caf_brizzi

CAFONALINO – IL RITORNO DI FAUSTO BRIZZI DOPO L'ARCHIVIAZIONE: ALL’ELISEO PARTERRE DI STELLE PER LA PRIMA DEL SUO NUOVO FILM “MODALITÀ AEREO”: NANCY BRILLI, MASSIMO GHINI, FRANCESCO RUTELLI E SILVIA SALIS, LA BIONDISSIMA E INSEPARABILE NUOVA FIAMMA DEL REGISTA – L’INTERVISTA A “VANITY FAIR”: “CREDO NELLE RESURREZIONI. SE STO PERDENDO 7 A 0 SONO CONVINTO CHE VINCERÒ 8-7” – “CHE COS’È UNA MOLESTIA? PER LA LEGGE NON LO È TENTARE DI SEDURRE LASCIANDO LA POSSIBILITÀ DI DIRE NO. SE NON CI AVESSI PROVATO CON UN’ATTRICE, OGGI NON AVREI UNA FIGLIA MERAVIGLIOSA”

fausto brizzi con le ladyvette

ALT! PARLA FAUSTO BRIZZI! ''NON SONO UN SANTO MA NEANCHE UN ORCO. LE DONNE CON CUI SONO STATO ERANO TUTTE CONSENZIENTI. SE PUNTAVANO A UNA PARTE? FORSE, E IO…''. IL REGISTA SI CONFESSA A ''VANITY FAIR'': ''SONO STATO LEGGERO E SUPERFICIALE. MA NON MI SONO MAI DENUDATO SENZA PERMESSO, PER RISPETTO DEL RIDICOLO. GLI ERRORI LI HO FATTI CON MIA MOGLIE CLAUDIA. ERA LA DONNA DELLA MIA VITA''. ''UNA MANINA DIETRO LE ACCUSE? CI HO PENSATO ECCOME, ANCHE PER IL MIO RUOLO POLITICO'' (RENZIANO) - ''QUANDO MIA FIGLIA LEGGERÀ DI QUESTA STORIA, LE DIRÒ...''

 

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/alt-parla-fausto-brizzi-39-39-non-sono-santo-ma-neanche-orco-194792.htm

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

silvia salis fausto brizzi (3)

1 – IN MODALITÀ DIVERTIMENTO

Federica Rinaudo per “il Messaggero”

 

Com' è cambiata la nostra vita con l' avvento dei cellulari? Hanno modificato le nostre abitudini impossessandosi dei nostri momenti di vita quotidiana, dati, curiosità, confidenze. E allora cosa può accadere se un imprenditore di successo dimentica il suo smartphone nella toilette di un aeroporto e a trovarlo è un addetto alle pulizie che ha intenzione di dare una svolta alla sua esistenza?

 

micol verrer pino corrias

Il racconto del film Modalità aereo, presentato ieri sera al teatro Eliseo di fronte ad un parterre stellare, parte proprio da questa piccola riflessione. «La ricchezza e la povertà, il rovesciamento del ruolo - dichiara Fausto Brizzi regista della pellicola che nonostante le vicissitudini dei protagonisti, Lillo, Paolo Ruffini, Violante Placido, Dino Abbrescia e Caterina Guzzanti, si basa alla fine sull' importanza dell' amicizia come quella tra me e Luca Barbareschi, che ha prodotto quest' opera dandomi fiducia».

luca barbareschi francesco rutelli

 

Un tesoro dal valore inestimabile condiviso dai numerosi invitati che hanno affollato lo storico foyer per degustare un fantasioso aperitivo in un' atmosfera decisamente intima e familiare, proprio quella che predispone al giusto senso di relax e benessere. Del cast anche Pablo e Pedro, in questi giorni al teatro di via Tirso con lo spettacolo Io e Tu, Christian Monaldi, Luca Vecchi, Veronika Logan.

massimo ghini fausto brizzi nancy brilli

 

