SONO CRAUTI AMARI PER I DIPENDENTI DI VOLKSWAGEN – DURANTE L’INCONTRO CON 20MILA LAVORATORI A WOLFSBURG, IL CEO DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO, OLIVER BLUME, HA CONFERMATO LA CHIUSURA DI DUE O TRE STABILIMENTI IN GERMANIA, LA RIDUZIONE DEL 10% DEGLI STIPENDI E I TAGLI DEL PERSONALE: “NON POSSIAMO VIVERE IN UN MONDO DI FANTASIA. IL CONTESTO CHE EVOLVE RAPIDAMENTE” – LE PAROLE DEL MANAGER SONO STATE ACCOLTE CON FISCHI E PROTESTE – I SINDACATI: “SENZA COMPROMESSI, SARÀ SCIOPERO A OLTRANZA”
Estratto dell’articolo di Alberto Annicchiarico per www.ilsole24ore.com
Il Gruppo Volkswagen si trova ad affrontare la crisi più profonda in 87 anni di storia, con il management che preme per adottare misure di ristrutturazione senza precedenti e i sindacati pronti a tutto. Durante l’incontro con circa 20mila lavoratori nella sede del gruppo a Wolfsburg, il ceo Oliver Blume ha lanciato messaggi molto netti, che hanno acceso un dibattito infuocato tra i dipendenti.
Blume, in fondo, ha ribadito quanto sostenuto dall’azienda nelle ultime settimane: la chiusura di impianti (da due a tre, in Germania) e i tagli salariali (stimati al 10% tra i 120mila dipendenti del cosiddetto Brand group core, che comprende il marchio Vw, Skoda, Seat, Cupra e i veicoli commerciali) sono, secondo lui, passi obbligati per garantire la sopravvivenza del primo costruttore automobilistico europeo in un mercato globale reso sempre più competitivo dalla transizione verso l’auto elettrica. «Non possiamo vivere in un mondo di fantasia. Le nostre decisioni devono tener conto di un contesto che evolve rapidamente», ha dichiarato.
SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN
Blume ha ricordato la minaccia rappresentata dai nuovi concorrenti, in particolare cinesi. Proprio in Cina, da decenni mercato unico che versa nelle casse del gruppo un terzo degli utili, il primo costruttore automobilistico europeo ha visto crollare la propria quota di mercato da poco meno di un quinto al 14% negli ultimi cinque anni.
Il capo azienda ha puntato il dito contro i costi salariali in Germania, giudicandoli troppo alti per consentire al gruppo di reggere il passo con una concorrenza in forte crescita. Le sue parole sono state accolte con dure critiche dai lavoratori presenti, tra fischi e proteste. Anche quando ha tentato di tendere la mano alla platea, ricordando quanto Wolfsburg gli sia «vicina al cuore», ha trovato solo scetticismo e diffidenza.
SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN
Ma Blume non ha ceduto: ha ribadito che, per restare competitivi, soprattutto in Cina, servono misure drastiche. Non è sufficiente il taglio dei costi di 1,5 miliardi offerto dal sindacato, che comprende la riduzione dei dividendi, la riduzione dei bonus e l’accantonamento degli aumenti salariali chiesti (ma congelati) in un fondo per pagare eventuali licenziamenti e riduzioni di turni.
Anche il ministro del Lavoro, Hubertus Heil, è intervenuto, affermando che Vw dovrebbe trovare una soluzione equa, che non preveda licenziamenti forzati. Il partito di Heil, i socialdemocratici, è nel bel mezzo della campagna elettorale […]
Il leader del Consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, ha escluso categoricamente licenziamenti e chiusure, sottolineando che «i sacrifici devono essere condivisi, anche dal top management e dagli azionisti». Ha chiesto un approccio più equo e ha avvertito che, senza compromessi, le trattative rischiano di arenarsi. Il nuovo round di incontri inizia il 9 dicembre.
Cavallo è stata chiara: o si trovano soluzioni condivise, o le tensioni cresceranno. I sindacati sono pronti a scioperi prolungati, se non addirittura a oltranza, qualora non si registrassero progressi. Ha anche invitato il governo tedesco a intervenire con urgenza, criticando l’immobilismo politico in attesa delle elezioni di febbraio. «Non possiamo più aspettare, è il momento di agire per rilanciare l’economia del nostro Paese», ha avvisato Cavallo. […]