IL DRAGONE SGOMMA VERSO ERDOGAN – ANCHE LA CASA AUTOMOBILISTICA CINESE CHERY INVESTIRÀ IN TURCHIA, DOPO L’ACCORDO DA UN MILIARDO DI EURO STIPULATO LO SCORSO LUGLIO DA BYD, IL COLOSSO DELLE VETTURE ELETTRICHE – PECHINO HA SCELTO ANKARA ANCHE PERCHÉ È UN PAESE CHE HA UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA UE. E COSÌ PUÒ AGGIRARE L’OSTACOLO DEI DAZI EUROPEI – LA CINESE CHERY AVEVA TRATTATO ANCHE CON IL GOVERNO ITALIANO MA…
Estratto dell’articolo di Alberto Annicchiarico per “Il Sole 24 Ore”
CHERY – PRODUTTORE DI AUTO CINESE
La Turchia sarebbe vicina alla definizione di un investimento da parte della casa automobilistica cinese Chery, dopo aver raggiunto in luglio un accordo da un miliardo di dollari per un impianto di assemblaggio e un centro di ricerca e sviluppo con BYD, primo produttore globale di auto elettriche (a batteria e ibride plug-in).
Si tratta di una conferma degli ottimi rapporti tra Ankara e Pechino, che stanno portando a rafforzare i legami con i produttori di auto del Regno di Mezzo, alla ricerca di un ecosistema adatto a realizzare impianti in un Paese che ha un accordo di libero scambio con la Ue.
Recep Tayyip Erdogan Xi Jinping
Particolare non secondario, quest’ultimo, perché permette di aggirare l’ostacolo dei dazi europei, tariffe aggiuntive decise in giugno e riviste in agosto dalla Commissione ma la cui entità è ancora in corso di definizione (venerdì è atteso il primo voto Ue). Nel caso di BYD e Chery le tariffe previste sono pari al 17% e al 21,3% più il 10% esistente.
[…] Gli accordi di libero scambio tra l’Unione Europea e la Turchia sono regolati principalmente dall’Unione doganale Ue-Turchia, in vigore dal gennaio 1996. Questo accordo consente la libera circolazione delle merci industriali tra le due entità senza dazi doganali, ma stabilisce anche requisiti specifici riguardo all’origine dei prodotti.
La presidenza turca ha dichiarato che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il presidente di Chery International, Guibing Zhang, a margine di un evento a Istanbul. Ai colloqui ha partecipato anche il ministro dell’Industria e della Tecnologia Mehmet Fatih Kacir.
Chery, che quest’anno ha avviato una joint venture in Spagna e sta lanciando il suo brand Omoda in Italia, non ha commentato. Il primo esportatore cinese di automobili (da 21 anni consecutivi, poco meno di un milione nel 2023) è stato tra quelli papabili per trovare un accordo con il governo italiano. Ma al momento è Dongfeng Motor la casa del Dragone in fase più avanzata di discussione. Anche se le indicazioni politiche da Pechino, secondo indiscrezioni, sarebbero di temporeggiare, in attesa di capire l’esito del negoziato con la Ue sui dazi.
CHERY – PRODUTTORE DI AUTO CINESE
La Turchia oltre al vantaggio dell’Unione doganale con l’Ue può offrire un ecosistema molto sviluppato per l’automotive, con gli oltre trenta componentisti presenti. I costruttori sono già 8 (più che in Polonia o Repubblica Ceca), tra i quali Ford, Stellantis, Renault, Toyota, Hyundai, Mercedes-Benz (bus, camion) e la turca Togg. Il livello di istruzione è migliorato negli ultimi vent’anni (laureati triplicati a oltre 900mila nel 2023).
Il costo del lavoro è molto competitivo nei confronti dell’Est europeo: 4 dollari l’ora contro i 12 della Polonia (31 dollari in Italia e 46 in Germania, anno 2022, dati ILO, Eurostat via Bain & Company). Il compenso per manager e ingegneri (128mila dollari/anno) è inferiore a quello polacco (146mila) e slovacco (176mila), e meno della metà rispetto alla Germania (396mila). Ankara prevede l’assegnazione di terreni, ampie agevolazioni fiscali e diverse forme di supporto per gli investimenti in nuovi impianti di veicoli ibridi ed elettrici plug-in.
auto elettriche della cinese Byd
È richiesta una produzione minima di 150mila unità all’anno. Secondo i dati forniti dalle associazioni dei costruttori, la Turchia ha prodotto nel 2023 1,4 milioni di veicoli e potrebbe produrne fino a 2 milioni all’anno, per un terzo veicoli commerciali. […]
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