angela merkel olaf scholz

WÜRSTEL MIT CRAC - ORA CHE RISCHIA LA RECESSIONE, LA GERMANIA VUOLE SPENDERE, PERCHÉ SE NON FA DEFICIT SPROFONDA. IL MINISTRO DELLE FINANZE SCHOLZ È OSSESSIONATO DALLO “SCHWARZE NULL”, IL PAREGGIO DI BILANCIO, MA NEL PAESE E IN PARLAMENTO INIZIANO A EMERGERE VOCI DISSONANTI – CON LA SCUSA DELLA GREEN ECONOMY E DEL TENTATIVO DI ARGINARE I VERDI, IL RIGORE DI BILANCIO NON È PIÙ UN MANTRA

Antonio Grizzuti per “la Verità”

 

ANGELA MERKEL

Ormai il re è nudo. La Germania è sull' orlo della recessione, non quella tecnica ma quella vera. E stavolta non è il solito allarmismo per creare sensazione, bensì un mood largamente condiviso dagli economisti. È notizia di ieri che, complice la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina e l' imminente Brexit, le esportazioni tedesche sono in crollo verticale. Lo confermano i dati diffusi ieri da Destatis, l' ufficio federale di statistica, che attestano come nel mese di giugno i volumi verso l' estero si sono fermati a 106,1 miliardi di euro.

 

Olaf Scholz nuovo ministro delle Finanze

La contrazione si fa sentire non solo rispetto al mese precedente (-0,1%) ma anche e soprattutto in confronto al 2018, rispetto al quale le esportazioni sono calate addirittura dell' 8%. Gli scambi sono diminuiti sia verso i Paesi europei (-6,2%) che verso quelli extra Ue (-10,7%). Scende anche il saldo della bilancia commerciale: 16,8 miliardi a giugno (-18,4% rispetto a maggio) e 109,9 miliardi complessivi nel primo semestre (-10,2% rispetto ai primi sei mesi del 2018).

 

Volker Treier

Il de profundis sull' export viene intonato appena pochi giorni dopo l' annuncio, a inizio settimana, dei disastrosi dati provvisori sulla produzione industriale di giugno (e non è un caso isolato, anche in Francia sta ruzzolando), calata dell' 1,5% rispetto al mese precedente e addirittura del 5,2% rispetto allo stesso mese dell' anno precedente. Numeri che gettano ombre minacciose sull' andamento della locomotiva tedesca e sul pattern mercantilista sposato da Berlino. Preoccupati di questo trend negativo i vertici della Camera di commercio (Dihk): «Se dovessimo chiudere l' anno a zero - e dunque portare a casa il peggiore risultato dalla crisi finanziaria a oggi - sarebbe già un successo, considerato che la situazione globale è carica di crisi e conflitti».

 

angela merkel annegret kramp karrenbauer 3

Fino a oggi la Dihk stimava per il 2019 una crescita dell' 1,2%, perciò le nuove dichiarazioni rappresentano una pericolosa marcia indietro. «L' aumento del protezionismo e la debole economia globale», ha dichiarato il presidente Volker Treier, «stanno colpendo duramente l' economia tedesca», aggiungendo che ora le aziende hanno bisogno di «nuovo slancio» da attuare tramite «l' espansione delle infrastrutture, la riforma fiscale sulle imprese e progressi nello snellimento della burocrazia».

 

OLAF SCHOLZ

Un messaggio ben preciso all' esecutivo federale ma soprattutto al ministro delle finanze Olaf Scholz. La cui ossessione sembra essere una sola: lo Schwarze Null, vale a dire il pareggio di bilancio, obiettivo inseguito con devozione quasi idolatrica non solo da Scholz ma anche da buona parte della politica tedesca. Quello zero spaccato non rappresenta semplicemente un numero, piuttosto un feticcio da agitare come cifra del valore di un' intera nazione. Peccato che questa politica di autostrangolamento rischi ormai di diventare il motore immobile di una crisi economica le cui conseguenze, com' è facilmente intuibile, finirebbero inevitabilmente per ripercuotersi a cascata sull' intero continente.

angela merkel giovane

 

A giudicare dal tenore del dibattito politico, tuttavia, Scholz stavolta rischia seriamente di rimanere con il cerino in mano. «Più deficit» è il nuovo mantra che ha iniziato a circolare tra le aule del Bundestag con sempre maggiore insistenza. In questi ultimi giorni alcuni autorevoli esponenti dell' Spd, alleato indispensabile dell' esecutivo Merkel, sono stati tra i primi a recitarlo. Non bisogna dimenticare che i socialdemocratici vantano (almeno a loro dire) un credito nei confronti della cancelliera, dal momento che considerano la scelta di candidare il criticatissimo ex ministro della Difesa Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea una mossa tutt' altro che condivisa con l' alleato di governo.

 

ursula von der leyen

Certo, in palio c' è anche la leadership del partito e la conseguente necessità di riscattare il pessimo risultato alle elezioni europee. Ma ormai il concetto è sdoganato: se la Germania vuole tornare a crescere deve infrangere il tabù del pareggio di bilancio e tirare fuori i soldi per gli investimenti. Dichiarazioni in questo senso sono state rilasciate non solo da diversi candidati alla presidenza del Spd, ma anche da economisti del calibro di Michael Huther, direttore del prestigioso think tank Iw. «Il freno all' indebitamento non è abbastanza flessibile per far fronte alle esigenze di investimento in termini di infrastrutture, servizi locali e protezioni del clima», ha dichiarato proprio ieri Huther. Sulla stessa lunghezza d' onda anche il presidente dell' Istituto di ricerca economica Diw Marcel Fratzscher, il quale ha definito il limite al deficit «una sciocchezza che nuoce alla Germania».

 

trichet

Nel tentativo di tamponare l' ascesa dei Verdi e Incalzata dagli alleati di governo, frau Merkel è tentata di sconfessare Scholz e finanziare in deficit l' agenda green. E per la sezione «lacrime di coccodrillo», arriva Jean-Claude Trichet che intervistato da Handelsblatt invita Berlino ad attuare «una politica fiscale più attiva, a vantaggio delle infrastrutture pubbliche e per rafforzare la domanda». Non c' è che dire, una bella faccia tosta per uno che solo qualche anno fa definiva l' austerità una «politica di saggezza».

URSULA VON DER LEYENangela merkel ha un malore durante la visita del capo di stato ucraino zelensky a berlino 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…