TIRA UNA BRUTTA AVIARIA – È ALLARME PER LE DONNE IN GRAVIDANZA: SECONDO UNO STUDIO AUSTRALIANO, NOVE FUTURE MAMME SU DIECI CHE CONTRAGGONO IL VIRUS DELL’AVIARIA NON SOPRAVVIVONO – LA CALIFORNIA HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA. E, MENTRE L’EUROPA FA INCETTA DI VACCINI, L’ITALIA HA DECISO DI RESTARE FUORI DAL PIANO EUROPEO…
Estratto dell’articolo di Antonella Zorzetto per www.repubblica.it
L’influenza aviaria avanza negli Stati Uniti e preoccupa anche l’Europa, che fa incetta di vaccini, tranne l’Italia. Negli Usa, la California ha dichiarato lo stato di emergenza per il virus H5N1 che si sta diffondendo tra i bovini da latte; in Louisiana una persona è stata ricoverata in ospedale: si tratta del primo caso grave di influenza aviaria nell’uomo negli Stati Uniti.
Ora all’elenco si aggiunge l’Australia: a portare all’attenzione gli effetti devastanti del patogeno, è uno studio che raggela. I ricercatori del Murdoch Children's Research Institute (Mcri) di Melbourne hanno condotto una metanalisi che ha analizzato 1.500 articoli scientifici, per un totale di 30 casi di mamme contagiate in gravidanza, 27 delle quali sono decedute. Un dato che, avvertono gli studiosi, indica "un tasso di mortalità del 90%”.
Perché le donne incinte sono più a rischio
[…] “Contrarre l’influenza aviaria è fatale per la stragrande maggioranza delle donne incinte”, avvertono i ricercatori, evidenziando l’urgenza di includere questa categoria nei piani pandemici per limitare le perdite umane.
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L’aviaria in Italia
Secondo i dati a disposizione, attualmente sono oltre 50 i focolai di aviaria negli allevamenti di pollame e fra gli uccelli selvatici in Italia. Sono naturalmente esposte al contagio le persone che vivono a più stretto contatto con i volatili. Il rischio maggiore resta sempre quello di specie che permetterebbe poi una più facile trasmissione da uomo a uomo.
Va detto che negli allevamenti agricoli, ogni anno viene adottato un Piano di sorveglianza nazionale che, spiega il ministero, “prevede controlli sia sugli uccelli selvatici sia sul pollame domestico al fine di poter rilevare tempestivamente la circolazione del virus sul territorio nazionale". Infine, aggiunge, “l'eventuale circolazione del virus negli uccelli selvatici in Italia o in Stati prossimi all'Italia determina l'immediata attivazione di azioni di prevenzione quali il divieto di tenere il pollame all'aperto, il rinforzo delle misure di biosicurezza negli allevamenti, l'attività di sensibilizzazione verso gli allevatori affinché allertino il servizio veterinario delle Asl anche in presenza di situazioni che non ricadano in un sospetto tipico di influenza aviaria”.
E il governo italiano rinuncia ai vaccini
Ma il governo italiano ha deciso di restare fuori dal piano vaccini contro l’aviaria. "Non realizzabile l'elaborazione di scenari di impatto dell'epidemia sulla salute umana": il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha risposto così al deputato Benedetto Della Vedova (Misto Europa), che ha chiesto al governo perché “l'Autorità europea per la risposta alle emergenze sanitarie abbia fatto un piano di acquisti di vaccini per l'aviaria e l'Italia ne sia rimasta fuori".
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