Francesco Spini per "La Stampa"
Meno pressione nella concorrenza e una possibile tregua nella guerra dei prezzi. Un'eventuale fusione tra le attività italiane di Vodafone e Iliad - se i primi contatti dovessero condurre a qualcosa di concreto - potrebbe portare vantaggi anche al loro avversario numero uno: Tim.
Gli effetti del consolidamento finirebbero per rivalutare fin da subito la parte considerata di gran lunga più debole nella futura scissione dell'ex monopolista, ovvero quella relativa ai servizi. Uno scenario più favorevole, grazie alla fusione dei concorrenti, ne alzerebbe le valutazioni prospettiche.
Questo - secondo alcune interpretazioni - potrebbe, tanto per cominciare, mettere fuori gioco i 50,5 centesimi che il fondo americano Kkr ha comunicato di voler offrire - nella sua eventuale Opa - per ciascuna azione Tim, frutto di calcoli che valorizzano la parte servizi secondo il vecchio scenario competitivo.
Nel caso per restare in partita il fondo potrebbe essere costretto a un rilancio. In più una rivalutazione della parte servizi grazie a prospettive migliori del previsto potrebbe agevolare Cdp quando si tratterà di scambiare con Vivendi le azioni che avrà nella ServiceCo con quelle della società di rete (NetCo), ovvero la parte che interessa al braccio finanziario del Tesoro.
Quella che poi porterà a fondere con Open Fiber, di cui Cdp ha già il 60% del capitale, creando così la rete unica. Insomma, le indiscrezioni circolate nel fine settimana sulla combinazione italiana tra Vodafone e Iliad rischiano - se si confermeranno in passi concreti - di condizionare tutto lo scacchiere delle telecomunicazioni, a cominciare da Tim.
Intanto l'amministratore delegato Pietro Labriola, fresco di nomina, attraverso un video punta a motivare i dipendenti del gruppo. Si dice «emozionato» perché «è un onore, e al tempo stesso un orgoglio, poter ricoprire quest' incarico per una persona che, come voi, lavora in quest' azienda da 22 anni».
Punta al cuore dei colleghi raccontando la sua storia familiare. «Mia madre - dice - ha lavorato per anni come operatrice del call center in Tim, al servizio 12 come al servizio 10». Afferma quindi «da figlio» di sapere «cosa vuol dire avere la mamma che lavora» su turni e pure «a Natale, a Capodanno».
Quanto a Tim «la situazione non è certamente semplice», ammette, ma «insieme possiamo risolvere qualunque problema, qualsiasi complessità ha sempre delle soluzioni». Nel video Labriola accenna anche alla nuova strategia in via di preparazione. «Nelle prossime settimane continueremo lo sviluppo del piano industriale», che, conferma, sarà presentato «per il due di marzo».
Secondo il manager sarà «il piano della New Tim». La nuova Telecom, insomma. Cosa fare lo hanno suggerito anche molti colleghi di Labriola: «Trasparenza delle tariffe, miglioramento della qualità del servizio, offerta segmentata per i giovani. Ma parliamo anche di sviluppo di nuovi servizi». Nessuna parola sulla scissione proporzionale del gruppo, che si preannuncia come il punto forte della prossima svolta di Tim.
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