Il centro del teatro quindi come un agorà, dove per tradizione familiari, amici, colleghi si ritrovano prima di assistere alla proiezione. Ecco, infatti la bella e fotografatissima Nancy Brilli, seguita da Maria Rosaria Omaggio, Massimo Ghini, Paolo Genovese. Qualcuno, prendendo spunto dal tema, si ritrova a raccontare delle proprie disavventure, mentre il regista Christian Marazziti ricorda ai suoi interlocutori di aver affrontato con il suo Sconnessi, grande successo al botteghino, la paura di restare isolati e rimanere senza connessione.

caterina guzzanti (2)

 

Intanto davanti ai flash sfilano sorridenti: Elisa Greco, Stefano D' Orazio, Francesco Rutelli con Barbara Palombelli, elegantissima in nero e super richiesta dai fotografi, Federica Vincenti. Uno scatto dopo l' altro per l' amatissima coppia Enrico Brignano e Flavia Canto, Ladyvette, in completo scozzese, Valeria Fabrizi, Massimiliano Bruno, Carolina Rey e per Silvia Salis, nuovo amore di Brizzi il quale poco prima di iniziare la proiezione ringrazia la platea: «Abbiamo lottato per riuscire a fare questo film ed il nostro applauso generoso va a tutti coloro che ci hanno creduto, un grande lavoro di squadra».

 

silvia salis fausto brizzi (2)

2 – L’INTERVISTA DI BRIZZI A MALCOLM PAGANI PER “VANITY FAIR”

Malcom Pagani per Vanity Fair

 

«Non  sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente». Dopo quattordici mesi di silenzio, ecco Fausto Brizzi. Il regista di commedie dipinto come assaltatore di ragazze indifese.

 

Reduce dall’archiviazione definitiva da parte della Procura di Roma di tre denunce presentate a suo carico, a pochi giorni dall’uscita del suo prossimo film: «Sembrava fossi sparito, ma in realtà ho sempre lavorato, quest’anno ho scritto tre film e ne ho diretto uno, Modalità aereo». Brizzi è seduto in una cucina di una casa del centro di Roma. Beve acqua. Fuori piove. Ha vissuto un’esperienza che definisce alternativamente «terremoto» o «inferno» e ha alcuni chili in più rispetto a un anno fa. «Fino ad allora nella rubrica telefonica avevo duemila numeri».

enrico brignano flavia canto

 

Oggi?

«Non più di cento. Le 1.900 persone che ho perso per strada, evidentemente, erano inutili».

 

Riavvolgiamo il nastro.

«Ho saputo di questa storia qualche giorno prima che ne parlassero i giornali e le televisioni. Mi hanno contattato gli amici: “Fausto, oggi mi hanno cercato alcuni giornalisti chiedendomi se avessi qualcosa da riferire sul tuo conto. Parlavano di molestie nel mondo del cinema”. È iniziata così».

gianpiero ventura mazzuca con la moglie raffaella salato

 

Poi cosa è successo?

«Prima che il mio nome uscisse sui giornali l’ho visto circolare sui social e così ne ho parlato con Claudia».

 

Claudia Zanella, la madre di sua figlia, sua moglie.

«Tra le molte ciambelle di salvataggio che amici e soprattutto amiche mi hanno lanciato quest’anno, la persona che più mi ha aiutato in assoluto è stata proprio lei. La prima a non credere a nulla, a scrivere una lettera per dire che gli eventuali tradimenti erano una questione che riguardava soltanto noi due, la sola a poter accedere a dei dati reali nel mare di dicerie e assurdità che giravano sul mio conto in quei giorni. Se sono qui, lo devo principalmente a lei».

giorgia palombi maria rosaria omaggio

 

La trasmissione Le Iene le ha dedicato molte puntate presentando alcune testimonianze di ragazze che la accusavano di molestie. Le hanno chiesto di rispondere pubblicamente, lei non lo ha fatto.

«Invece sì, ho risposto, ma non in tv, dove non andrò mai se non a parlare di un mio lavoro. Non condivido il metodo della testimonianza anonima, una modalità di fronte alla quale parare il colpo diventa impossibile. Fatico a riconoscere nella televisione un’autorità morale o tantomeno giuridica». (In tutta la conversazione Brizzi non citerà mai Le Iene, né l’inviato che si occupò del caso, Dino Giarrusso, ndr).

