BURIONI IMMUNE AL CONFRONTO - IL VIROLOGO NON VA DALLE IENE, E LORO INSISTONO SUL CONFLITTO D'INTERESSI: '' È UN PROFESSORE UNIVERSITARIO COME SI PRESENTA NELLA TV DI STATO O È UN CONSULENTE DI UNA CASA FARMACEUTICA?'' - LUI REPLICA: ''QUESTE IENE NON RIDERANNO, ANZI PIANGERANNO IN TRIBUNALE. NON HO CONFLITTI DI INTERESSE SU COVID-19, NON PRODUCO FARMACI, NON SONO CONSULENTE DI CASE FARMACEUTICHE''
1. CORONAVIRUS E ESPERTI, IN ATTESA DELLE RISPOSTE DEL PROFESSOR BURIONI | VIDEO
Roberto Burioni ha scritto: “Non ho alcun conflitto d’interesse. Spero che questo trattamento fatto di bugie e insinuazioni sia di monito a qualunque scienziato voglia nel futuro impegnarsi a informare correttamente le persone”. Noi abbiamo risposto: “Non raccontiamo bugie”. Questo botta e risposta è avvenuto dopo un nostro servizio in cui ci chiedevamo: ma i virologi che abbiamo conosciuto durante la pandemia attraverso la tv pubblica, ci hanno parlato per puro interesse scientifico o tra questi potevano esserci scienziati in conflitto d’interessi? (clicca qui per il servizio)
La prima cosa che abbiamo fatto dopo questo botta e risposta è stato invitare il professor Burioni per una replica che potesse chiarire la sua posizione, visto che sui social si è lamentato di non esser stato interpellato. Allora il nostro Alessandro Politi lo ha chiamato, come potete vedere nel servizio qui sopra, e lui ci ha chiesto di rivolgerci al suo avvocato. Ci siamo rivolti al suo avvocato, Fabio Anselmo, che ci chiede di risentirci a metà settimana. Tenete bene a mente questo appuntamento perché le cose sono andate un po’ diversamente. Questo accadeva due venerdì fa, tre giorni dopo il servizio in cui ci siamo concentrati in particolare sui possibili conflitti d’interessi del professor Burioni.
Quando si è parlato del plasma iperimmune come possibile cura per il coronavirus, lui si è sempre dimostrato scettico, come altri scienziati. Quello che ci ha colpito è che il professore, oltre a screditare la cura con il plasma come potete vedere nel servizio qui sopra, spesso spostava il discorso sugli anticorpi monoclonali. Anticorpi che, a differenza della sacca di plasma che costa 80 euro, sono prodotti dalle case farmaceutiche e costano molto cari. Abbiamo fatto un paio di ricerche, e abbiamo scoperto che Roberto Burioni, oltre ad essere uno stimato professore del San Raffaele di Milano come si è e ci è sempre stato presentato, è anche tra gli scienziati creatori e ispiratori di una casa farmaceutica con cui ha depositato una lunga serie di brevetti di anticorpi monoclonali, alcuni dei quali rivolti contro virus influenzali.
Abbiamo chiesto ad alcuni suoi colleghi ed esperti di informazione come valutavano questa coincidenza, come potete vedere nel servizio qui sopra. Facciamo un esperimento: provate a sentire la stessa dichiarazione di Roberto Burioni, prima come professore di Virologia dell’università Vita e Salute dell’ospedale San Raffaele di Milano, poi come produttore di anticorpi monoclonali e consulente di una casa farmaceutica. La prima comunicazione è uguale alla seconda?
Un altro cavallo di battaglia del professore sono stati i vaccini: che sia chiaro, i vaccini è importante farli. Abbiamo sentito dire dal professor Burioni: “Ritengo che il vaccino antinfluenzale debba essere obbligatorio, perché altrimenti ogni influenza sarà un allarme di coronavirus”. E visto che la Pomona srl, casa farmaceutica che da lui e altri scienziati è stata creata e ispirata, si occupa oltre che di anticorpi monoclonali anche di vaccini, ci siamo chiesti: che rapporto ha il professor Burioni con questa azienda?
Dovete sapere che questa azienda figura essere di un solo proprietario, Gualtiero Cochis, che è socio anche di svariate aziende nei più disparati settori. E c’è un’altra cosa che colpisce, osservando attentamente i prodotti della Pomona: la maggior parte sono brevettati proprio dal professor Burioni. E allora ci domandiamo: quale sarà il suo ruolo in quest’azienda? Quali saranno le competenze sugli anticorpi monoclonali del proprietario Gualtiero Cochis? Per avere una risposta a queste domande siamo andati direttamente da Cochis, per proporgli alcuni progetti ma soprattutto sapere con chi parlare per una eventuale assunzione.
