bezos musk

BOTTE DA ORBITE - I PIÙ RICCHI DEL MONDO ORA SI FANNO LA GUERRA PER I SATELLITI: MUSK VUOLE AVVICINARE LA SUA COLONIA "SPACELINK" ALLA TERRA PER ASSICURARE IL COLLEGAMENTO INTERNET A TUTTI I CITTADINI DEL MONDO, MA BEZOS FRENA TEMENDO COLLISIONI E INTERFERENZE - DIETRO LO SCONTRO TRA I DUE SUPER MILIARDARI C'È LA SFIDA PER LA CONQUISTA DELLO SPAZIO, CHE PASSA DA LUNA E MARTE...

Anna Guaita per "Il Messaggero"

 

elon musk e jeff bezos

Mettere in orbita satelliti a 540 chilometri di altezza anziché 1100. La proposta verrebbe normalmente discussa nelle aule del governo federale, seguita da pochi addetti ai lavori, se non fosse che dietro la richiesta c'è l'uomo più ricco del mondo, Elon Musk, e a opporsi alla sua approvazione c'è il secondo uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos.

 

Quella che poteva essere una tenzone tutta scientifica ha così assunto toni spettacolari, che echeggiano quelli che videro la nascita stessa delle prime esplorazioni spaziali. Se negli anni Cinquanta e Sessanta la guerra era stata fra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, fra il comunismo e il capitalismo, oggi la sfida nei nostri cieli è fra i due massimi esponenti del capitalismo tecnologico.

 

elon musk

L'ultima lite fra Elon Musk e Jeff Bezos riguarda la colonia di satelliti che tutti e due intendono mettere in orbita intorno alla nostra Terra per assicurare il collegamento internet a tutti i cittadini del mondo. Si tratta di un investimenti di 10 miliardi di dollari ciascuno, con Musk più avanti rispetto a Bezos.

 

Il creatore di Tesla e di Space X ha in programma di mettere in orbita una colonia di 11 mila satelliti, che vanno sotto il nome di Spacelink e finora ne ha lanciati circa un migliaio, già in fase di beta test con clienti negli Usa, nel Regno Unito e in Canada.

 

jeff bezos

Bezos risponde con il Kuiper System, per il quale ha ottenuto il permesso di lanciare 3236 satelliti, in un'orbita a soli 540 chilometri, che dovrebbe garantire la velocità del segnale e assicurare ai clienti terrestri un collegamento internet stabile e veloce. Ma Musk ha presentato a sua volta la richiesta di trasferire più in basso i suoi satelliti, che ora sono a 1100 chilometri. Ed è scoppiata la guerra.

 

Una guerra tutta virtuale ovviamente, fatta di tweet e ricorsi. Bezos ha obiettato che la mossa creerebbe il rischio di collisioni e di interferenze fra i satelliti, con il risultato di un servizio di peggiore qualità per i clienti sulla terra. Musk ha twittato che «non è nell'interesse del pubblico limitare Starlink oggi a vantaggio di un sistema di satelliti che nella migliore delle ipotesi è lontano ancora degli anni».

 

Immediata la risposta di Bezos: «Chiaramente è loro interesse soffocare la competizione nella culla, ma di certo non è nell'interesse del pubblico». I satelliti sono solo l'ultimo palcoscenico su cui i due iper-miliardari si stanno scontrando nella loro ansia di essere i padrini dell'espansione nello spazio.

 

elon musk

LE PROSPETTIVE

Tutti e due immaginano un futuro non lontanissimo in cui gli umani vivranno non più solo sulla Terra. Musk sogna il Pianeta Rosso, Marte, con «colonie accoglienti, in cui gli uomini vivranno comodamente». «A chi mi dice che vuole andare a vivere su Marte - ribatte Bezos, che invece mira alla Luna -, io suggerisco di andare a vivere prima un anno in cima all'Everest».

 

I due si sono infatti conquistati i nomignoli di «la lepre e la tartaruga», tanto ha fretta Musk, tanto procede cauto Bezos. Ma il bello è che non sono poi così distanziati. Tutti e due intanto hanno fatto uno strepitoso passo avanti, che rende l'esplorazione spaziale molto più accessibile: hanno realizzato razzi in grado di decollare e anche tornare a terra, invece che essere mono-uso.

 

jeff bezos 2

Certo la SpaceX di Musk ha già creato un vettore con cui ha portato gli astronauti americani sulla stazione spaziale, e il volo verrà ripetuto due volte quest'anno, in primavera e in autunno, e se tutto andrà bene il vettore di diventerà ufficialmente il nuovo shuttle in servizio alla Nasa.

 

La società spaziale di Bezos, Blue Origin, ha dal canto suo realizzato potentissimi razzi in grado di decollare verticalmente e atterrare allo stesso modo. I motori di questi razzi, i BE-4 sono stati scelti dalla missione Vulcan Centaur che alla fine dell'anno dovrebbe atterrare sulla Luna, primo ritorno sul nostro satellite dal territorio Usa sin dai tempi del programma Apollo, nel 1972.

 

Space X e Blue Origin lavorano su decine di altri progetti, febbrilmente, in gara come lo furono l'Urss e gli Usa agli albori dell'esplorazione spaziale.

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