 

pino corrias luca barbareschi

Ma è andato in tribunale.

«Certo. I processi non si fanno nei talk show, ma in tribunale. Quando è uscito il mio nome ho detto al mio avvocato di far sapere che ero disponibile a essere ascoltato in qualsiasi momento. Quando sono stato interrogato, ho messo a disposizione il mio telefono e ho consentito l’accesso ai miei dati, alle mie mail e alla mia sfera privata in assoluta trasparenza e buona fede».

 

Perché l’ha fatto?

«Perché non avevo nulla da nascondere e perché era l’unico modo per potermi discolpare. La situazione era seria, per oltre un anno ho lavorato per ricostruire le relazioni che avevo avuto nella vita. Proprio grazie a questo faticoso lavoro di rievocazione sono risalito ai contenuti dei messaggi che avevo scambiato con queste persone».

fausto brizzi

 

Cosa c’era in questi messaggi?

«Quei messaggi dimostravano, insieme ad altri elementi inequivocabili, che il mio comportamento era sempre stato più che corretto. Abbiamo effettuato riconoscimenti e indagini e ora il quadro è molto chiaro. Non è stato facile. I paparazzi e i giornalisti inseguivano me e la mia famiglia.

 

paolo genovese

Si erano accampati sotto casa e per vedere mia figlia, che aveva un anno e mezzo, dovevo aspettare fino a notte fonda. Ho combattuto per difendere il suo cognome e ho dovuto cambiare appartamento affittandone uno di fronte a casa di Claudia. Da lì vedevo il viavai e le telefonavo: “Adesso puoi entrare”. Mi sono trovato dentro un film, ma non del genere che scrivo di solito. Era più La conversazione di Coppola e al centro della trama c’ero io».

 

Che sensazione ha provato?

elena monorchio luca barbareschi

«Di essere altrove. Ero morto e ho assistito al mio funerale. Come nel malato immaginario di Molière, ho visto le persone parlare di me, ho capito cosa pensavano, cosa dicevano, cosa sentivano nei miei confronti. È stato tremendo. Era come se scontassi una punizione ancor prima che venisse pronunciata una sentenza».

 

Su di lei è stato detto di tutto.

«Spesso cose inesatte, vere e proprie fake news. “Al regista è stata tolta la firma dal suo ultimo film”. Non era vero, il nome era nei titoli a fine film. Come da prassi. Tutto ciò che di negativo poteva arrivarmi da questa storia credo mi sia arrivato. Ora spero che lasci qualcosa di buono in eredità agli altri e magari stimoli una riflessione sul mondo dei media. Sul reale potere che hanno.

 

massimiliano bruno

Da singolo individuo, ti rendi davvero conto di come “Loro” rappresentino un potere concreto. Il vero potere. I giornali titolavano: “Brizzi è un mostro”, sui social network mi insultavano tutti i giorni, sulle poltrone di note trasmissioni tv, gente che non avevo mai visto in vita mia si dava il cambio per dire: “è innocente” o “è colpevole”. Ma in base a cosa? Al gradimento o meno dei miei libri e dei miei film? Sentivo affermare: “Nella prossima puntata non ci occuperemo più di Fausto Brizzi, ma di altri produttori e registi”.

 

silvia salis fausto brizzi (4)

Io non li ho mai visti. Si ripartiva sempre dal mio nome e con il medesimo servizio. Non c’era bisogno di altro: per fare share, per immolarsi al dio share, bastavo io. La tv era diventata un ufficio di collocamento. Chiunque, per ottenere il suo quarto d’ora di celebrità, passava e raccontava una storia su di me. Ero diventato il capro espiatorio di un intero ambiente».

 

Il vostro ambiente è diverso dagli altri?

