DAGOREPORT
Speranza e Antonella Folgore, sviluppatrice del vaccino Reithera
Il vaccino di Reithera non è “tutto italiano” come vogliono far credere, e come abbiamo scritto in data 23 ottobre 2020, perché essendo Reithera di proprietà di una società “anonima” svizzera, la Keires, i suoi utili andranno sul conto di una finanziaria svizzera “anonima” e quindi dire che tutti gli interessati pagheranno le tasse in Italia è una grande bufala.
Oggi sul “Messaggero” a pagina 8 leggiamo che col Recovery Plan verrà finanziata Reithera, con sede a Castel Romano, “controllata indirettamente da Maurizio Cortese e Stefano Collaca insieme a Jamila Louahed e Emmanuel Hanon della GSK Vaccines”. E poi il quotidiano romano, dopo aver elencato altre società, aggiunge: “Complessivamente verranno dirottati a regime centinaia di milioni, partendo da un cip iniziale”.
Ecco: la cosa che ci incuriosisce tanto e ci incuriosirà sempre di più è sapere in quali tasche finiranno quella valanga di soldi. Si sa che in Svizzera trasferire somme di denaro da una finanziaria anonima su conti di altri beneficiari è un giochetto da bambini.
Ma se non è tutto italiano ma italo-svizzero, sicuramente è “il vaccino de’ noiantri” in quando vede i seguenti protagonisti: l’Assessore regionale alla Sanità On.le Alessio D’Amato, il direttore scientifico dell’IRCSS Spallanzani Luigi Ippolito, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Prof. Franco Locatelli, e dulcis in fundo, il Prof. Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco). Tutti insieme appassionatamente ognuno con il suo obiettivo.
roberto speranza giuseppe conte giuseppe ippolito
Mentre già in tutto il mondo da settimane sono in corso centinaia di migliaia di vaccinazioni anticovid, il 5 gennaio scorso a Roma l’Assessore della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha organizzato una pomposa conferenza stampa con Zingaretti che a suo volta ha “invitato” a partecipare i ministri Gaetano Manfredi e Roberto Speranza, schierati in prima fila con tutti i capoccioni della Sanità italiana.
L’appuntamento aveva come target la celebrazione dell’evento del secolo: la società italo-svizzera Reithera srl, insieme agli scienziati dell’Istituto Spallanzani che non avevano mai realizzato uno straccio di studio clinico su un candidato vaccino, hanno portato a termine – audite! audite! - la fase 1 (uno) della sperimentazione clinica del cosiddetto “vaccino italiano” grazie ad una regalia di 8 milioni di euro di fondi pubblici nientemeno che su 45 (ripetiamo quarantacinque) volontari, mentre tutti gli altri gruppi, da Pfizer a Moderna, viaggiano su almeno 40/50mila volontari.
Cosicché, mentre in tutto il mondo già escono dai laboratori milioni di dosi di vari vaccini sperimentati su migliaia di persone, in Italia due ministri della Repubblica con i capetti degli Istituti pubblici di Sanità e lo scienziato Ippolito si riuniscono in Conferenza stampa per pubblicizzare la fine della sperimentazione clinica che Reithera srl e l’Istituto clinico di Verona hanno realizzato.
Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se non ci fosse da piangere per il provincialismo di una tale azione associativa. Ma davvero si tratta di provincialismo? Non sarà che il vispo assessore D’Amato, con il meditato supporto di Zingaretti, ha organizzato il “Reithera Vaccino Show” solo per prepararsi la campagna elettorale delle prossime regionali in campo mediatico (e non solo)?
E gli altri tre componenti del quartetto che ci guadagnano?
Vaccino Reithera conferenza-stampa
Luigi Ippolito, che nella conferenza stampa si pavoneggiava spiegando ad un auditorio complice le mirabilie della immensa scoperta scientifica che dovrà salvare l’umanità e l’orgoglio nazionale, tenta di ricavare dall’operazione, ad un passo dalla pensione, quella patente di scienziato che non riesce a farsi riconoscere e gira per i programmi televisivi con il piglio di chi la sa lunga anche se lo Spallanzani, non avendo la benché minima esperienza di test clinici su candidati vaccini, non riusciva neanche a farsi approvare il protocollo dall’Istituto Superiore di Sanità per far partire la sperimentazione.
Ma il direttore scientifico dell’IRCSS Spallanzani come si è guadagnato questo ruolo di “scienzato” nel quartetto del vaccino de’ noiantri?
Pensate alla situazione psicologica nella quale si trova Nicola Zingaretti dopo aver contratto il virus a marzo 2020, dopo aver sorseggiato placido e allegro un aperitivo in bar di Milano in compagnia del sindaco Sala, per dimostrare che non c’è da aver timore del Covid.
alessio d'amato nicola zingaretti
All’indomani, quando appare ancora un virus sconosciuto sia per le possibili terapie che per l’esito, a Bergamo appaiono i camion dell’esercito che trasportano le bare. A questo punto, immaginate quale riconoscenza il segretario del Pd nonché presidente della Regione Lazio ha maturato nei confronti di chi gli è stato vicino e lo ha fatto curare sostenendolo psicologicamente nella propria casa dall’equipe dello Spallanzani.
