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TRIVELLA TREVI - DOPO AVER TRIVELLATO MEZZO MONDO, LA FAMIGLIA TREVISANI SI È FATTA SCAPPARE LA MANO, CON IL RISULTATO DI SCAVARE ALTRI BUCHI, MENO PIACEVOLI, QUELLI NEI CONTI DEL LEADER MONDIALE NELL’INGEGNERIA DEL SOTTOSUOLO. MA ALLA SOPRAVVIVENZA DELL’AZIENDA, I TREVISANI SEMBRANO PREFERIRE LA MESSA IN SICUREZZA DEL GRUZZOLO FAMILIARE. UN GIOCO PERICOLOSO CHE POTREBBE FAR SALTARE IL BANCO E PORTARE L’AZIENDA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA, CON TANTI SALUTI AI 7 MILA DIPENDENTI

Trevi Group, ad Trevisani

DAGOREPORT

Trivella Trevi. Dopo aver trivellato mezzo mondo (dalla Diga di Mosul al gigantesco ponte tra Hong Kong e Macao, ci sono opere che non avrebbero visto la luce senza il contributo dell’italica Trevi) la famiglia Trevisani si è fatta scappare la mano, con il risultato di scavare altri buchi, meno piacevoli, quelli nei conti del leader mondiale nell’ingegneria del sottosuolo, portando la società sulla soglia del concordato preventivo. E ora, non paghi, i fratelli cesenati stanno tentando di crearne altri,  nelle tasche degli altri azionisti corsi in aiuto, e dei dipendenti, oltre 7.000, per un gruppo che fattura un miliardo.

 

Come spesso accade, infatti, l’appetito vien mangiando, e la famiglia Trevisani dopo aver creato uno dei gioielli dell’ingegneria italiana e averla quotata in Borsa, l’ha quasi distrutta, portandola in un buco nero di 700 milioni di debiti, facendo così tremare non solo i dipendenti, ma anche gli azionisti, fra cui figurano Polaris e la Cdp di Fabrizio Palermo.

Stefano Trevisani AD-Gruppo-Trevi

 

Vista la malaparata, questi ultimi e le banche hanno trovato un accordo, che passa per un aumento di capitale e lo stralcio dei debiti da parte degli istituti di credito. Tutto sembrava avviato ad una conclusione felice ma ieri la famiglia ha cercato di giocare la carta della disperazione: una richiesta – già ritenuta irricevibile per le banche – di valorizzare la propria quota azionaria, con l’obiettivo di indebitarsi ulteriormente e seguire l’aumento di capitale.

 

In sostanza, alla sopravvivenza dell’azienda, i Trevisani sembrano preferire la messa in sicurezza del gruzzolo familiare. Un gioco pericoloso, visto che la richiesta potrebbe far saltare il banco e portare l’azienda in amministrazione straordinaria, con tanti saluti ai 7 mila dipendenti.

 

TREVI, LA FAMIGLIA VUOLE CAMBIARE CDA PER NON RESTARE FUORI DALLA RISTRUTTURAZIONE. E' SCONTRO CON LE BANCHE SULLA MANOVRA DI SALVATAGGIO

Andrea Montanari - https://www.milanofinanza.it/news/trevi-la-famiglia-vuole-cambiare-cda-per-non-restare-fuori-dalla-ristrutturazione-201906241632585461

 

CDP GAS

 

Ennesimo colpo di scena per Trevi . Il lungo e complicato processo di risanamento del gruppo cesenate attivo nel settore delle perforazioni del sottosuolo registra una nuova puntata nel complesso rapporto tra la famiglia Trevisani, primo azionista con oltre il 30% del capitale, e il sistema creditizio. Perché, come annunciato oggi, "Trevi  Holding, ammessa alla procedura di concordato preventivo con riserva, in qualità di socio di Trevi  Fin, ha ottenuto l'autoizzazione da parte del Tribunale competente di convocare un'assemblea di Trevi  Fin per la revoca degli amministratori e la contestuale nomina del nuovo cda", si legge in una nota della società capogruppo.

 

Un passaggio delicato che rischia di scombussolare i piani definiti dal management del gruppo industriale, a partire dal chief restructuring officer, Sergio Iasi, che prevedono un aumento di capitale da 130 milioni, la conversione di gran parte del debito bancario (vicino ai 700 milioni), fino a un massimo di 310 milioni, la vendita delle controllate Drillmec e Petreven, l'ottenimento di nuove linee di credito e il consolidamento e riscadenziamento dell'indebitamento residuo.

 

trevi costruzioni

"La richiesta di sostituzione", spiega una not diramata oggi da Trevi  Holding, "trova motivazione nel deficit di legittimità, a giudizio di Trevi  Holding, della manovra finanziaria e del correlato aumento di capitale connessi all'operazione di rafforzamento patrimoniale e alla ristrutturazione dell'indebitamento del gruppo Trevi  ipotizzata dalla maggioranza dell'attuale cda".

 

Per tale ragione, la finanziaria della famiglia Trevisani - che nel frattempo ha perso anche il controllo dei cantieri navali Del Pardo - "intende procedere alla sostituzione degli amministratori di Trevi  Fin auspicando che il nuovo board possa seguire, a fronte delle necessarie nuove determinazioni dei soci in assemblea straordinaria, nella finalizzazione della manovra finanziaria con la modifica dell'attribuzione di un valore dell'equity preesistente sulla stessa".

FABRIZIO PALERMO

 

Contestualmente, però, Trevi  Holding "conferma la piena adesione alla manovra di risanamento per quel che concerne la composizione del cda" della società controllata quotata a Piazza Affari.

 

Ma la scelta, inattesa e imprevista, fatta dai Trevisani rischia di spiazzare il mercato e le banche, pronte invece a sostenere il processo di ristrutturazione non facile ma già approvato e autorizzato e comunicato dal gruppo quotato nei mesi scorsi. Per questo il ceto creditizio potrebbe anche vedere come gesto ostile quello comunicato oggi da Trevi  Holding. Anche perché il piano prevede la forza diluizione dei Trevisani nel capitale della società dove invece avranno ruoli rilevanti gli stessi istituti di credito, Polaris e la Cdp tramite Fsi Investimenti.

 

Secondo alcune interpretazioni, questa mossa a sorpresa, appare come un tentativo della famiglia di imprenditori romagnoli di prendere tempo per trovare risorse, al momento non a disposizione, per partecipare alla ricapitalizzazione. Ma così facendo si rischia di rallentare in maniera sensibile il delicato intervento finanziario di risanamento e messa in sicurezza finanziaria.

 

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