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Clima sempre più arroventato in Unicredit. Stavolta la guerra è tra il capo del comitato nomine della banca Stefano Micossi e il neo-nominato membro del cda (nonché presidente in pectore) Pier Carlo Padoan. I due non si piacciono (eufemismo) già a livello accademico, essendo due professori di economia con idee molto diverse. E ora la vedono in modo opposto anche sul futuro della banca.
L'ex ministro del Tesoro e deputato dimissionario del Pd (collegio di Siena) vuole che il cda si dia una mossa nella scelta del successore di Mustier. Un nome ce l'ha in testa: Marco Morelli, già in Mps, che chiuderebbe il cerchio delle nozze forzate con l'ex corazzata senese, oggi un fardello in mano allo Stato che si appresta a una nuova ondata di 3mila esuberi.
Micossi invece prende tempo e vorrebbe aspettare fino all'assemblea che approverà il bilancio, in primavera, per annunciare il nuovo amministratore delegato. Ruolo per cui vorrebbe una figura di maggior spessore e con un'esperienza più consolidata ai vertici del settore bancario italiano.
Morelli, a parte Montepaschi e un breve periodo in Intesa Sanpaolo, ha avuto soprattutto esperienza nelle banche d'affari americane (Jp Morgan e Merril Lynch). Il processo di selezione è in mano a Spencer Stuart: se nel caso di Padoan la nomina è arrivata per chiare pressioni politiche (punite dal mercato), per il CEO serve un processo più trasparente e ''verificabile''.
A mediare tra Padoan e Micossi ci pensa il vicepresidente Lamberto Andreotti, anche se il suo compito non è facilissimo: Padoan dal momento della nomina a oggi non ha mai messo piede negli uffici milanesi di Unicredit.
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