«La molestia è una cosa seria in molti ambiti di lavoro, compreso ovviamente il mio, ma è un argomento che andrebbe trattato nei tribunali seguendo le leggi dello Stato e non quelle degli indici d’ascolto o dell’opinione pubblica. Trovo sbagliato e controproducente che argomenti così delicati, nei quali è fondamentale capire se ci sia stata effettivamente una coercizione oggettiva, un ricatto o una situazione di subordinazione reale, vengano trattati con la logica del tifo che si nutre di pregiudizi».

desire colapietro petrini

 

Lei perché non si è difeso?

«È la stessa domanda che, a volte provocatoriamente, sento fare spesso in tv. Mi sono difeso, mi sono difeso eccome. Ma non in tv e non con i suoi mezzi. D’altra parte per difendersi una persona deve sapere almeno il nome di chi lo accusa e di cosa esattamente sia accusato. Ho dovuto misurarmi con le regole di un gioco che non conoscevo e che, oltre a essere doloroso, mi appariva perverso e, sulle prime, irrisolvibile. Solo per capire di chi si trattasse, dei nomi di chi mi accusava, conducendo una controinchiesta, io e Antonio Marino, il mio avvocato, abbiamo impiegato molto tempo».

massimiliano vado

 

Ha ricostruito tutto?

«È stato complesso. Mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere. Mai. Punto. Di mestiere faccio lo scrittore e conosco bene la differenza tra un sì e un no. Vedere alcune ragazze che avevano un ruolo, grande o piccolo che fosse, nella mia vita, sostenere che non fossero state con me per loro volontà mi ha lasciato sgomento. Mi sono trovato a parlare da solo.

 

nancy brilli massimo ghini

“Eh? Cosa? Ma che state dicendo?”. Alcune storie che ho ascoltato, risalenti a tanti anni fa, non sono neppure riuscito a contestualizzarle bene. Altre sono evidentemente inventate e, in alcuni casi poi, successivamente ritrattate. Ma sulla maggior parte di loro abbiamo ricostruito tutto, falsità comprese. E raccolto tante prove». 

 

federica vincenti

Hanno detto che lei organizzava falsi provini al solo scopo di obbligare le ragazze a stare con lei.

«Non ho mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione. Tra l’altro, chi mi ha denunciato in Procura non parla affatto di provini. Un’altra tra le tante semplificazioni e distorsioni mediatiche che mi hanno investito. Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata. Si chiama vita. Le donne mi piacciono. Non l’ho mai nascosto. Ho sedotto e abbandonato e sono stato sedotto e abbandonato a mia volta. A volte ci ho provato, mi hanno detto sì e mi hanno detto di no. Ma con le ragazze con cui sono stato ci siamo lasciati sempre con il sorriso. Se poi, a distanza di tempo, alcune hanno rielaborato in modo negativo la nostra relazione me ne dispiaccio. Me ne dispiaccio sinceramente».

tiziana e stefano d orazio

 

E non ha pensato che queste attrici venendo con lei potessero avere l’ambizione di recitare in un suo film?

«Probabilmente, con il senno di poi, dico che eravamo entrambi mossi da un’ambiguità. Come capita a tanti, io cercavo un momento di evasione e forse le ragazze inseguivano un’opportunità. Questo però non posso saperlo».

 

Cosa direbbe loro se le incontrasse ancora?

«Soltanto “Perché?”».

 

Insisto. Le incontrava e le seduceva da una posizione di potere?

tiziana etruschi lillo petrolo

«Quando leggevo “se inviti a cena un’attrice e sei un regista compi un abuso di potere” rimanevo incredulo. Che significa? È ovvio che chiunque lavori in un determinato contesto si trovi a frequentare per lo più persone che provengono dal medesimo ambiente.

 

Mi sembrava e mi pare tuttora assurdo e fuori luogo dover domandare: “Ma se passiamo la notte insieme è perché dopo ti aspetti qualcosa o perché ti piaccio?”. Che cos’è una molestia? Per la legge è una situazione in cui si costringe qualcuno ad agire contro la propria volontà con la forza. Non è una molestia tentare di sedurre o approcciare una persona, lasciandole la possibilità di accettare o dire no all’avance».

pedro e lillo

 

Ne è sicuro?

