Daniele Autieri per "www.repubblica.it"
"A guardarla oggi questa scoperta sembra nata da una coincidenza". Se si volta indietro la professoressa Elena Campione, ricercatrice e ordinaria di dermatologia all'università Tor Vergata, ricostruisce così l'intuizione che ha portato allo studio sugli effetti benefici della lattoferrina nei confronti dei malati di Covid-19.
"Era marzo - racconta - all'inizio del lockdown quando abbiamo cominciato a ragionare sul perché ci fosse questa enorme differenza di esposizione al virus che esiste tra gli anziani e i bambini".
Tre brevetti alle spalle, diversi riconoscimenti internazionali, una sfilza di lavori pubblicati su riviste scientifiche e una formazione iniziata a Tor Vergata e perfezionata alla Mount Sinai School of Medicine di New York, la professoressa Campione ha iniziato il suo lavoro partendo dai bambini.
"Tutti noi - spiega - veniamo al mondo con una immunità innata. E prima di compiere il terzo mese, i bambini non ricevono altra protezione che il latte della mamma. E proprio la lattoferrina è una proteina contenuta anche all'interno del latte materno".
Come interviene contro il Covid-19?
"Sappiamo che il virus Sars-Cov-2 si alimenta del ferro presente nell'organismo umano. La lattoferrina riduce il ferro e quindi mette il virus in una posizione di svantaggio. Di fatto va a potenziare una immunità innata nel nostro organismo. Consideri che questa proteina, prodotta dall'organismo stesso, è studiata dal 1939 e i ricercatori cinesi ne hanno analizzato gli effetti già durante la prima Sars".
Quali sono le sue reali capacità rispetto alla diffusione del virus?
"Innanzitutto c'è da fare una premessa. Usciremo da questo incubo solo con il vaccino e il vaccino è la strada maestra per sconfiggere il Covid-19. Tuttavia l'utilizzo di lattoferrina - secondo quanto confermato dallo studio che abbiamo portato a termine - ha due effetti: il primo in chiave di prevenzione, rendendoci molto più forti e quindi meno vulnerabili al contagio; il secondo in chiave di cura, perché abbiamo dimostrato che rispetto ai tempi medi di guarigione che arrivano anche a 30, 32 giorni, i pazienti ai quali viene somministrata anche la lattoferrina si negativizzano dopo 12 giorni".
In che modo avete condotto questo studio?
"Siamo partiti da un campione di circa cento positivi con sintomi lievi o asintomatici che sono stati curati solo con lattoferrina. È stata l'equipe stessa di ricercatori ad andare casa per casa per somministrare la proteina".
Lo studio è stato pubblicato sull'International Journal of Molecular Sciences. Quali saranno i prossimi passi della ricerca?
"Lo studio pubblicato è solo una prima parte della nostra ricerca. Adesso stiamo mettendo a punto la seconda parte del lavoro che è in procinto di essere pubblicata con nuovi e importanti risultati".
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