Non essendoci, la sorella dopo averlo sentito al telefono ci ha detto: “Mi ha detto che deve parlare con Burioni, che lui non se ne occupa”. Perché mai dovremmo parlare con Burioni di progetti e assunzioni, se lui è solo un consulente scientifico? In un post su Facebook il professor Burioni ha scritto di non essere socio di Pomona Ricerca, ma ci collabora proficuamente da molti anni. Visto che in italiano proficuo significa “che dà profitto”, stiamo pensando male se pensiamo che Roberto Burioni tragga profitto economico dal lavoro che svolge per una casa farmaceutica?
La faccenda è molto semplice: Roberto Burioni è un professore universitario come si presenta nella tv di Stato o è un consulente di una casa farmaceutica? Ci sembra lecito porci questa domanda, e come ci spiega il professor Crisanti lui avrebbe dovuto dire: “Guardate io ho un interesse perché magari ci faccio anche dei quattrini. Comunque detto questo ho delle ragioni scientifiche per supportare questa cosa. E allora a quel punto dopo che mi hai ascoltato puoi dire: sì vabbè, può avere ragione ma può anche essere motivato da un interesse, no? Hai tutti gli strumenti per capire se io sono in buona fede o in malafede”. Insomma sapere se qualcuno ha un interesse nell’affermare qualcosa o qualcos’altro è alla base di una comunicazione onesta e trasparente. Osservando meglio il lavoro del professo Burioni, salta all’occhio la descrizione di alcuni suoi brevetti: “L’anticorpo monoclonale dell’invenzione può essere usato anche per testare preparazioni di anticorpi da utilizzare come vaccini”. A questo punto chiamiamo il professor Crisanti per chiedergli cosa vuol dire, come potete vedere nel servizio qui sopra.
Non ci resta che chiarire il tutto con il professor Burioni: vi ricordate l’appuntamento telefonico per concordare l’incontro? Una settimana fa ha preferito annunciarlo sui social: “Sul mio conflitto d’interesse accetto il confronto, ma solo con i professori Bassetti e Crisanti”. Purtroppo il professor Bassetti, raggiunto al telefono, preferisce non partecipare. Il professor Crisanti invece accetta l’incontro. Così pubblichiamo la notizia: passa meno di un’ora e Burioni pubblica questo post: “Mi ha appena telefonato il professor Bassetti. Come ero certo le sue parole trasmesse durante il servizio de Le Iene non erano in alcun modo rivolte a me e neppure al mio INESISTENTE conflitto d’interesse. Alla fine la verità come vedete viene a galla”. Ma quale verità? A noi il professor Bassetti aveva parlato in generale di come si gestisce in Italia il conflitto d’interesse. E nel servizio è molto chiaro, come potete riascoltare.
Quello che è vero invece è che a noi il professor Bassetti quando l’abbiamo sentito per il confronto aveva detto: “Voi avete fatto una lecita inchiesta giornalistica, ma io non ci entro e non voglio minimamente entrarci”. Ma lo show del professor Burioni non finisce qui: passano poche ore pubblica un post dal titolo “Per dovere di cronaca”, che riporterebbe una email ricevuta dall’ufficio stampa dell’università di Padova che in sostanza sosterebbe che il professor Crisanti non ha mai dato la sua disponibilità a questo incontro. Ma a che gioco giochiamo? Noi non siamo bugiardi, e per fortuna abbiamo il vizio di documentare quello che facciamo. A noi il professor Crisanti ha detto: “Allora io sono disponibile a fare un confronto con lui sul valore della trasparenza nella comunicazione, per evitare conflitti e altre situazioni”. Così abbiamo risentito il professor Crisanti, che ha smentito il suo ufficio stampa, ribandendo la sua disponibilità al confronto con il professor Burioni: “L’università farà una nota dicendo che il professor Crisanti aveva accettato, va bene?”. Meglio così.
Peccato che da quel giorno il professor Burioni non ha più risposto al telefono. Poi quattro giorni fa ci arriva questo messaggio: “Voglio rassicurarla sul fatto che un confronto ci sarà. Avrete modo di conoscerne per tempo luogo, sede e modalità. Saluti, Roberto Burioni”. Da quel momento non l’abbiamo mai più sentito. Come vedete noi di bugie non ne diciamo. E allora, in attesa che il professor Burioni batta un colpo, gli chiediamo: ci spiega perché lei non sarebbe in “conflitto d’interessi” essendosi presentato per mesi in una tv pubblica come virologo, senza palesare il suo rapporto evidente e continuativo con una casa farmaceutica? Che tipo di rapporto ha con la Pomona Ricerca srl?
