Roberto D’Agostino per Dagospia
Nella vita nulla vi deve spaventare, tranne Achille Bonito Oliva. Anche oggi, che festeggia 80 primavere, il Genio Convinto dell’arte volteggia rapace e sarcastico sull’orbe della critica sgallettata, degli omologati del pensiero, delle mezzecalze del pennello, dei replicanti e degli zombie intercambiabili con la loro faccia di saponetta.
Un carciofino sott’odio. Quando l’ABO-dramma si sposta con la sua attorialità totò-napoletana nelle gallerie e nelle cene, l’Abo-rigeno dell’arte raggiunge lo sbulinamento implacabile, allucinato, psicotico. Gli habitué dell’arte conoscono bene il dramma di averlo davanti. Bum Bum Bum , arrivano cannonate cattive, colpi a destra, fendenti a sinistra. E poi punzecchia sarcastico, non lesinando polemiche e critiche dure, con nomi e cognomi, ed è chiaro che con questi sistemi si raccolgono più antipatie che simpatie. Ma sono l’antipatie giuste. Sempre con l’espressione di un idraulico che ti sfila 200 euro per sturare un lavandino.
Ecco: in un’epoca così bancarellista, barista, macchiettistica, pagnottista, sono più di 40 anni che inseguo ABO. Per un decennio ci siamo visti ogni sera, al Bar della Pace di Bartolo, come due naufraghi a caccia di salvagenti mentali nel mare del bla-bla intellettuale. Mai dimenticando il “corpo” a casa. Sera dopo sera, ho tentato di scippare tutto dal suo cervello, dalla sua cultura, dal suo stile; piaceri e sorprese dalla sua vita megalomane, paradossale, scandalosa, irritante al punto di aver dato cerebrità e celebrità internazionale all’ultima corrente dell’arte italiana (Transavanguardia).
Sostenitore di se stesso, spacciatore di aforismi acidi (“La banalità è la cura dimagrante della cultura”), Gran Premio Antipatia (al punto di teorizzarla in un volume come sentimento portante dell’Arte), invece di essere funzionario del gallerismo e burocrate del conformismo e “rotellina” di un qualche Sistema, è diventato agente di critica di dogmi e di dubbi su certezze.
Brevilineo, quasi il riassunto di un Genio, Achille “Bollito” Oliva è un critico d’urto, spesso anche ‘’critico d’arto’’ (quando c’è di mezzo una donna), che innesca furori e il disprezzo di tanti colleghi e artisti. “Cialtrone”, “esibizionista, espone più se stesso che i suoi artisti”, “uno dei tanti pagliacci nazionali”: ok, “Mens vana in corpore nano”.
roberto d agostino achille bonito oliva foto di bacco
Da totoista napoletano, “Akiller” è un rinomato dispensatore di invettive e sottigliezze sulla società culturale: “Impara l’arte e mettilo nei party”, “Critici si nasce, artisti si diventa, pubblico si muore”, “L’artista passa alla storia, il pubblico alla geografia”, “Il critico d’arte è un critico d’urto: fa deragliare il gusto corrente”…
Il mio “Basso Napoletano” è riuscito in un’impresa quasi impossibile, che ho sempre invano invidiato: il critico come artista. La migliore opera illustrata e lanciata da Achille Bonito Oliva è Achille stesso. E sono stato davvero fortunato nella vita di averlo incontrato e amato. Auguri per i tuoi primi Ottanta!
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