioni di sterline. Chi vince il torneo porterà il bottino a 2000 punti e 2,7 milioni di sterline.
Da lunedì, Paolini sarà la numero 5 del ranking avvicinandosi al miglior piazzamento mai raggiunto da una tennista tricolore, il quarto posto di Francesca Schiavone nel 2011. Krejcikova rientrerà nella top 20 in caso di sconfitta. Se vincesse, tornerebbe direttamente nella top 10.
Paolini, in attesa del match più importante della carriera, ha già scritto pagine di storia. Per la prima volta nell'era del tennis Open, un'azzurra arriva a 2 finali consecutive in uno Slam. Solo 5 tenniste, nell'epoca moderna della racchetta, hanno disputato la finale del Roland Garros e di Wimbledon nella stessa stagione: Evonne Goolagong (1972), Chris Evert (1973 e 1984), Olga Morozova (1974), Arantxa Sanchez Vicario (1995 e 1996), Venus Williams (2002).
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IL PAPA’ DI JASMINE PAOLINI
Ugo Paolini, papà di Jasmine, in tribuna con la mamma Jacqueline e il fratello William
Paolo Rossi per repubblica.it - Estratti
“Chi siamo noi? Una famiglia normale, come tante...”. Ugo Paolini, classe 1962, è il papà di Jasmine. C’era anche lui nel box, insieme a sua moglie Jacqueline, mamma della nuova numero 5 del mondo. Sono felici, ma perfino con moderazione.
Qualcosa di più su sua figlia, per esempio…
“La bimba... la bimba è sempre stata tranquilla, si stava tutti nel bar e lei è cresciuta nel bar”.
Spieghiamo che il bar era di sua proprietà.
“Certo, nel bar nostro, e la portavano a giro, come diciamo noi, intendo la gente del paese”.
Bagni di Lucca.
“Esatto, cinquemila anime, ci conosciamo tutti. Quando qualcuno andava a farsi una passeggiata lungo il fiume, lei lo accompagnava”.
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“Ma quando mai? Io la chiamo ‘treno’, Jasmine, perché il treno va su due binari e non si sposta, va fino in fondo. E la sua mamma è uguale, sono spiccicate da questo punto di vista. Toste e ostinate”.
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Ma come genitori non vi siete mai preoccupati?
“Ci sono stati i momenti difficili. Ci sono sempre, no? Ma alla fine la fortuna è stata Tirrenia, il centro della Fitp. E Jasmine che ha voluto andarci, provare il ‘Collegio’, chiamiamolo così. Dove poi ha incontrato Renzo Furlan”.
Il mentore.
“Hanno lo stesso carattere, per questo lei lo ha voluto”.
In conclusione?
“Noi l’abbiamo sempre appoggiata, Jasmine, perché lei è sempre stata così determinata, e noi la si è sostenuta in tutto e per tutto. Ma se andiamo a guardare bene le cose, alla fine è lei che ha dato la spinta a noi. Questa è la pura verità”.
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