DEL RESTO LA LAGARDE L’AVEVA DETTO: “NON SIAMO QUI A RIDURRE GLI SPREAD” - A DUE ANNI DALLA GAFFE DELLA PRESIDENTE DELLA BCE, ABBIAMO CAPITO IL SIGNIFICATO: LA BANCA CENTRALE EUROPEA SI APPRESTA A RIALZARE I TASSI DI INTERESSE, COME GIÀ HA FATTO LA FED. E INFATTI LO SPREAD È TORNATO SOPRA 200 PUNTI BASE. UN AUMENTO CHE RISCHIA DI VANIFICARE IL RECOVERY FUND, E CHE PUÒ COSTARE ALLO STATO FINO A…
1 - SPREAD BTP-BUND: IN CALO SOTTO 200 PUNTI
(ANSA) - Il differenziale tra Btp e Bund è tornato sotto 200 punti, facendo segnare 199,1 intorno alle 14, rispetto ai 205,5 punti della chiusura del giorno precedente. Aveva sorpassato i 200 punti dal 6 maggio. Il rendimento del decennale italiano è sceso al 3,020%, rispetto al 3,22% della chiusura giorno prima.
2 - IL RENDIMENTO DEL BTP SOTTO IL 3%, PERDE 20 PUNTI BASE
(ANSA) - Il rendimento del Btp a dieci anni ancora in calo. Il tasso del decennale italiano perde venti punti base e scende sotto il 3% (2,96%). Lo spread tra il Btp e Bund cala a 196 punti.
SPREAD GENNAIO 2020 - MAGGIO 2022
3 - BTP, LA CORSA SENZA FRENI DEI RENDIMENTI: “ALLO STATO PUÒ COSTARE FINO A 40 MILIARDI”
Fabrizio Goria per “La Stampa”
Quasi 900 miliardi di euro ballano sulla testa degli italiani. E l'impatto della normalizzazione della politica monetaria da parte delle banche centrali globali, comprese Federal Reserve e Banca centrale europea (Bce), potrebbe costare fino a 39,42 miliardi di euro in più all'Italia.
christine lagarde con mario draghi
Il tutto al netto di ulteriori aumenti del rendimento del valore dei Btp. A oggi è questo il debito pubblico circolante, da qui al 2027, su cui si gioca il futuro economico del Paese.
La nuova normalità costa caro. Ma, come spiegato dagli analisti di Citi, «è corretto che si sia arrivati a questo punto». Dopo anni di tassi negativi, regime durato dal crac di Lehman Brothers del settembre 2008 a oggi, il ciclo economico ha virato. E i Paesi come l'Italia, che sconta una crescita anemica e un elevato debito pubblico, sono finiti sotto pressione.
carlo cottarelli foto di bacco (3)
La conseguenza più marcata si è notata sui rendimenti dei bond governativi emessi dal Tesoro. Come fa notare l'Osservatorio sui conti pubblici italiani guidato da Carlo Cottarelli, il rischio è che il conto finale sia elevato. E, almeno in teoria, tale da vanificare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che è attivo fino al 2026 per un controvalore netto di 192,5 miliardi di euro.
Gli extra costi sul debito, o meglio per rifinanziare il debito italiano che è in circolo, potrebbe ridimensionare gli sforzi finanziari dell'Ue. Entro l'aprile del 2027 sono in roll-over, ovvero in rifinanziamento, 892 miliardi di euro. E questo significa un incremento dei costi diretti per lo Stato italiano. «Complessivamente - fa notare l'Osservatorio guidato da Cottarelli - nei primi 5 anni la maggior spesa per interessi, per il rinnovo dei titoli in scadenza, sarebbe di 39,4 miliardi. Di questi, 36,7 sono dovuti al rinnovo di titoli e 2,7 al deficit».
Nello specifico, sono 39,42 miliardi. Tre miliardi nel 2022, 5,84 miliardi nel 2023, 8,29 miliardi nel 2024, 10,36 miliardi nel 2025 e 11,90 miliardi nel 2026. Per un ammontare complessivo che però potrebbe aumentare, dato che le stime si basano su un incremento di cento punti base (un punto percentuale) del rendimento dei bond italiani a dieci anni. Ulteriori aumenti potrebbero quindi far salire ancora il conto finale.
Sul fronte più operativo, i titoli di Stato hanno registrato fluttuazioni considerevoli. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi ha chiuso in rialzo a 205 punti, ritoccando una nuova volta i massimi dal maggio 2020. Di pari passo, il rendimento dei titoli italiani si è attestato al 3,142%, al livello più elevato da fine 2018, anche sull'onda della giornata nera di Wall Strett, dove il Nasdaq è arrivato a cedere il 4,29 per cento.