Lettera di Gianluigi Spata e dei presidenti degli Ordini provinciali dei medici della Regione Lombardia (FROMCeO) al “Fatto quotidiano”
MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA
Non è questo il momento dell' analisi delle responsabilità, ma la presa d' atto degli errori occorsi nella prima fase dell' epidemia può risultare utile alle autorità competenti per un aggiustamento dell' impostazione strategica (). Ricordiamo in generale come, a fronte di un ottimo intervento sul potenziamento delle terapie intensive e semi intensive, per altro in larga misura reso possibile dall' impegno e dal sacrificio dei medici e degli altri professionisti sanitari, sia risultata evidente l' assenza di strategie relative alla gestione del territorio ().
1) La mancanza di dati sull' esatta diffusione dell' epidemia, legata all' esecuzione di tamponi solo ai pazienti ricoverati e alla diagnosi di morte attribuita solo ai deceduti in ospedale. I dati sono sempre stati presentati come "numero degli infetti" e come "numero dei deceduti" (), mentre il mondo si chiede le ragioni dell' alta mortalità registrata in Italia, senza rendersi conto che si tratta solo dell' errata impostazione della raccolta dati (); 2) L' incertezza nella chiusura di alcune aree a rischio;
3) La gestione confusa della realtà delle Rsa e dei centri diurni per anziani, che ha prodotto diffusione del contagio e un triste bilancio in termini di vite umane (nella sola provincia di Bergamo 600 morti su 6000 ospiti in un mese); 4) La mancata fornitura di protezioni individuali ai medici del territorio e al restante personale sanitario. Questo ha determinato la morte di numerosi colleghi, la malattia di numerosissimi di essi e la probabile e involontaria diffusione del contagio (); 5) La pressoché totale assenza delle attività di igiene pubblica (isolamenti dei contatti, tamponi sul territorio a malati e contatti, ecc); 6) La mancata esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari ();
medico fa parlare un paziente con i parenti via skype
7) Il mancato governo del territorio ha determinato la saturazione dei posti letto ospedalieri (). La situazione disastrosa in cui si è venuta a trovare la nostra Regione, anche rispetto a realtà regionali viciniori, può essere in larga parte attribuita all' interpretazione della situazione solo nel senso di un' emergenza intensivologica, quando in realtà si trattava di un' emergenza di sanità pubblica. La sanità pubblica e la medicina territoriale sono state da molti anni trascurate e depotenziate (). La situazione al momento risulta difficile da recuperare () .
Per quanto riguarda gli operatori sanitari la proposta è di sottoporre tutti a test rapido immunologico, una volta ufficialmente validato, e, in caso di riscontro di presenza anticorpale (IgG e/o IgM), sottoporre il soggetto a tampone diagnostico. In caso di positività in assenza di sintomi () valutare la possibilità () di un' attività solo in ambiente Covid, sempre con protezioni individuali. (). Per quanto riguarda le attività non sanitarie sembra raccomandabile un' estesa effettuazione di test rapidi immunologici per discriminare i soggetti che non hanno avuto contatto con il virus, soggetti che si possono riavviare al lavoro.
Per i soggetti nei quali si rileva la presenza di immunoglobuline (IgG o IgM) sembra indicata l' esecuzione del tampone diagnostico. () La ripresa del lavoro dovrebbe essere subordinata all' effettuazione del test immunologico rapido di screening, non risultando in letteratura alcun termine temporale valido per la quarantena (). È evidente come tale procedura comporti un rilevante impiego di risorse, soprattutto umane, ed è altresì evidente come la stessa, al momento, sia l' unica atta a consentire la ripresa dell' attività lavorativa in relativa sicurezza.
A tale scopo Regione Lombardia dovrà mettere in campo tutte le risorse umane ed economiche disponibili. Naturalmente quanto sopra dovrà essere accompagnato dall' uso costante, per tutta la popolazione e in particolare nei luoghi di lavoro, di idonei comportamenti e protezioni. La ripresa potrà quindi essere solo graduale ().
È superfluo segnalare come qualsiasi imprudenza potrebbe determinare un disastro () FROMCeO raccomanda ai colleghi di non affidarsi a protocolli estemporanei non validati e ad attenersi alle indicazioni di AIFA e di Regione, utilizzando la massima cautela.
Nell' esprimere le considerazioni di cui sopra, FROMCeO ritiene di svolgere le proprie funzioni di organo sussidiario dello Stato ed esprime disponibilità ad un confronto costante con le Istituzioni preposte alla gestione dell' emergenza. Spiace rimarcare come tale collaborazione, più volte offerta, non sia ad oggi stata presa in considerazione.
Cordiali saluti.