«Se non avessi invitato a cena un’attrice e non ci avessi provato con lei, oggi non avrei una figlia meravigliosa».

 

Che cosa si rimprovera?

«Come ho detto, ho capito che sono stato leggero e superficiale e che qualche situazione avrei dovuto evitarla. Sicuramente non ho mai forzato nessuna ragazza e non mi sono neanche mai denudato senza permesso. Se non altro, per rispetto del ridicolo involontario.  Sono stato sempre corretto. Fin dal primo momento, le attrici che ho lanciato e con le quali ho lavorato in questi anni lo hanno ampiamente testimoniato. Le dichiarazioni di affetto più belle che ho ricevuto sono state quelle delle tante donne con le quali ho condiviso il set. Nessuna si è tolta un sassolino dalla scarpa, anzi».

neri parenti con la moglie vivian

 

Modalità aereo, il suo nuovo film in uscita il 21 febbraio, ha qualche ispirazione tratta dalla vicenda che l’ha vista coinvolta? 

«È una commedia romantica e un po’ disneyana che dentro di sé porta alcuni echi di questa storia. Paolo Ruffini, che lo ha ideato e anche scritto con me e con Simone Paragnani, è l’uomo più ricco d’Italia. A Fiumicino litiga con un addetto alla pulizia dei bagni interpretato da Lillo. È diretto a Sydney e dopo l’alterco dimentica il telefonino in aeroporto. Lillo fa sbloccare l’accesso dai suoi amici finanzieri e in 24 ore gli rovina la vita. Gli devasta un’esistenza che comunque in fondo non funzionava».

caterina guzzanti

 

Come la sua?

«Ho compiuto degli errori e li ho compiuti soprattutto con Claudia. Ha sofferto molto e, quando la bufera è passata, ci siamo lasciati. Era la donna della mia vita. Siamo molto amici, anzi siamo di più, siamo una famiglia. Ma abbiamo capito che quello che era successo, nel periodo in cui lo sputtanamento globale invadeva ogni aspetto del nostro privato, sarebbe rimasto come un’ombra nelle conversazioni. Un conto è la vita pubblica, altro avere nella coppia un convitato di pietra. È stato tutto anormale e difficile da tenere a bada».

luca barbareschi

 

Prova rancore nei confronti di qualcuno?

«Nei confronti di chi mi aveva sbattuto in prima pagina ho provato istinti omicidi. Ho dormito per settimane sui divani letto degli amici come un latitante in fuga. Ero roso da una domanda: “Riuscirò mai a dimostrare che non sono quello che vogliono far apparire?”».

 

francesco rutelli

Tra qualche anno sua figlia cercherà il nome di suo padre sul web e troverà tracce della sua vicenda. Cosa le dirà?

«Che ho sbagliato nei confronti di sua madre, che la punizione che ho avuto per quei tradimenti è tra le più severe che possano toccare in sorte ai fedifraghi e che mi ha insegnato a essere meno superficiale nelle relazioni e nei rapporti».

 

Per lei è arrivata la richiesta di archiviazione.

«L’hanno scritta tre pubblici ministeri tra cui due donne specializzate da molti anni nella materia dei reati a sfondo sessuale. Sono stati giusti e li ringrazio, ma il sospetto che non sarò mai ripagato per quello che ho passato è forte. Contrariamente a quanto riportato dai media, comunque, sono stati molto attenti e scrupolosi anche nella valutazione delle due querele presentate fuori dai termini. Sono entrati nel merito anche di queste ultime, ribadendo l’inesistenza di fatti di rilievo penale».

veronika logan

 

Cioè?

«Anche se le denunce fossero state presentate tempestivamente, i fatti non avrebbero avuto alcuna rilevanza penale. Un importante direttore di giornale mi ha detto: “Non so se entrerai nella storia del cinema, ma sicuramente avrai un posto nella storia della comunicazione. Sei un ottimo caso scolastico di violenza mediatica nell’era di Internet”. Sinceramente avrei preferito il contrario, anche se a volte mi domando cosa avrebbero scritto i giornali se, come pensavano molti miei amici, mi fossi ammazzato».