E la stessa situazione psicologica ha vissuto Nicola Magrini, arrivato a Roma a febbraio e ammalatosi di Covid insieme alla moglie a marzo. Anche per lui Ippolito è stato medico, psicologo e badante, al punto tale che il direttore generale dell’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco) alla prima intervista da Vespa dopo la guarigione, ha sentito il bisogno di rivolgere un ringraziamento commosso al direttore dello Spallanzani ed al presidente del CSS Franco Locatelli che lo aveva “coccolato” (lui dixit) insieme ad Ippolito.
Così si sono incrociati i desiderata del ministro Manfredi, a cui il suo amico e collega di Università di Napoli, tale prof. Russo, aveva portato il ‘’suggerimento’’ di finanziare la società privata Reithera srl con tre milioni di euro del Ministero, mentre Ippolito e D’Amato ottenevano facilmente l’assenso di Zingaretti per sganciare cinque milioni di euro di fondi regionali.
Gaetano Manfredi e Roberto Speranza
Tale elargizione di denaro pubblico senza chiedere alla Reithera uno straccio di contropartita, magari in termini di comproprietà dell’eventuale successo della ricerca o di partecipazione agli utili derivanti: solo una promessa, senza impegno, di vendita del vaccino una volta approvato senza indicazione di prezzo...
Ma in tutto lo schema mancava una pedina essenziale. Ed ecco che viene subito preparata una poltrona in prima fila per Nicola Magrini il quale di colpo è divenuto il capotifoso di Reithera e del suo vaccino e appena può esterna complimenti e felicitazioni preconizzando addirittura il tempo di arrivo sul mercato.
nicola zingaretti all'aperitivo dei giovani pd a milano
Nicola Magrini non sospetta neanche per un minuto di essersi messo nella condizione di un colossale conflitto di interesse. Lui è il giudice, come direttore generale dell’Aifa, che deve valutare, esaminare, fare pulci e contropelo al candidato “vaccino italiano” e invece ne è il capotifoso, il mentore, l’elogiatore.
Lui, che è l’arcigno e severo controllore delle richieste di autorizzazioni che le aziende farmaceutiche sottopongono all’Aifa, è già più che convinto della bontà del prodotto che sta mettendo a punto l’italo-svizzera Reithera. Olè, bastano una novantina di volontari di cui 45 vaccinati e dobbiamo essere tutti tranquilli che il prodotto è sicuro ed efficace.
Ce lo garantisce la cristallina e chiara fiducia che emana dalle parole del direttore dell’Agenzia del Farmaco, che dipende dal Ministero della Salute, il quale non perde occasione per magnificare il prodotto di Reithera e del suo “salvatore” Giuseppe Ippolito. Non ha la minima cognizione della cautela che il suo ruolo gli impone quando parla di argomenti in cui è coinvolto l’Ente che dirige.
Siamo curiosi di vedere se il protocollo delle prossime fasi cliniche necessarie per approvare “il vaccino alla vaccinara” sarà approvato senza richiedere le fastidiose decine di migliaia di volontari utilizzati dalle altre farmaceutiche. Magari nel nome dell’interesse nazionale (di chi?) si potrà andare al risparmio evitando i costi di decine di migliaia di cavie, come ugualmente la strada potrebbe essere spianata per tutte le autorizzazioni alla produzione.
Chissà, vedremo, perché qualche curiosità l’abbiamo anche sui tempi necessari per completare le fasi 2 e 3. Il vaccino Reithera sarà pronto per l’estate, come hanno proclamato in conferenza stampa il quartetto delle meraviglie? Insomma l’Aifa dovrà essere particolarmente efficiente e determinata in sede Ema per accorciare i tempi: ne va dell’interesse nazionale.
Quale? Visto che in estate le dosi di vaccino in Europa avanzeranno perché saremo invasi dalle dosi di Pfizer-Biontech, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson (poi per l’inoculazione si vedrà). A quel punto, vuoi mettere farsi punzecchiare con un vaccino tricolore che conferisce gloria scientifica e fama al direttore scientifico dello Spallanzani Luigi Ippolito e soldi a gogò agli svizzeri della società Keires cui appartiene la Reithera?
Titolo sul vaccino Spallanzani da Padova Oggi
Solo un’ultima domandina ci viene spontanea. In tutto questo allegro circo il ministro Roberto Speranza si è reso conto che tutti i soggetti coinvolti nella vicenda che dipendono dalla vigilanza del suo Ministero sono in un colossale conflitto d’interessi?
Roberto Speranza sullo Spallanzani
A Magrini, di cui abbiamo già detto, si aggiunge ora Luigi Ippolito che è stato chiamato da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, a sedere nel gruppo permanente istituito al Ministero della Salute per dare pareri sui vaccini. Né Locatelli, né Ippolito hanno pensato che forse non è proprio corretto che una persona che è coinvolta nella sperimentazione di un candidato vaccino non può stare nel Comitato che esprime giudizi su tutti i vaccini.
heiko maas e luigi di maio allo spallanzani
Caro Ministro, dacci l’ultima Speranza che questa storia, dai contorni davvero indigesti, finisca, perché non ci sembra che tutto possa continuare facendo finta di niente. Perché anche il Niente è troppo!