DÉJA-VIRUS - MILLE POSITIVI STRANIERI DOPO LA RIAPERTURA DEI CONFINI: MOLTISSIMI NUOVI CASI SONO D'IMPORTAZIONE, E STIAMO RIPETENDO GLI ERRORI DELL'INIZIO - CRISANTI: ''ORA SI FANNO TAMPONI A CHIUNQUE ARRIVI DAL BANGLADESH. GIUSTISSIMO, MA PERCHÉ QUANDO CHIEDEMMO DI FARLO CON LA CINA FUMMO FERMATI? BISOGNA CONTROLLARE CHIUNQUE VENGA DAI PAESI A RISCHIO, ANCHE SE DOVESSE COSTARE MILIARDI. SICURAMENTE MENO DI FAR RIPIOMBARE IL PAESE NELL'EPIDEMIA''
1. IL CONTAGIO ARRIVA DALL'ESTERO - GIÀ MILLE POSITIVI STRANIERI CON LA RIAPERTURA DEI CONFINI
Mauro Evangelisti per ''Il Messaggero''
Il blocco delle frontiere non sta funzionando, l' incremento dei casi di importazione, delle persone positive giunte dall' estero, è inarrestabile. Il ministro dell Salute, Roberto Speranza martedì confermerà la lista dei 13 dei Paesi da cui non si può raggiungere l' Italia, ma sarà necessario allungarla.
IL FLUSSO
In Puglia ormai i nuovi casi positivi sono tutti rappresentati da chi arriva da oltre confine. «L' ultimo episodio - racconta il professore Pier Luigi Lopalco, che guida la task force sul coronavirus della regione - ci parla di una famiglia di quattro persone arrivate dal Brasile. Tutte positive. Si tratta di un fronte aperto molto delicato».
In Emilia-Romagna, dove a sorpresa il numero degli infetti è tornato a salire, ai focolai di un' azienda di Parma e dei due magazzini dei corriere espressi di Bologna, si sono aggiunti numeri importanti di positivi arrivati con i voli dal Bangladesh, che abitano tra la provincia di Forlì-Cesena e quella di Ravenna. Zone nelle quali, nonostante la crisi del turismo, la riviera adriatica offre occasioni di occupazione. Nel Lazio in pochi giorni hanno già trovato 124 immigrati bengalesi positivi, ai quali si sono aggiunti altri arrivati dall' India e Stati Uniti (nazioni i cui voli non sono stati bloccati dal Governo), Perù, Brasile, Messico, Nicaragua. In totale i casi di importazione si avvicinano rapidamente a quota 200.
Senza questo flusso il Lazio sarebbe non lontano dal traguardo di regione covid free. Episodi di questo tipo sono segnalati in Veneto, Campania, Friuli e Trentino. Proiettando il dato del Lazio su tutta Italia, si stima che siano almeno mille i casi di importazione trovati nelle ultime settimane. Se servissero nuove conferme, basterebbe riprendere le valutazioni del professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute, che nel commentare le schede settimanale sull' andamento dell' epidemia, ha detto apertamente: «In diverse regioni l' indice di contagio ha superato quota 1 a causa di alcuni focolai di rilevanza più o meno grave per l' importazione di infezioni dall' estero».
aeroporto di fiumicino coronavirus
Chiaro, no? Le regioni vedono aumentare la velocità della trasmissione del virus a causa dei positivi che stanno entrando in Italia e arrivano dall' estero. Ma il ministro Speranza non aveva bloccato gli arrivi? In modo totale, lo ha fatto solo per 13 paesi, dal Bangladesh al Perù, per fare alcuni esempi. Ma ormai a centinaia erano già rientrati in Italia, tanto che il Lazio è stato costretto a effettuare una campagna di tamponi ad hoc sulla folta comunità degli immigrati bangladesi (già oltre 3.000).
Non solo: l' elenco dei Paesi bannati si sta dimostrando insufficiente, visto che ieri nella regione sono stati trovati positivi due immigrati arrivati dall' India, terzo paese al mondo per numero di infetti, salvato da Speranza, visto che per ragioni di lavoro o di residenza da quella nazione si può raggiungere l' Italia. Ma i numeri sono emblematici. Prendiamo di nuovo l' esempio laziale: dei 19 positivi di ieri, due terzi sono arrivati dall' estero (8 dal Bangladesh con voli precedenti al blocco, due dall' India, uno dall' Egitto e uno dall' Ungheria).
Martedì scade lo stop deciso da Speranza ai 13 paesi e ai voli dal Bangladesh in genere e il ministro deve relazionare al Senato, in una fase delicata visto che c' è in ballo anche la proroga dello stato di emergenza per tutto il 2020. Visto che ogni giorno stanno aumentando i casi di importazione, Speranza dovrà confermare il blocco a una serie di paesi a rischio, con la necessità di aumentare anche il numero delle Nazioni dalle quale non si può arrivare in nessun caso. India, Stati Uniti e Pakistan, spiegano gli esperti, sono le assenze più importanti nella lista nella versione attuale.
