Dagotraduzione dal Dailymail.com
Secondo il Wall Street Journal, l'azienda americana Johnson & Johnson ha contattato privatamente gli altri produttori di vaccini per chiedere loro di unire gli sforzi per la ricerca sui rischi di coaguli di sangue. Il quotidiano racconta che la J&J voleva creare un'alleanza con le altre aziende per comunicare con una sola voce benefici e rischi dei vaccini e dei coaguli di sangue. Ma solo AstraZeneca - che in Europa è da settimane al centro di una controversia sui rischi di coaguli del sangue - ha aderito. I dirigenti di Pfizer e Moderna, invece, hanno declinato l'invito. Il loro vaccino, ritengono le due aziende, è sicuro, e unirsi al progetto potrebbe macchiare la loro reputazione.
Il vaccino J&J è stato accolto come una svolta nella lotta al coronavirus perché prevede una sola dose e non deve essere conservato a temperature specifiche come quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna. La sua sospensione per via dei nove casi di pazienti colpiti da CVST (trombosi del seno venoso cerebrale) è stata un brutto colpo per gli americani.
Il CVST è un raro tipo di coagulo del sangue che blocca i canali del seno venoso del cervello e può causare emorragie. Si verifica in circa cinque persone ogni milione. In sei dei nove casi, la CVST si è verificata in combinazione con bassi livelli di piastrine nel sangue, patologia nota anche come trombocitopenia.
Allo stop di J&J fanno eco le preoccupazioni sul vaccino di AstraZeneca-University of Oxford. L'autorità europea del farmaco ha infatti dichiarato che potrebbe esserci un collegamento, anche se per il momento non ci sono prove.
Nonostante il rifiuto di Moderna e Pfizer, la pandemia ha portato a nuove alleanze nel campo farmaceutico. L'azienda francese Sanofi, avendo rinunciato al suo vaccino per via dei risultati deludenti, si è alleata a febbraio con la Pfizer per produrre quello statunitense. «Ci siamo chiesti come renderci utili nel presente, come partecipare allo sforzo collettivo per uscire da questa crisi il più rapidamente possibile» ha detto a Le Figaro l'amministratore di Sanofi Paul Hudson.
L'azienda Merck & Co ha messo a disposizione di J&J due dei suoi stabilimenti, uno per il confezionamento e uno per la produzione dei vaccini monodose.