Alberto D'Argenio per “la Repubblica”
Perché la popolazione dovrebbe avere fiducia nel vaccino Pfizer?
«Perché arriva dopo un processo di valutazione rigoroso, basato su una quantità considerevole di dati su sicurezza ed efficacia in base alla quale abbiamo concluso che il rapporto tra rischio e beneficio è altamente positivo».
Avete avuto a disposizione più o meno dati rispetto alle autorizzazioni del passato?
«Più di quelli di diversi vaccini approvati di recente».
Marco Cavaleri è "l'uomo dei vaccini" in Europa. Nato a Saronno 51 anni fa, farmacologo, lavora da oltre 10 anni all'Agenzia Ue del farmaco (Ema), dove è capo della Strategia vaccini. A lui dopo l'autorizzazione dell'antidoto di Pfizer chiediamo, allora, da dove pensa che arrivi la sfiducia della gente verso il rimedio.
«Nasce - ci risponde - da disinformazione e da un clima irrazionale di paure infondate basate sul fatto che durante ampie campagne vaccinali si verificano inevitabilmente eventi avversi. Tuttavia bisogna considerare che nella maggior parte dei casi non sono dovuti al vaccino, anche se poi i vaccini vengono erroneamente sospettati di esserne la causa. Per evitarlo, verificheremo ogni evento avverso».
Eppure ci sono cose sul vaccino che ancora non sappiamo.
«Ci sono dati che avremo solo con la vaccinazione di un ampio numero di individui, ma si tratta di aspetti complementari».
Ad esempio?
«Sappiamo che il vaccino è straordinariamente efficace, che funziona nel 95% dei casi, ma non sappiamo quanto dura la sua copertura e se serve un richiamo».
Non ne avete proprio idea?
«Al momento abbiamo dati fino a circa 100 giorni, la durata della terza fase di sperimentazione, anche se ci aspettiamo che l' efficacia si mantenga molto più lungo».
Almeno un anno, come il vaccino antinfluenzale?
«Sì, non penso sarà inferiore a quello del vaccino per l' influenza».
Il vaccino Pfizer-Biontech blocca solo i sintomi o anche la trasmissione del Covid?
«Mi aspetto che un vaccino in grado di prevenire anche la malattia lieve fino al 95% dei casi mostri anche un qualche impatto sulla prevenzione dell' infezione e della trasmissione. Però non abbiamo certezze al momento, avremo più dati in primavera».
La sperimentazione non ha riguardato i bambini e l' Ema infatti ha autorizzato il vaccino a partire dai 16 anni.
«Su nostra indicazione le aziende hanno l'obbligo di dotarsi di un piano di sperimentazione del vaccino in ambito pediatrico: verso la fine del 2021 avremo i primi risultati. Ricordiamoci peraltro che i bambini non sono soggetti ad alto rischio e almeno inizialmente non saranno coinvolti nelle campagne vaccinali».
Cosa raccomandate agli anziani con patologie pregresse?
«Per loro non c' è nessuna preoccupazione, lo studio sperimentale ha osservato gruppi con diverse patologie, ad esempio diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie: l'efficacia del vaccino su questi soggetti è uguale a quella del resto delle persone».
Gli allergici possono vaccinarsi senza paura?
«Sconsigliamo il vaccino se ci sono allergie o ipersensibilità ai suoi principi attivi e ai suoi eccipienti. Chi ha l' asma o è allergico al gatto o alle graminacee non avrà alcun problema, anche se consigliamo sempre di parlarne con il medico. Le allergie alimentari gravi che di per sé non rappresentano una controindicazione, vanno discusse con il medico perché potrebbero essere un segnale di ipersensibilità al vaccino».
Cosa consigliate alle donne incinte?
«Gli studi clinici hanno coinvolto un numero limitato di donne incinte, ma quelli sugli animali sono assolutamente incoraggianti e non mostrano problemi.
ricerca sul vaccino coronavirus
Considerando dunque che le donne incinte sono a rischio di Covid più severo della media, è importante permettere che possano ricevere il vaccino una volta definiti benefici e rischi con il medico».
Chi ha già avuto il Covid dovrà comunque vaccinarsi?
«La sperimentazione ha fornito dati limitati che non hanno mostrato protezione aggiuntiva nel breve termine, mentre quelli sulla sicurezza sono rassicuranti. Visto che molte campagne vaccinali non prevedono il test prima della somministrazione, non vediamo alcun problema di sicurezza nel dare il vaccino ad individui che hanno già contratto il virus. Non possiamo escludere che il vaccino possa fungere da richiamo e dunque possa contribuire ad una protezione sostenuta sul lungo periodo».
La variante inglese comprometterà il vaccino?
«Non lo sappiamo ancora, stiamo aspettando i dati di laboratorio ma abbiamo quelli delle aziende che dimostrano come diverse mutazioni nello spike non danneggiano l' efficacia del vaccino. Questo ci fa ben sperare, ad oggi non ci sono segnali negativi».
Il 6 gennaio arriverà anche il via libera Ema per Moderna?
«Sono ottimista, i dati su sicurezza ed efficacia di questo secondo vaccino sono molto positivi, sono in linea a quelli di Pfizer. Stesso discorso anche per gli eventi avversi, che sono lievi o moderati come dolore al momento dell' inoculazione, mal di testa e febbre».
AstraZeneca riuscirà ad ottenere il via libera in Europa entro il primo trimestre 2021?
«Se tutto andrà bene, sarà possibile farcela entro i primi mesi del 2021».