covid cina xi jinping

CINA, L’UNTORE DEL MONDO - XI JINPING HA SBAGLIATO TUTTO SULLA GESTIONE DEL COVID E A PAGARNE LE CONSEGUENZE E’ IL PIANETA - DAI MISTERI SUL LABORATORIO DI WUHAN ALLA FOLLIA DELLA STRATEGIA “ZERO COVID”, LE BUGIE SUI DATI, I VACCINI MENO EFFICACI DI UN SUCCO DI FRUTTA, RISORSE ENORMI DILAPIDATE PER SISTEMI DI QUARANTENA E UN SISTEMA CAPILLARE DI LOCKDOWN - RISULTATO? OGGI LA CINA È IL FOCOLAIO PIÙ GRANDE DEL MONDO…

xi jinping

Gianluca Modolo per “la Repubblica”

 

Un cambio di rotta era già nei piani della leadership comunista da mesi, con una riapertura, graduale, a partire probabilmente dalla primavera del 2023. Ma l'ondata di infezioni che ha iniziato a travolgere il Paese a novembre nonostante la strategia della tolleranza zero e le proteste senza precedenti che hanno scosso tutta la Cina un mese fa hanno contributo a dare una accelerata ai piani del Dragone. Una riapertura ora troppo repentina, però, senza una adeguata preparazione.

 

ondata di contagi covid in cina

Pechino non poteva certo sacrificare la tenuta del Partito cercando di fermare un virus, il Covid, che ne stava pericolosamente alimentando un altro: quello della contestazione nelle piazze. In strada a Shanghai a fine novembre qualche coraggioso ha osato pure chiedere le dimissioni del segretario generale Xi Jinping.

 

Il secondo aspetto riguarda i numeri ufficiali di contagi e decessi: verso la metà e la fine di novembre c'è il sospetto che le infezioni corressero molto più delle statistiche. Il Partito si era accorto che Omicron era più veloce dei lockdown e delle quarantene: rimodellare e di fatto abbandonare l'utopia dello zero-Covid "con onore", ribaltando la propaganda ufficiale e smettendo di comunicare i dati, era un modo per salvare la faccia dopo tre anni di "guerra del popolo" al virus con costi economici, e sociali, altissimi.

 

ondata covid in cina 1

La via verso la riapertura era già stata tracciata, ma Xi ha dovuto premere sull'acceleratore. Le nuove ondate di infezioni di quest' autunno avrebbero potuto essere contrastate solo con chiusure nazionali così dure come quelle imposte ai 25 milioni di residenti di Shanghai per più di due mesi questa primavera. I costi economici sarebbero stati però enormi e il Paese era allo stremo.

 

xi jinping g20.

Solo che inevitabilmente, con la popolazione che finora non era mai stata esposta massicciamente al virus, con un tasso di vaccinazione tra gli anziani basso, e con i richiami che sono partiti a rilento, il Covid ha trovato praterie qui, in questo che oggi è il focolaio più grande del mondo. Secondo un nuovo studio di Airfinity, appena pubblicato, in mancanza di dati ufficiali certi, i decessi sarebbero 9mila al giorno.

 

Dal primo dicembre i morti avrebbero già superato i centomila, i contagiati sarebbero 18,6 milioni. Il primo picco di infezioni, secondo il report, ci sarà il 13 gennaio con 3,7 milioni di casi al giorno. Entro la fine di aprile si prevedono 1,7 milioni di morti.

ondata covid in cina

 

Tre dosi di un vaccino cinese forniscono una protezione ragionevole contro le malattie gravi e la morte. Ma ancora molte persone sono state vaccinate così tanto tempo fa che l'efficacia del vaccino si sta esaurendo. Con l'aumento dei casi all'inizio di dicembre, la Cina ha intensificato gli sforzi. Il numero medio di dosi somministrate è passato da meno di 1 milione al giorno a oltre 3 milioni il 21 dicembre. Troppo in ritardo, però.

 

covid in cina

Perché il Paese in tutto questo tempo non si è preparato meglio, invece di spendere risorse enormi per sistemi di quarantena, tamponi quasi quotidiani obbligatori e un sistema capillare di lockdown? Per gran parte della pand emia la Cina è riuscita a controllare il virus cullandosi in un falso senso di sicurezza. Poco è stato fatto invece per prepararsi all'inevitabile ondata che sarebbe arrivata quando il Paese avrebbe posto fine alle restrizioni. Il tasso di vaccinazione tra gli anziani è ancora basso: soltanto il 40% degli over 80 ha tre dosi.

 

covid cina

A differenza del resto del mondo, la Cina ha iniziato le sue campagne negli scorsi anni al contrario: prima le persone in età lavorativa. A questi si aggiungono gli altri problemi che affliggono il sistema sanitario cinese, come la carenza di posti letto per le unità di terapia intensiva. E l'ostinazione a non voler approvare l'importazione di vaccini a tecnologia mRNA. Nelle prossime settimane milioni di persone torneranno nelle loro città per il nuovo anno lunare. Diffonderanno il virus nelle aree rurali con sistemi sanitari poco efficienti. È probabile che si verifichino più ondate. Per quanto la situazione sia grave oggi in Cina, il vero banco di prova deve ancora arrivare.

covid in cina 8covid in cina 6covid in cina 7covid in cina 9

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)