Sul fronte dell' andamento dell' epidemia, c' è da registrare lo sfogo di un infermiere dell' ospedale di Cremona su Facebook: «Ci risiamo, abbiamo ricominciato a ricevere pazienti Covid». Non è rassicurante. Ieri la buona notizia è arrivata dal bilancio dei decessi: solo 7. Lieve aumento dei pazienti in terapia intensiva, ma in totale la diminuzione dei ricoverati per Covid continua (sono 893). I nuovi casi positivi giornalieri sono 188, meno del giorno prima; gli infetti, attualmente, in Italia sono 13.303, i dimessi-guariti 194.759.
2. «ORA TAMPONI A TUTTI IN AEROPORTO E CONTROLLI SU CHI È IN QUARANTENA»
Mauro Evangelisti per ''Il Messaggero''
«Incredibile, stiamo commettendo gli stessi errori di inizio epidemia. Non controlliamo le frontiere e veniamo travolti dai casi di importazione. Da un mese e mezzo sto dicendo che la situazione sta sfuggendo di mano con i casi positivi di importazione. I soldi del Mes spendiamoli per organizzare un sistema di tamponi e tracciamento negli aeroporti».
Il professore Andrea Crisanti, virologo e docente di Microbiologia all' Università del Veneto, già consulente del Veneto, ripete: in Italia stiamo commettendo di nuovi gravi errori. «E lo sa cosa mi fa imbufalire? La storia di chi è andato in giro dicendo che è tutto finito, che il virus è scomparso. In questo modo, gli italiani pensano che le misure di distanziamento e le mascherine non servano più, i risultati si stanno vedendo.
Una follia».
Cosa abbiamo sbagliato?
«Inizialmente non ci siamo resi conto che le misure prese per impedire che il virus arrivasse dalla Cina non erano quelle giuste. Però questa volta non abbiamo giustificazioni: sapevamo che i casi di importazione erano un' insidia, che in molti altri paesi il virus sta circolando decisamente più che in Italia. Forse dovevamo difendere con più efficacia le frontiere.
aeroporto di fiumicino coronavirus 2
E tra l' altro non c' è solo chi torna dal Bangladesh, di cui si sta parlando molto. C' è l' India, c' è il Brasile, ci sono gli Usa. Il problema è gigantesco, ieri ci sono stati 250 mila casi nel mondo. Il problema esiste e va affrontato senza raccontare balle agli italiani.
Gli strumenti per difenderci ci sono, ma bisogna investire quattrini, molti. Alla fine questa crisi c' è costata il 10 per cento del Pil, 170 miliardi. Ne vogliamo buttare altri 170 se l' epidemia torna fuori controllo? Allora, dico io: spendiamo tutti i soldi necessari a controllare le frontiere».
In che modo?
«Tamponi, quando sbarcano negli aeroporti italiani, a tutti coloro che vengono dai Paesi a rischio. Mettiamo a disposizione delle autorità il famoso Pnr, il numero che consente di capire il percorso reale del passeggero. E chi viene da una nazione dove Sars-CoV-2 è ancora fuori controllo, si fa il tampone. Punto. Non c' è altra soluzione. Dobbiamo fare questa cosa, anche se costa miliardi. Se dovessi dire come investire i soldi del Mes, non avrei dubbi: spendiamoli per i tamponi alle frontiere, basterebbe un decimo dei soldi del Mes. Inoltre, poi bisogna verificare che queste persone siano rintracciabili».
Si è dimostrato ormai, in decine di occasioni, che la formula dell' isolamento domiciliare obbligatorio per chi arriva dell' estero fa acqua da tutte le parti. In molti non lo rispettano. Non sarebbe meglio chiedere a chi arriva da questi Paesi di restare in strutture sorvegliate per due settimane.
«Quella degli hotel è una soluzione, ma ha delle controindicazioni, per una questione di numeri, di persone che arrivano negli aeroporti, ma anche per i rischi di far circolare il virus magari negli hotel dove li isoli. Secondo me bisogna ricorrere a soluzioni tecnologiche: installi una app nello smartphone della persona, così la localizzi costantemente; se esce di casa o lo spegne, scatta un allarme. Ci sono app che funzionano, altro che Immuni».
Giusto il blocco dei voli? Allungherebbe la lista dei Paesi da cui non si può raggiungere l' Italia?
«Sì, ma da solo il blocco non basta. E prima di tutto il governo avrebbe dovuto metterci gli Stati Uniti. Le percentuali di positivi che vediamo su questi aerei in arrivo dai Paesi con alta circolazione del virus testimonia anche l' ottusità di certe decisioni che furono prese all' inizio dei questa epidemia, a febbraio: proponemmo di testare tutti quelli che venivano dalla Cina e ce l' hanno impedito. L' epidemia sarebbe andata molto diversamente. Chi ce l' ha impedito, ha sulla coscienza ciò che è successo. L' 8 febbraio stavamo partendo con i test, ma ci hanno fermato. Il direttore generale della Regione Veneto ci disse di no. Oggi il Lazio sta facendo i tamponi a tutti i cittadini del Bangladesh. Non è la stessa cosa?».