 

Ci ha mai pensato?

«No, mai. Il mio problema era soltanto preservare la mia famiglia, la mia bambina e il mio mestiere. Io lavoro con il buonumore e per un po’ di tempo l’ho avuto l’umore sotto le scarpe. Non è stata una passeggiata».

silvia salis fausto brizzi (1)

 

Ha lasciato il suo ruolo nella società di produzione di cui era socio.

«È stata una mia decisione per salvaguardare i miei soci che sono anche i miei amici e la mia stessa tranquillità».

 

Di lei ha parlato, non bene, Asia Argento.

«Sì, e anche se non la conosco personalmente, sul momento mi ha fatto anche male. Poi però mi ha fatto altrettanto male vederla triturata dagli stessi meccanismi che in qualche modo aveva contribuito ad alimentare. Comunque non ho Twitter e se lo avessi non lo userei mai per parlare di vicende così delicate di cui non conosco i dettagli o le sfumature».

 

Ci ha già detto che non risponderà alle trasmissioni televisive. Querelerà qualcun altro?

«Non so, mi confronterò con il mio avvocato. Ci sono tante posizioni diverse da valutare, non si tratta di una storia unica, come si è voluto far credere, ma di tante storie diverse. Per ora vorrei dimenticare e andare avanti. Lasciarmi questa vicenda alle spalle.

 

lillo petrolo

Lavoro da mesi, anzi non mi sono mai fermato. Rai Cinema, Medusa e Luca Barbareschi mi hanno dato, anche nel caos che avevo attorno, grande fiducia e li ringrazio. Sto per girare proprio per Medusa un mio film con Claudio Bisio e un super cast. Un altro, Dolceroma, per la regia di Fabio Resinaro, è già pronto e l’ho scritto prendendo spunto da Dormiremo da vecchi, un libro di Pino Corrias. Sa cosa c’è di strano?».

 

Cosa?

«Ora ho molte richieste per recitare nel mio prossimo film, prima dell’archiviazione in molti non volevano neanche leggere il mio copione, né legarsi in alcun modo al mio nome. Tra gennaio e febbraio del 2018, alcuni attori non hanno voluto saperne e non me l’hanno neanche detto, me l’hanno fatto dire. Sono cose che non dimentico. Non le dimenticherebbe neanche san Francesco».

ladyvette

 

Si è pentito di aver tradito? Ha provato sensi di colpa?

«Sì, entrambe le cose. L’unica donna a cui ho mancato di rispetto nella vita però è stata Claudia, non certo le ragazze in questione. Sentendo parlare del mio caso in tv ho ascoltato una frase che mi ha colpito. Si parlava di falsa ingenuità postuma. Quella che ho visto mettere in scena sul piccolo schermo».

 

joshua kalman cesara buonamici

Ha pensato che qualcuno avesse orchestrato nell’ombra la campagna che l’ha colpita?

«Se ho pensato a una manina? Ci ho pensato eccome. Non ero in una vera posizione di potere e non tenevo in mano Hollywood, ma un ruolo, anche politico, all’epoca lo avevo».

Era stato il regista delle Leopolde di Matteo Renzi.

«Questo l’ha detto lei, io ho detto fin troppo».

 

Cos’altro resta da dire?

«Non ho mai risposto a una provocazione, non ho mai dato in escandescenze, non ho concesso una sola intervista. Avrei potuto dire un sonoro vaffanculo a tanta gente a tempo debito e non l’ho fatto. È il mio carattere».

 

cristiana e giuseppe pecoraro

Lo descriva.

«Sono quello che quando si fanno le squadre prima di una partita di pallone viene scelto per primo. Non perché sia particolarmente bravo, ma perché credo nelle resurrezioni. Se sto perdendo 7 a 0 sono convinto che vincerò 8-7. Se sono ancora in piedi, se sono ancora vivo, è perché sono così».

locandina del film

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