“I DATI COMUNICATI OGGI DA MODERNA SONO PIÙ ESAUSTIVI DELL'ANNUNCIO DI PFIZER” - NICOLA MAGRINI, DIRETTORE GENERALE AIFA: “SUI QUINDICIMILA VOLONTARI AI QUALI È STATO SOMMINISTRATO IL VACCINO SOLAMENTE 5 HANNO CONTRATTO L'INFEZIONE. SAREMO USCITI DAL TUNNEL QUANDO ALMENO IL 70% DELLE PERSONE SARÀ STATA IMMUNIZZATA: PARLIAMO DI VACCINARE ALMENO 40 SE NON 50 MILIONI DI ITALIANI. E SERVIRÀ UN RICHIAMO A DISTANZA DI 3 SETTIMANE. PER ORA NIENTE ACCORDO DELL'UE CON MODERNA MA NOI SIAMO PRONTI A MUOVERCI DA SOLI”
Paolo Russo per “la Stampa”
«Gli studi fino a qui condotti dopo due-tre mesi di sperimentazione allargata sull' uomo indicano che i vaccini riescono a prevenire il contagio e quindi la malattia. E la risposta anticorpale generata è a livelli elevati in tutte le fasce di età». Nicola Magrini, direttore generale dell'Aifa, pronuncia le parole che molti volevano sentire. Ossia che gli antidoti in arrivo proteggono non solo dai sintomi ma anche dal contagio. Poi però ammette che un contratto di acquisto con Moderna ancora non c'è. «Ma se non lo fa l' Europa siamo già pronti a farlo noi». Oramai si fa a gara a chi ha il vaccino più efficace.
Ma avete elementi per dire che quelli in arrivo riusciranno veramente a debellare il virus?
«I dati comunicati oggi da Moderna sono più esaustivi dell' annuncio di Pfizer della scorsa settimana. E i dati ci dicono che sui quindicimila volontari ai quali è stato somministrato il vaccino solamente 5 hanno contratto l'infezione contro i 90 malati che si sono registrati tra gli altri 15 mila, ai quali era stato somministrato un semplice placebo. Ho potuto intravedere anche i dati della Pfizer e devo dire che sono analoghi a quelli di Moderna».
Ma quando potremo dire che saremo usciti dal tunnel?
quartier generale pfizer a new york
«Quando almeno il 70% delle persone sarà stata immunizzata, la soglia minima che serve a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge che impedisce al virus di circolare. Ma sarà un' operazione lunga e difficile, perché parliamo di vaccinare almeno 40 se non 50 milioni di italiani. E per ottenere una piena immunizzazione per tutti e tre i vaccini in fase avanzata di sperimentazione, i due già menzionati più quello di AstraZeneca, servirà un richiamo a distanza di 3 settimane. Quattro nel caso di Moderna. Solo il vaccino dell' americana Merk Sharp & Dohme richiede una sola somministrazione, ma non arriverà prima dell' estate prossima».
Con la prima dose si resta esposti al virus come prima?
«No, perché dopo i primi 10-14 giorni si genera una prima barriera anticorpale che viene poi rafforzata dalla seconda dose».
Quanto ci vorrà per arrivare all' approvazione dei magnifici tre?
«Per metà dicembre mi aspetto che tutti e tre possano consegnare i dossier con i dati completi per avviare la valutazione da parte dell' Ema, l' Agenzia europea del farmaco.
Qualche settimana per completare la revisione dei dati sarà necessaria, ma per metà gennaio potremmo arrivare a una valutazione comparativa di tutti e tre in modo da averli contemporaneamente a disposizione».
Abbiamo già acquistato dosi del vaccino di Moderna?
«L'Europa deve ancora firmare l' accordo, che invece è stato sottoscritto con Pfizer per l' acquisto di 3,4 milioni di dosi, mentre con AstraZeneca c' è un contratto europeo per l' acquisto di 400 milioni di dosi, 49 destinate all' Italia. Con Moderna se l' accordo non lo fa l' Europa lo faremo comunque noi. Abbiamo già avuto contatti con il loro quartier generale».
Chi inizieremo a vaccinare?
«Cominceremo dal personale sanitario, perché vogliamo che i nostri ospedali continuino a funzionare. Contemporaneamente somministreremo i vaccini agli anziani delle Rsa e alle forze dell' ordine. Poi passeremo ai grandi anziani, anche se dobbiamo ancora decidere se conterà soltanto l' età o anche la presenza di altre patologie gravi. Via via sarà poi il turno di tutti gli altri. Diciamo che entro il 2021 potremmo aver coperto l' intera popolazione».
I FRIGO PER LA CONSERVAZIONE DEL VACCINO
Servirà un grande sforzo logistico e organizzativo
«Sì, e si sta già lavorando a un piano. Con il vaccino di Pfizer che deve essere conservato a meno 70° serviranno consegne periodiche e frequenti. Per gli altri due basterà utilizzare i mezzi di cui già disponiamo perché non hanno bisogno di una catena del freddo così rigida. Poi bisognerà mobilitare tutti i centri vaccinali, otre che medici di famiglia e pediatri, ai quali dovrebbe competere anche il compito di individuare i pazienti fragili che hanno la precedenza».
Con una sperimentazione lampo chi ci assicura che non ci saranno eventi avversi?
«Come Aifa manterremo una doppia vigilanza, sia sulla popolazione generale che sui ricoverati, per rilevare tempestivamente eventuali eventi avversi. Che però dopo studi di queste dimensioni sono sempre rarissimi, in linea con quelli che si verificano abitualmente per qualsiasi tipo di farmaco».