Emilio Randacio per “la Stampa”
Gucci, ma non solo. Nell' inchiesta milanese sulla presunta «esterovestizione» della griffe fiorentina, potrebbe presto finire anche la casa madre, il colosso parigino Kering. La società del magnate del lusso Francois Pinault (Saint Laurent, Bottega Veneta tra i tanti marchi controllati) viene infatti tirata pesantemente in ballo da un memoriale dell' imprenditore Carmine Rotondaro, ex operativo della società francese, da due anni fuori dal gruppo e, oggi, il grande accusatore di questa inchiesta.
Due settimane fa, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del pm Stefano Civardi, hanno effettuato una serie di perquisizioni nelle sedi milanesi e fiorentine di Gucci. L' ipotesi: una fittizia sede operativa a Cadempino, vicino a Lugano, con quella reale tutta concentrata in Italia. Se si calcola che il fatturato del marchio si aggira sui 650 milioni all' anno, l' imponibile sfuggito al fisco a partire dal 2010, è plurimiliardario. Per adesso, gli indagati sono gli ultimi due amministratori delegati del gruppo, Patrizio De Marco e Marco Bizzarri.
Nel corposo memoriale - ora messo a disposizione degli indagati -, vengono elencate un lungo elenco di operazioni create per pagare meno tasse. Non solo in Italia.
Rotondaro non è un testimone indiretto: allega nella sua ricostruzione mail aziendali, indica conti a Singapore, in Svizzera e particolari imbarazzanti su una delle multinazionali più importanti della moda. Dando credito a questa versione - alla base delle perquisizioni di inizio dicembre -, Di Marco, nel febbraio 2015 avrebbe ricevuto oltre 11 milioni di euro come buonuscita su un conto di Singapore di una non meglio specificata società Vandy international. Rotondaro allega anche i documenti bancari e afferma che tutte queste operazioni erano espressamente avallate dal top management di Kering.
Pinault e i suoi più stretti collaboratori in testa.
Lo stesso stipendio annuo da 8 milioni di euro riconosciuto all' attuale ad di Gucci, Bizzarri, risulterebbe essere volutamente erogato da una società lussemburghese per il 70 per cento, e solo con un gettone di presenza - il restante 30 per cento - viene erogato dalla «Guccio Gucci spa».
Una strategia questa presunta evasione - secondo questa ricostruzione che ha dato il via all' indagine della procura di Milano e all' iscrizione dei due indagati -, con una regia nella Kering Luxembourg, costituita nel 1999, e che secondo queste accuse, avrebbe un collegamento con l' associata Offshore Leaks e Panama Papers. Rotondaro fa anche i nomi di chi gestisce questo sistema vorticoso di miliardi - almeno svariate decine all' anno - che in Lussemburgo però, non avrebbero nessuna reale operatività.
Il metodo di ottimizzazione fiscale, vede a capo di tutto l' impero Kering, oltre a una lussemburghese anche una società madre con sede in Olanda. In realtà, per questa ricostruzione, c' è un unico schema, necessario per ottenere una fiscalità migliore rispetto a dove effettivamente vengono i prodotti del lusso da immettere sul mercato internazionale.
PINAULT FIGLIO E PADRE CASO GUCCI 1