01 Mar 18:40

CAFONALINO - A 30 ANNI DALL'ULTIMA GRANDE MOSTRA TORNA A. ROMA "IL DIVINO GUIDO": INAUGURATA ALLA GALLERIA BORGHESE UNA MERAVIGLIOSA, IMPERDIBILE ESPOSIZIONE CON 30 OPERE DI GUIDO RENI, TRA CUI CAPOLAVORI COME "LA CROCIFISSIONE DI SAN PIETRO" E "LA STRAGE DEGLI INNOCENTI" - LA DIRETTRICE DEL MUSEO, FRANCESCA CAPPELLETTI, HA ACCOLTO LA FIRST LADY LAURA MATTARELLA, IL MINISTRO BIANCHI, PIETRO SALVINI, MASSIMO GILETTI, IL MANCIO, ANMNA COLIVA, DAGO E… - FOTO

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Edoardo Sassi per il “Corriere della Sera”

mostra di guido reni alla galleria borghese (2)

Per secoli bastava il solo nome di battesimo, Guido. Seguito o meno da quel diffuso appellativo che il grande pittore bolognese condivise, niente meno, con Raffaello: il divino. Questo per ricordare quanto Guido Reni (1575-1642) sia stato, per dirla in termini moderni, una superstar dell'arte fin dalla sua apparizione e per tutto l'Ottocento almeno. Tra i più ammirati.

massimo giletti e francesca cappelletti foto di bacco

E tra i più pagati, anche più del suo eterno contraltare, Caravaggio, di cui l'Italia ancora nel 900 lasciava andar via capolavori trattenendo però le opere del divino. Poi, complici gusto e mode cangianti, se non proprio l'oblio, la forte cristallizzazione di Reni in un ruolo che dal XX secolo lo relegherà sempre più a defensor fidei, il pittore alfiere del vento controriformistico, creatore apollineo di santi e divinità con occhi rivolti al cielo.

marco ferrante con la moglie raffaella foto di bacco

Tanto più paradossale per un artista tra i più sensuali e ambigui della storia, tormentato, anche, da debiti di gioco.

Son passati più di trent'anni dall'ultima grande mostra italiana di Guido Reni. Fino a ieri, quando la Galleria Borghese ha inaugurato, a cura della direttrice del museo, Francesca Cappelletti, Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura.

luigi ficacci luisa morozzi foto di bacco

Un'esposizione con trenta opere tra cui non pochi capolavori. Altre due ne seguiranno, da qui al 2023, a Francoforte e al Prado, per quella che pare dunque una vera e propria stagione di riscoperta nel segno del bolognese.

lavinia biagiotti con la nipote giulia foto di bacco (2)

La mostra della Borghese muove dall'acquisizione (fine 2020) di un importante paesaggio da parte del museo romano, Danza Campestre, appartenuto a Scipione Borghese e ritrovato sul mercato.

laura mattarella cosimo comella anna coliva foto di bacco (1)

Una tela - nobildonne e villici ritratti insieme al suono di viola e liuto, con una magistrale raffigurazione di natura sullo sfondo: specchi d'acqua, velature crepuscolari (i celebri, magnifici blu di Reni), due mosche dipinte in trompe-l'oeil posate sul quadro - che rivela la consuetudine e la maestria di Guido con un genere, il paesaggio appunto, in precedenza sottostimato.

l ambasciatore spagnolo alfonso dastis con la moglie marisa foto di bacco

Al fianco della Danza una serie di opere affini, di Reni e di maestri coevi. Ma soprattutto, al pianterreno della Galleria, una spettacolare infilata di pale d'altare e quadri di straordinaria potenza, ascrivibili al periodo romano del pittore e che rimandano a prestigiose committenze: Sfrondati, Aldobrandini, Borghese, Costa...

laura mattarella cosimo comella anna coliva foto di bacco (2)

Capolavori come La crocifissione di san Pietro, Il martirio di santa Caterina, dove Guido anticipa di secoli gli esiti di tanta pittura «Novecento», La strage degli innocenti, opera somma cui guarderà Picasso per Guernica, Atalanta e Ippomene (versione Capodimonte), gioiello di quella grazia e musicalità per cui Reni diverrà ricco e idolatrato, fino a Lot e le figlie, quadro in arrivo dalla National Gallery di Londra, sapientemente collocato nella stessa stanza dove la Borghese conserva i suoi sei Caravaggio. Per un dialogo, ravvicinato e assai suggestivo, tra il divino e l'eterno rivale.

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