riz poster

1. GUARDA QUANTA BELLA GENTE IN GALLERIA AD ASCOLTARE LA SAGA DEI RIZZOLI, ASCESA E CADUTA DI UN IMPERO EDITORIALE, RACCONTATA SENZA INFINGIMENTI DAI NIPOTI SUPERSTITI NICOLA CARRARO E ALBERTO RIZZOLI E PRESENTATA DA DE BORTOLI E PAOLO OCCHIPINTI

DAGOREPORT

 

venier giorgivenier giorgi

Gran pienone alla libreria Rizzoli in Galleria per la presentazione venerdì sera del libro di Alberto Rizzoli e Nicola Carraro sul nonno Commenda e sulla sua famiglia, il mitologico Angelo. “Ona famiglia patriarcal”, per dirla con la lingua del poeta Porta.

cover librocover libro

 

E tocca a Paolo Occhipinti, memoria storica dell’ex casa editrice, e al direttore del “Corriere della Sera”, Flebuccio de Bortoli, tessere le fila di una vicenda editoriale tormentata che ha conosciuto il baratro del fallimento all’inizio degli anni Ottanta quando il figlio del fondatore, Andrea, e il suo giovane nipote Angelone, acquistarono dai Crespi - a caro prezzo - l’ultimo gioiello di carta che sembrava mancare alla loro gloriosa collezione: il quotidiano di via Solferino.

 

videoschermatavideoschermata

Una catastrofe finanziaria che ha finito per dividere in profondità la stessa famiglia Rizzoli, venuta meno così ai principali e inderogabili insegnamenti del vecchio Commenda: non fate mai debiti con le banche e restate uniti.

 

sandro mayersandro mayerrizzoli ekbergrizzoli ekberg

E il tutto, ascesa e caduta di un Impero editoriale, è raccontato senza infingimenti nel volume epistolare dei nipoti Nick e Albert Rizzoli, La vera storia di una grande famiglia italiana” edita dalla Mondadori, proprio dalla rivale storica dell’R verde.

 

Il che dice lunga, a ricordarlo è Flebuccio de Bortoli, su quanta acqua limacciosa è passata sotto i Navigli da quando lui, cronista giovanetto, prestava servizio nella vecchia sede dei rotocalchi in via Scarsellini.

 

Bando alle nostalgie, sembra dire a un certo punto il direttore del Corrierone.

Del resto, fa osservare, di quella Milano straordinaria anni Cinquanta-Settanta cosa rimane? Sono scomparsi quasi tutti simboli del potere economico-finanziario milanese di allora: la Comit di Mattioli e la Montedison di Merzagora e Cefis.

supefanssupefans

 

E sono stati costretti ad ammainare bandiere la stessa Mondadori, Rusconi, Cino del Duca…

Qualche lacrimuccia sgorga tra le facce dei vecchi rizzoliani seduti in platea. E anche nella prima fila occupata da Mara Venier, moglie di Nicola Carraro, Eleonora Giorgi, prima conserte di Angelo jr, gli occhi si gonfiano di commozione. Dietro di loro si commuovono suo figlio Andrea Rizzoli e la sua giovane moglie. Della grande famiglia dispersa a saltare l’appuntamento, sia pure invitata come assicurano gli organizzatori dell’evento, sono stati la seconda moglie di Angelone, Melania De Nicchilo, e si suoi figlioli Arrigo e Alberto.

panoramica libreria rizzolipanoramica libreria rizzolipaolo occhipinti e ferruccio de bortolipaolo occhipinti e ferruccio de bortoli

 

Ma c’è anche chi, fuori dalla mozione degli affetti, ricorda che non si era mai vista tanta ostinazione feroce, come quella mostrata dal banchiere di Banca Intesa, il pio Abramo Bazoli, nel voler cancellare anche l’ultima memoria storica della Comit (il marchio conosciuto in tutto il mondo) e della stessa Rizzoli di cui da anni è tutore, ribattezzata poi Rcs.

 

occhipinti e de bortoliocchipinti e de bortoli

Una sorte di vendetta postuma della finanza cattolica nei confronti di due grandi marchi laici?

“Beh, abbiamo ben presto capito che ai nuovi padroni del Corriere importava soprattutto tagliare i ponti con il passato e, allora, ce ne siamo fatti una ragione”, osserva Alberto Rizzoli. E Paolo Occhipinti, di rincalzo: “Ho dovuto scrivere una lettera ai nuovi padroni per rimettere il busto del fondatore all’ingresso della nuova sede di Crescenzago finito in un polveroso magazzino”.

coniugi martuscielloconiugi martusciellopanoramica duepanoramica due

 

E alla domanda rivolta da Occhipinti al nipote sulla differenza tra la Rizzoli del Commenda e quella di oggi, Alberto replica: “E’ impossibile qualsiasi paragone”.

 

Ma dalla sala una voce anonima aggiunge: “Oggi l’Rcs ha solo più debiti di quelli accumulati dagli eredi del grande fondatore Angelo”.

barbara d'urso rita dalla chiesa mara giorgi  e brindanibarbara d'urso rita dalla chiesa mara giorgi e brindani

 

 

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…