Alessandro Da Rold per “la Verità”
vincenzo boccia e marcella panucci
Il ministero dello Sviluppo economico somiglia sempre di più a una succursale di viale dell' Asrtronomia, sede di Confindustria, tanto da ricordare gli anni di Federica Guidi. Non lo dicono gli uscieri, ma le nomine che il ministro 5 stelle, Stefano Patuanelli, sta perfezionando nelle ultime settimane. È di ieri l' altro la notizia della scelta di Elio Catania come consigliere per la politica industriale del ministero.
BEPPE GRILLO CONTRO ELIO CATANIA NEL 2011
Mentre nelle prossime settimane dovrebbe arrivare Marcella Panucci, ex direttore generale sotto la presidenza di Vincenzo Boccia, come segretario generale al posto di Salvatore Barca, amico dell' ex ministro Luigi Di Maio.
LUIGI DI MAIO E SALVATORE BARCA
L' incarico di Catania, si specifica nella nota, «è a titolo gratuito e avrà la durata del mandato governativo del ministro». Catania è un boiardo di Stato a tutto tondo, un collezionista di poltrone instancabile. A quanto pare da mesi è entrato nelle grazie di Patuanelli.
Il ministro è cresciuto nelle giovanili della Democrazia cristiana e con tutta probabilità ha colmato con la nomina dell' ex presidente di Atm, Ibm, Fs (ora è anche vicepresidente del Cnel) la nostalgia degli anni ruggenti della prima Repubblica.
Catania è stato anche presidente di Confindustria digitale, membro della Luiss, vicepresidente di Alitalia, ma è in Ferrovie dello Stato che ha con tutta probabilità lasciato il segno più evidente, cioè quello del fallimento.
A dirlo non è l' opposizione, ma Beppe Grillo, l' inventore del grillismo anti casta. Il comico genovese nel 2011 dedicò un post sul suo blog a Catania (è ancora visibile in Rete) dove definiva il neo senior advisor del ministro 5 stelle Patuanelli «il poveraccio».
Si legge: «Fu cacciato dalla presidenza delle Ferrovie dello Stato da Padoa Schioppa. Se ne andò con un buco di 465 milioni di perdite e con sette milioni di euro di buonuscita.
Per il successo ottenuto fu premiato con la poltrona di consigliere di amministrazione da Intesa San Paolo e con la presidenza dell' Azienda di Trasporti di Milano.
Pisapia lo ha licenziato dall' Atm. Catania non potrà più far fronte alle spese senza le remunerazioni da presidente e amministratore delegato tra i 366.000 e i 450.000 euro (fisso più variabile).
Dovrà accontentarsi dei gettoni come consigliere di amministrazione Telecom (110.000 euro annui più altri 100.000 per le funzioni nei comitati), di Intesa San Paolo (150.000) e della misera pensioncina Inps da 12.276 euro netti al mese. Doppie e triple cariche con pensione d' oro al seguito. In un momento di crisi questa è benzina sul fuoco». E poi Grillo si domandava. «Quanti sono i Catania d' Italia?».
Di sicuro sono molti, ma il principale segue ora la politica industriale del governo sostenuto proprio dal comico genovese. Le sorprese al Mise non finiscono qui. Si attende a breve la nomina a segretario generale di Marcella Panucci, che dopo 25 anni in viale dell' Astronomia, è stata accompagnata alla porta dal nuovo presidente Carlo Bonomi.
A prendere il suo posto in Confindustria è stata Francesca Mariotti, fidatissima di Bonomi, che manterrà un interim fino a dicembre.
Poi si dice potrebbe arrivare Stefano Firpo, che finita la sua parentesi proprio al Mise è ora in Intesa San Paolo: la sua candidatura è sostenuta da Alberto Bombassei. I ritardi della nomina della Panucci sono dovuti a quelli dei rinnovi dei vertici di Consap, dove Di Maio vuole piazzare l' amico Salvatore Barca, attuale segretario generale di Patuanelli.
A chiudere la ragnatela tra governo e Confindustria c' è poi Domenico Arcuri, attuale super commissario di Giuseppe Conte, fidanzato con l' ex vicepresidente di Confindustria Antonella Mansi. Nel frattempo Bonomi due giorni fa attaccava il governo chiedendo riforme. Risponderanno Catania e Panucci.
antonella mansi ANTONELLA MANSI STEFANO FIRPO
alberto bombassei foto di bacco (2)
stefano patuanelli foto di bacco (2)