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IL COVID DÀ ALLA TESTA - NON SOLO I POLMONI, IL VIRUS PUÒ INTERESSARE ANCHE IL CERVELLO - LO DIMOSTRA UNO STUDIO EUROPEO CHE HA REGISTRATO COMPLICAZIONI NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE IN TRE PAZIENTI GUARITI SU QUATTRO - LA RICERCA

Patricia Tagliaferri per “il Giornale”

 

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Il Covid-19 non colpisce soltanto i polmoni, anche se naturalmente è la funzionalità respiratoria ad essere maggiormente compromessa, nei casi più gravi anche a lungo termine. Il virus può interessare anche il cervello e talvolta dare manifestazioni neurologiche. È la conclusione - che ora potrebbe aprire un nuovo capitolo della gestione della pendemia - a cui è giunto studio condotto dalla Clinica Neurologica III dell'Ospedale San Paolo e dal Centro di ricerca Aldo Ravelli dell'Università Statale di Milano, in collaborazione con i principali centri neurologici dei paesi europei, e apparso pochi giorni fa su European Journal of Neurology.

 

Una correlazione, quella tra coronavirus e possibili complicazioni cerebrali, ipotizzata anche in un altro studio, questa volta inglese, pubblicato su The Lancet. Conducendo una ricerca sui casi più gravi in 153 ospedali della Gran Bretagna, gli scienziati hanno riscontrato una serie di complicanze a livello neurologico e psichiatrico che potrebbero essere legate alla malattia in alcuni pazienti sopravvissuti a forme particolarmente violente dell'infezione.

 

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Anche se non è possibile trarre conclusioni sulla percentuale totale di pazienti Covid che probabilmente saranno interessati da questi danni. La ricerca italiana, invece, si è basata su un'indagine effettuata attraverso questionari online, composti da 17 domande, distribuiti ai medici europei impegnati nel fronteggiare la pandemia. Più di 2.300 questionari raccolti riportavano la presenza di sintomi neurologici in circa tre quarti dei pazienti. I disturbi riscontrati andavano da cefalea e mialgia all'encefalopatia.

 

Per Alberto Priori, direttore Clinica Neurologica III dell'Ospedale San Paolo e docente del dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Milano, tra gli autori dello studio, «i meccanismi responsabili dell'interessamento neurologico sono molteplici». «Essi - spiega - possono essere diretti per effetto della diffusione del virus nel tessuto nervoso, come dimostrato proprio qui al San Paolo dove per la prima volta è stato identificato col microscopio elettronico il virus e i danni tissutali correlati all'infezione.

 

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Ci sono anche meccanismi indiretti, come per esempio l'importante attivazione della coagulazione del sangue, che possono portare ad ictus. L'importanza dello studio è che a livello europeo si è dimostrato che i sintomi neurologici sono frequentemente riscontrabili». Adesso dovranno essere valutate le complicanze neurologiche tardive dell'infezione. Molti dei pazienti più gravi poi guariti, infatti, hanno continuato ad avere alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio e necessitano un percorso riabilitativo complesso e in certi casi molto lungo.

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