MOLTO FUMO E TANTO ARROSTO – IL GRUPPO MACCAFERRI HA DEPOSITATO LA RICHIESTA DI CONCORDATO PER QUATTRO SOCIETÀ: IL DEBITO DELLA CONGLOMERATA AMMONTA A 750 MILIONI DI EURO – LA RICHIESTA RIGUARDA SOPRATTUTO LE SOCIETÀ DEL SETTORE ENERGETICO, E SERVE ANCHE PER NON GRAVARE SULLE ATTIVITÀ CHE TIRANO DI PIÙ, COME IL SIGARO TOSCANO E L’INGEGNERIA MECCANICA…
Francesco Rigatelli per “la Stampa”
gaetano maccaferri con la moglie barbara
Il Gruppo Maccaferri, una delle principali realtà industriali italiane, ha depositato ieri prima di pranzo al Tribunale di Bologna, dove ha sede, la richiesta di concordato per quattro sue società.
Martedì nell' udienza in camera di consiglio davanti alla quarta sezione civile, presieduta dal giudice Fabio Florini, si deciderà come procedere. L' opzione più probabile è la concessione di 180 giorni di tempo per presentare un nuovo piano industriale. Progetto a cui lavorano da tempo i dirigenti del gruppo presieduto da Gaetano Maccaferri, ex presidente di Confindustria Emilia-Romagna, e interamente di proprietà della famiglia bolognese.
Il problema nasce dal debito della conglomerata, che ammonta a 750 milioni di euro ed è ripartito tra Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Bper. Per smaltirlo il gruppo, composto da 32 società, prevede di focalizzarsi maggiormente su, l' ingegneria meccanica, quella elettrica e la lavorazione del tabacco.
Si dice Gruppo Maccaferri, ma la holding si chiama Società esercizi commerciali e industriali (Seci), cui fanno riferimento varie attività destinate a ridursi. Dall' ingegneria (Officine Maccaferri) alla meccanica (Samp), dall' immobiliare (Seci real estate) all' energia (Seci energia), dall' alimentare (Naturalia ingredients) al tabacco (Manifatture sigaro Toscano), senza dimenticare l' incubatore J cube. Il fatturato 2017 di Seci è di circa 1,3 miliardi.
Il concordato, che riguarda soprattutto le società del settore energetico, è stato richiesto anche per non gravare sulle attività principali. In particolare, i guai sono arrivati da investimenti nell' energia in Turchia e nel fotovoltaico in Brasile. Per fortuna sono poche le persone coinvolte in queste società. Dei 4.800 dipendenti del gruppo nel mondo, 3.300 lavorano per Officine Maccaferri e poche centinaia nelle realtà coinvolte dalla crisi.
Il giorno prima del concordato l' agenzia Moody' s ha messo sotto osservazione il rating B3 di Officine Maccaferri per un possibile downgrade. E sotto la lente è finito anche il rating del bond da 200 milioni in scadenza nel giugno 2021, il cui outlook è stato cambiato da stabile in sotto osservazione. Il timore degli analisti è che l' alto debito possa in ogni caso compromettere l' intero gruppo.
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