“LA GARANZIA DELLO STATO SI STA RIVELANDO UN OSTACOLO” – L'AZIENDA DI DANIELE GUERZONI HA UN FATTURATO IN CRESCITA E UN OTTIMO MERITO DI CREDITO, EPPURE LE BANCHE SI RIFIUTANO DI DARGLI UN FINANZIAMENTO DA 500MILA EURO: “NON OSO PENSARE COSA SUCCEDE AD AZIENDE MENO FORTUNATE DI NOI. LE BANCHE NON SANNO COME FARE. TUTTI MI DICONO DI ASPETTARE. MA COSÌ PERDIAMO QUOTA DI MERCATO CON I TEDESCHI E…”

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Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

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Un finanziamento da 500 mila euro - necessario per l' ampliamento della sede produttiva a Misano di Gera d' Adda, provincia di Bergamo - diventato impossibile. Nonostante un ottimo merito di credito, un fatturato che cresce da sei anni consecutivi e un settore, quello dell' elettromeccanica, considerato essenziale per la fornitura di motori e trasformatori elettrici. Neanche un giorno di stop con il Covid che mieteva vittime e «noi con la paura negli occhi ma consapevoli della responsabilità che avevamo per salvare l' azienda, noi stessi e i clienti per cui lavoriamo».

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Daniele Guerzoni, 44 anni, da sei al timone dell' azienda di famiglia dopo la morte del papà, una figlia piccola e un fratello di 34 anni al suo fianco, pensa che così il sistema delle piccole imprese italiano salti per aria. Per una questione di tempo. «La verità è che le banche non sanno come comportarsi. Ho girato tutti gli istituti di credito della mia zona. Mi dicono, attenda. Non sanno come fare, quanto finanziare e con quale tasso e la garanzia dello Stato si sta rivelando un ostacolo».

Gualtieri Conte Gualtieri Conte

 

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Daniele è un entusiasta, prima di Natale aveva convenuto con il fratello che bisognava rischiare perché «la tecnologia avanza dirompente e abbiamo bisogno di macchinari avanzati con tutti i crismi di Industria 4.0. Ci siamo guardati e abbiamo deciso: raddoppiamo la sede. Oltre 3 mila quadrati. Non ci ferma nessuno, neanche se il mondo si capovolta». Ed ecco che il mondo è finito sottosopra per davvero, con una pandemia dura, impronosticabile solo pochi mesi fa. Ma ora sarebbe il momento di investire.

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Il decreto dei primi di aprile sembra dare loro la spinta decisiva. «Ci siamo detti: ora o mai più. Tasso garantito al 2%, copertura dello Stato, una famiglia di 14 collaboratori».

Quello che è successo ai primi di marzo ci tiene a raccontarlo. «Ammetto che eravamo terrorizzati, ma ci siamo adoperati subito - racconta - Mascherine a prezzi esorbitanti, distanziamento immediato, grandissimo senso di responsabilità da parte di tutti, neanche un giorno di cassa integrazione».

riccardo guerzoni riccardo guerzoni

 

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Ora Daniele vorrebbe anticipare il futuro «altrimenti perdiamo quote di mercato con i tedeschi. Sull' elettromeccanica competiamo con loro tutti i giorni, non possiamo frenare ma se le banche non ci aiutano anche quando sanno che l' azienda è sostenuta da adeguati flussi di cassa, non oso pensare che cosa stia accadendo ad aziende meno fortunate di noi, in settori finiti sul lastrico». È un duro atto d' accusa, impostazione che condivide con l' Api di Confartigianato. Soprattutto anche Daniele rileva la necessità di finanziamenti a fondo perduto. «La gran parte delle piccole imprese non è capace di rientrare del debito nel giro di due anni - attacca Daniele -. Non si possono prendere prestiti per pagare le tasse perché di questo parliamo quando si pensa a che cosa fare con 25 mila euro».

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