Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Andrea Nebuloso per www.ilmessaggero.it
Da un centenario all'altro. Il Circolo Canottieri Roma dopo aver festeggiato per tutto il 2019 i primi cento anni della loro storia, ieri sera ha organizzato un evento per omaggiare un grande protagonista del cinema italiano che il prossimo 20 gennaio celebra proprio un secolo della sua nascita. È stata presentata, infatti, nella sede di Lungotevere Flaminio una straordinaria mostra fotografica, intitolata Federico Fellini - L'unico vero realista è il visionario dedicata a uno degli autori più eclettici, poetici e visionari dell'arte cinematografica.
Una vera e propria miniera di ricordi allestiti grazie alla collaborazione con il laboratorio fotografico professionale Il Colore di Tommaso Mariani che ha messo a disposizione del Circolo immagini di scena dai set del grande regista romagnolo delle quali alcune mai precedentemente esposte.
Un evento irripetibile che ha richiamato più di cento ospiti accolti dal presidente del Canottieri Roma, Massimo Veneziano e dal consigliere alla manifestazioni, Edmondo Lello Mingione. Proprio quest’ultimo ha dato il via alla serata chiedendo al giornalista Franco Mariotti, per oltre trenta anni responsabile stampa di Cinecittà, un ricordo del regista.
Storie e aneddoti che sono stati anche al centro degli interventi di Antonella Lualdi, in completo bianco panna e accompagnata dalla figlia Antonellina Interlenghi, e del musicista Lino Patruno che ha voluto omaggiare il regista con un cappello di felliniana memoria. Non ha voluto mancare all’appuntamento anche la presidente della fondazione Cinema per Roma, Laura Delli Colli, che è rimasta ad ammirare per lungo tempo le immagini dei più grandi capolavori del maestro riminese che scorrevano su maxischermi all'interno della grande sala trasformata per una sera in uno spazio museale.
lino patruno ricorda federico fellini foto di bacco
Tanti invece, come il manager Antonio Flamini e un gruppo di affascinanti ragazze, ne hanno approfittato per scattare foto alle istantanee più uniche che rare appese alle pareti. Ricordi che anche lo stesso Federico avrebbe ammirato con soddisfazione.
2 – LA ROMA DI FELLINI
Leonetta Bentivoglio per “la Repubblica - Roma”
Omaggio romanissimo a Federico Fellini. In vista del suo super-celebrato centenario, 20 gennaio, stiliamo una mappa dei suoi luoghi di Roma più ricorrenti ed emblematici.
"La dolce vita" non sarebbe tale senza Fontana di Trevi, iperbolica magia barocca che accoglie l' episodio più famoso del film: l' immersione nella fontana compiuta dall' abbagliante Anita Ekberg. Sedotto dalla sirena, il protagonista Marcello (Mastroianni) la segue in acqua come ubriacato dalla sua bellezza. Nella stessa pellicola risplende Piazza del Popolo, dove Marcello e Maddalena (Mastroianni e Anouk Aimée) rimorchiano una prostituta per tedio e voglia di trasgressione. Altro simbolo de "La dolce vita" è Via Veneto, mito anni ' 60 scandito da paparazzi, incontri nei caffè e un ciondolante " demi- monde" capitolino. Fellini la ripercorre ne " Le notti di Cabiria", quando la puttana che dà il nome al film ( Giulietta Masina) si mischia con signore della notte che hanno tariffe ben più alte delle sue.
Passeggiando fellinianamente per il centro ci imbattiamo in Trinità dei Monti: gli sposini del film " Lo sceicco bianco", Oscar ( Leopoldo Trieste) e Wanda ( Brunella Bovo), ne ammirano l' imponenza da una pensione in Via Sistina. Un altro itinerario de " Lo sceicco" è Via 24 maggio, indirizzo dello studio in cui Wanda va a tentare di conoscere l' eroe dei suoi sogni, cioè Alberto Sordi nel ruolo di un divo dei fotoromanzi.
Una terra di nessuno affollata e caotica che emerge spesso nel cinema di Fellini è la Stazione Termini. Figura ne " Lo sceicco bianco" (è il primo approdo del viaggio di nozze), ne " I vitelloni" ( Franco Interlenghi vagheggia di fuggire dalla provincia a Roma e sbarca finalmente a Termini) e ne "Le notti di Cabiria" (lì le dà appuntamento il mascalzone che l' abbindola brutalmente). L' avventura di un alter- ego del regista nella capitale, narrata in " Roma", comincia col suo arrivo in treno. E in " Ginger e Fred" l' anziana Masina giunge nell' infernale ressa della stazione quando si reca a Roma per esibirsi in tivù col suo storico partner Mastroianni.
Il trionfo spaziale di Piazza San Pietro è stato una calamita per Fellini, che vi ambientò il finale dello " Sceicco bianco". " La dolce vita" si apre con una prospettiva panoramica di San Pietro: Marcello sta volando su un elicottero che trasporta una statua di Gesù. Più avanti, nel film, sale in cima al cupolone accanto alla divina Ekberg. Castel Sant' Angelo si erge sia ne "Lo sceicco bianco" (a causa dell' onta d' aver sfiorato l' adulterio con lo sceicco, Wanda va sotto il ponte del maniero per buttarsi nel Tevere), sia in " Roma", dove dalla fortezza parte la corsa di una banda di motociclisti che si conclude al Colosseo. Quest' arena si scorge pure a inizio film, subito dopo la scena del raccordo anulare, con le sue immagini di una metropoli rutilante, chiassosa e cialtrona. Ma a un tratto ecco stagliarsi il monumento circolare.
È alle Terme di Caracalla che l' eroina de " Le notti di Cabiria" svolge la sua attività mercenaria, e San Giovanni in Laterano compare due volte in "Roma": sia quando il giovane sbarcato nella capitale prende il tram, sia in un onirico passaggio dove un pastore guida un gregge di pecore.
Il Mausoleo di Cecilia Metella è cornice di una scena molto visionaria di " Roma": fra busti e pezzi di colonne, svetta un' immensa prostituta, vessillo di plurisecolare lussuria. Un concentrato di romanità è Trastevere, e sono numerose le sequenze trasteverine di "Roma", tra cui quella in Piazza de' Renzi ( ricostruita in studio), che ospita uno scontro di pugilato.
Fellini aveva un debole per l' architettura fascista: in " Roma" il protagonista rivede sé stesso quando, bambino, scoprì il Foro Italico, dove gli atleti alzavano il braccio nel saluto a Mussolini.
" Le tentazioni del Dottor Antonio", episodio di "Boccaccio 70", si svolge tra le geometrie dell' Eur, dove il moralista Peppino De Filippo lotta per far rimuovere un manifesto che promuove la vendita del latte raffigurando una donna dai seni enormi, Anita Ekberg.
L' ossessione di Peppino è tale che la fata sinuosa lo invade in forma di allucinazione, trasformandosi in una gigantessa che circola per l' algido intreccio di vie e palazzi del quartiere.
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