“IL VACCINO PFIZER INDUCE REAZIONI PIÙ FORTI DEI VACCINI SOLITI: LA METÀ DELLE PERSONE PROVA MAL DI TESTA, FEBBRE E BRIVIDI, CHE SI RISOLVONO IN 24 ORE” - L’IMMUNOLOGO GUIDO FORNI: “NEL CASO DI PERSONE ALLERGICHE LE REAZIONI POSSONO ESSERE PIÙ INTENSE: UN ABBASSAMENTO DI PRESSIONE, UNO SVENIMENTO, DISTURBI CONTROLLABILI NELLA SEDE ADATTA E CON ALCUNI FARMACI - UN'EFFICACIA DEL 95%? TEORICAMENTE SÌ, MA BISOGNERÀ VEDERE QUELLA REALE E QUANTO DURERÀ NEL TEMPO…”
Francesco Rigatelli per “la Stampa”
«Il Pfizer è molto reattogenico, cioè induce reazioni più forti dei vaccini soliti: la metà delle persone, in particolare giovani, prova mal di testa, febbre e brividi, che però si risolvono in 24 ore». Per Guido Forni, 76 anni, accademico dei Lincei e già professore ordinario di Immunologia all'Università di Torino «è importante raccontare questi dettagli per preparare la popolazione ed evitare paure inutili».
Un mal di testa e poi si è vaccinati?
«Esattamente, ma bisogna sapere che per il giorno dopo non vanno presi impegni importanti. Siamo abituati a vaccini iperstudiati come l'antinfluenzale, che non dà nessun fastidio».
scatole di vaccino pfizer distribuite negli usa 1
Solo un fastidio comunque?
«Sì, disturbi leggeri e passeggeri, che indicano che il vaccino induce una reazione particolare».
Una spia di problemi maggiori nel lungo periodo?
«Non dovrebbe. La reattogenicità dipende dal tipo di vaccino, che è fatto di nanoparticelle lipidiche che possono irritare».
Le allergie possono pesare?
«Sì, nel caso di persone allergiche le reazioni possono essere più intense».
Allergiche a cosa?
«A tutto. Gli allergici in rari casi possono provare dei fastidi maggiori. Va detto che reazioni del genere si sviluppano entro pochi minuti e i luoghi di vaccinazione sono molto attrezzati per questo».
Una specie di shock anafilattico?
«Sì, un abbassamento di pressione, uno svenimento, disturbi controllabili nella sede adatta e con alcuni farmaci».
L'altro problema del Pfizer resta la temperatura
«Va scongelato da meno 80 gradi e diluito, dunque richiede una certa manualità. Per questo si potrà fare solo negli ospedali e in luoghi dedicati, mentre vaccinare in posti meno medici aiuterebbe a rendere più gradevole il tutto».
In compenso Pfizer garantisce un'efficacia del 95 per cento.
«Teoricamente sì, ma bisognerà vedere quella reale e quanto durerà nel tempo. E poi come quasi tutti i vaccini va fatto in due dosi».
Il principale concorrente al momento è Moderna?
«La Fda lo sta esaminando e sembra favorevole. È efficace come Pfizer, ma si conserva a meno 30 gradi. Il problema è che l'Italia ne ha prenotate meno dosi di Pfizer, perché come tutta l'Europa ha puntato su AstraZeneca. Temo che Moderna verrà usato soprattutto dagli Usa».
Quanto è in ritardo AstraZeneca?
«Ha fornito i report migliori di tutti, ma ora sembra efficace al 60 per cento. Meglio di niente, però gli americani sono migliori. Ci vorrà qualche mese per capire se AstraZeneca corregge il tiro».
Quali sono gli altri vaccini in arrivo?
«Johnson & Johnson potrebbe essere l'unico a funzionare con una dose sola. Sempre in Usa promette bene Novavax, che è in terza fase come il tedesco Cura vax, che funziona a temperatura di frigo normale ed è un'ulteriore speranza. In Canada Medicago cerca di produrre un vaccino dalle piante di tabacco, facile da fare ed estrarre, mentre Sanofi con Gsk è in ritardo perché inefficace sugli anziani».
E russi e cinesi?
«Sono in fase tre, ma sono già stati testati su militari e civili non seguendo una procedura corretta. Lo Sputnik russo è innovativo e potrebbe dare dei risultati. Così pure i quattro cinesi, ma i dati sono ancora parziali per essere sicuri».