Che tipo di rapporto ha con l’industria di biotecnologie Fides Pharma? Gli anticorpi monoclonali che brevetta vengono o verranno venduti a case farmaceutiche che fanno test per i vaccini? E già che ci siamo, per trasparenza, per andare ospite tutte le domeniche sulla tv pubblica è stato pagato? Fino a oggi a queste domande il professore e il proprietario della casa farmaceutica dove presta la sua “proficua consulenza” ci hanno risposto solo con una minacciosa diffida. Professor Burioni, ci vuole portare in tribunale? Perfetto, queste domande gliele faremo lì.
2. NON HO CONFLITTI DI INTERESSE SU COVID-19, NON PRODUCO FARMACI, NON SONO CONSULENTE DI CASE FARMACEUTICHE. QUESTI SONO FATTI OGGETTIVI E VERIFICABILI. LE IENE MI DIFFAMANO E L'INCONTRO CHE CHIEDONO AVVERRA' IN TRIBUNALE
Roberto Burioni su Facebook
Sono profondamente amareggiato, ma come era prevedibile ieri sera tra campanellini, disegnini, conversazioni tagliate ed affermazioni false ed anche strampalate, è andata in onda un’altra gravissima diffamazione ai miei danni.
Il confronto ci sarà certamente, come ha ben compreso lo stesso conduttore, ma in un’aula di tribunale: se non era stato capito, lo dico ora in modo completamente esplicito. Sui temi prettamente scientifici mi misuro quotidianamente con colleghi medici e scienziati. Ma certamente non mi è mai passato per la testa di poter partecipare ad una trasmissione in siffatto contesto.
Sul resto sono costretto a ribadire:
1) mi si accusa di conflitto di interessi quando parlo di cure per COVID-19. Come ho già detto, io non ho mai brevettato e non ho alcun interesse in nessun farmaco o potenziale farmaco per questa malattia. In particolare, non ho mai ricercato né brevettato anticorpi monoclonali contro il virus che causa COVID-19. Ho brevettato per una azienda della quale sono consulente scientifico (con orgoglio, perché è una azienda molto seria) anticorpi contro diversi virus, ma nessuno di questi anticorpi può avere una minima utilità per COVID-19.
Pensare che anticorpi contro il virus influenzale (che ho brevettato molti anni fa) possano essere utilizzati per contrastare COVID-19 è semplicemente ridicolo come può capire chiunque abbia un minimo di buon senso. Il fatto che io non abbia conflitti di interesse riguado a COVID-19 è un dato oggettivo, un fatto innegabile che ognuno di voi può verificare. Invece le Iene mi hanno accusato di avere un conflitto di interesse e di averlo volontariamente nascosto. Si preparino a dimostrarlo in tribunale, o saranno guai per loro.
2) È stato tirato di nuovo tirato in ballo un mio presunto conflitto di interesse riguardante le vaccinazioni. La storia è vecchissima, perché questa accusa falsa mi è stata rivolta sin dal primo giorno in cui ho parlato a favore delle vaccinazioni sui social. Come ho spiegato fino alla nausea, gli anticorpi monoclonali di cui io da sempre mi occupo sono farmaci ALTERNATIVI ai vaccini; dove c’è il vaccino non servono a niente. Per cui paradossalmente, come ho detto più volte, mi converrebbe dire che i vaccini contro alcuni virus sono pericolosi, per promuovere gli anticorpi monoclonali di cui l'azienda con cui collaboro è titolare. Tutti sapete che la mia posizione è diametralmente opposta. Chi mi ha accusato di conflitto di interesse su questo tema è stato rinviato a giudizio. Si preparino dunque anche le Iene a spiegare a un giudice quale convenienza io avrei a caldeggiare le vaccinazioni.
3) Non ho alcun rapporto di consulenza con aziende farmaceutiche, cioè che producono o commercializzano farmaci di ogni tipo, inclusi anticorpi monoclonali. Tanto meno ne detengo partecipazioni societarie e tanto meno sono un "produttore di anticorpi monoclonali". Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Il mio rapporto con Pomona Ricerca (e in passato con Fides Pharma) è quello di consulente scientifico su temi precisi e definiti, tra i quali non rientra COVID-19, come potrò facilmente dimostrare.
Ma Pomona Ricerca e Fides Pharma non sono aziende farmaceutiche, nel senso che non sono aziende che producono o vendono farmaci. Sono invece piccole imprese di biotecnologia che tentano, collaborando con ricercatori, di scoprirne di nuovi. Di ben altra grandezza sono le multinazionali e gli organismi di ricerca che hanno già isolato (e brevettato) anticorpi monoclonali potenzialmente utili contro COVID-19 e penso sia inutile affermare che tra gli inventori di questi brevetti e gli scopritori di queste molecole io non ci sono.
Il discorso qui si chiude ma ovviamente continuerà in tribunale, dove ognuno risponderà del suo comportamento davanti a un giudice. In questo caso vale il detto che ride bene chi ride ultimo. E io sono certo che - alla fine di questa storia - vedremo il singolare spettacolo di iene che non ridono, ma piangono lacrime amare.