UN RAM-POLLO LIBERATO - L’EREDE DELL’IMPERO SAMSUNG TORNA IN LIBERTÀ: HA SGANCIATO 3,3 MILIONI DI DOLLARI A UNA SCIAMANA NEL CUORE DELLA (EX) PRESIDENTE COREANA, MA IL GIUDICE HA IN PARTE ACCOLTO LA SUA VERSIONE, OVVERO CHE SI TRATTASSE DI UN’ESTORSIONE. È LA STORIA PIÙ VECCHIA DEL MONDO: È IL POLITICO CHE PRETENDE I SOLDI O L’IMPRENDITORE CHE LO TENTA?
Antonio Fatiguso per l’ANSA
Pena per corruzione e frode dimezzata a 2 anni e mezzo, e sospesa per quattro anni: Lee Jae-yong, vice presidente ed erede della famiglia fondatrice del colosso Samsung Electronic, può tornare dopo la scarcerazione al comando della conglomerata che vale il 20% dell'export sudcoreano.
L'appello alla sentenza di primo grado di agosto, che aveva condannato il manager a 5 anni di reclusione nell'ambito dello scandalo alla base dell'impeachment di marzo 2017 della ex presidente della Repubblica Park Geun-hye, ha ridotto la portata dell'impianto accusatorio e rilanciato l'irrisolta questione dello strapotere dei "chaebol", i grandi gruppi a controllo familiare che operano come uno Stato nello Stato. Lee, 49 anni, fu arrestato il 17 febbraio scorso con cinque contestazioni, tra cui corruzione, truffa e fondi neri esteri, e l'accusa di aver offerto o promesso 43,3 miliardi di won a Park e alla confidente "sciamana" Choi Soon-sil, alla cui figlia 22enne Chung Yoo-ra sponsorizzò le costose lezioni di equitazione.
L'Alta Corte di Seul ha concordato con l'addebito di quest'ultimo caso e di frode (da 3,31 milioni di dollari e non 7,2), ma ha escluso che Lee avesse cercato qualsiasi sostegno dalla ex presidente. L'aiuto dato alla confidente di Park era "una passiva compiacenza al potere politico", ha affermato il presidente del collegio Cheong Hyung-sik. "Park minacciava i top manager di Samsung Electronics", mentre Lee commise "un atto corruttivo, consapevole della sua natura, a favore della figlia di Choi, ma incapace di rifiutare".
Provato dopo quasi un anno di carcere, Lee, nelle prime parole da uomo libero, si è scusato per aver mostrato il suo "lato peggiore", aggiungendo che gli ultimi mesi sono stati l'occasione "per guardare indietro a se stesso". Con una ricchezza personale di circa 10 miliardi di dollari, il manager è stato liberato a pochi giorni dalle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, fortemente voluti dal padre Lee Kun-hee, condannato nel 2009 e poi graziato per evasione fiscale, restando presidente di Samsung malgrado i gravi problemi di salute per l'infarto che lo colpì nel 2014. Eppure, dall'arresto di Lee, i titoli in Borsa a Seul di Samsung Electronics si sono apprezzati del 46%, sulla spinta di risultati di bilancio da record di trimestre in trimestre grazie alla domanda di microchip. In attesa del verdetto, le azioni sono oggi scese di oltre il 3% prima di chiudere a +0,46%.
park geun hye con jay y lee di samsung
Su di lui ricadranno le scelte strategiche di lungo periodo e i settori su cui spingere e investire sapendo che il gruppo è leader mondiale su semiconduttori e smartphone. Ma dovrà anche controllare le insidie del ricorso alla Corte Suprema "per far cadere le ultime contestazioni", ha affermato il suo avvocato Lee In-jae. La vicenda ripropone la questione della riforma dei 'chaebol'.
Il presidente Moon Jae-in, eletto lo scorso anno, ha vinto sulla promessa di misure radicali per tagliare i legami tra governo e corporation che in passato hanno alimentato la corruzione. La condanna di Lee ripete un copione già visto: apparente durezza con una condanna esemplare, seguita dalla indulgenza.
PARK GEUN HYE SULLA COPERTINA DEL TIME Park Geun hey presidente Corea