long covid

IL VIRUS NELLA TESTA - LA SINDROME DA LONG COVID NON E' DA SOTTOVALUTARE VISTO CHE SEMPRE PIU' PERSONE ACCUSANO SINTOMI A DISTANZA DI MESI - CHI HA DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE, CHI ACCUSA STANCHEZZA CRONICA, CHI HA UN'ALTERAZIONE DEL NORMALE RITMO SONNO-VEGLIA O DELL'UMORE E QUELLI CON DIFETTI DI CONCENTRAZIONE E CON PERDITA PARZIALE DELLA MEMORIA - QUEST'ULTIMA CATEGORIA È LA PIÙ PREOCCUPANTE PERCHÉ…

Vito Salinaro per “Avvenire”

 

effetti del long covid 2

È subdola e semisconosciuta. Dalla diagnosi complessa, e quasi del tutto priva di terapie: l'Oms l'ha battezzata 'Long Covid condition' questa pandemia post pandemia, questo Covid che non si esaurisce, e che interessa soprattutto i pazienti (uno su due, secondo un vasto studio cinese) che hanno affrontato la malattia in ospedale. Ma anche buona parte di chi, guarito, ha superato l'infezione senza ricovero.

effetti del long covid 1

 

In tutto il mondo si cerca di dare uniformità alle svariate caratteristiche della sindrome, e si studiano linee guida per fare ordine sui possibili trattamenti. È tuttavia già possibile stabilire alcuni punti fermi. «Di sicuro intendiamo interessati da questa condizione coloro che hanno sintomi a più di tre mesi dalla dimissione ospedaliera, o dalla guarigione», dice l'infettivologo Paolo Bonfanti, docente di Malattie infettive all'Università Milano Bicocca e primario nell'Ospedale San Gerardo di Monza, uno dei pochi centri italiani ad avvalersi di un ambulatorio dedicato ad alta specializzazione.

effetti del long covid 3

 

Chi li frequenta, questi centri, può contare su un approccio multidisciplinare: «Oltre all'infettivologo - evidenzia Bonfanti -, il paziente viene valutato dallo pneumologo, dal cardiologo, da uno piscologo e, nei casi di persone anziane, da un geriatra». La presenza dello psicologo - e, da poco, anche del neurologo -, sta diventando centrale. Perché più si indaga sul long Covid più vengono fuori sorprese.

long covid

 

«Possiamo dividere in quattro gruppi le persone che seguiamo - osserva Bonfanti - ma se per i primi tre le conseguenze della malattia erano per certi versi attese, il quarto ci preoccupa». Ma andiamo con ordine: nel primo gruppo rientra «chi ha difficoltà respiratorie; ci può stare, perché il Covid è fondamentalmente una polmonite, qualche volta grave, e quindi un incompleto ritorno al-È le capacità respiratorie originali è nell'ordine delle cose, con differenze importanti tra pazienti che sono passati dalla rianimazione o no».

long covid 6

 

Nel secondo, ci sono quelle persone che hanno difficoltà a tornare a svolgere le consuete attività quotidiane, compreso il lavoro, perché hanno deficit di forze, una stanchezza cronica. «Un disturbo già presente in altre malattie infettive - ammette l'infettivologo -, anche se dopo il Covid si nota più fatica a compiere i normali atti quotidiani della vita. Si tratta del 30-40% dei pazienti che hanno avuto forme gravi».

 

long covid 7

 Un altro gruppo è caratterizzato da persone che hanno bisogno di un supporto psicologico perché lamentano «un'alterazione del normale ritmo sonno-veglia, o alterazioni dell'umore. C'è poi un altro gruppo, il quarto, che presenta una sintomatologia «che nessuno si aspettava di rilevare con una elevata frequenza, caratterizzata da difficoltà neurocognitive. Sono persone - spiega l'esperto - con difetti di concentrazione, e con perdita parziale della memoria.

long covid 5

 

Stiamo studiando, non tutto è chiaro: può trattarsi di un disturbo transitorio, di un percorso verso un lento ritorno alla normalità, che richiede più mesi, o rappresentare un danno all'esordio, come quello che si osserva nelle persone con altre patologie che a volte evolvono fino a forme conclamate di deficit neurocognitivo. Ci sono ricerche che mostrano, in alcuni pazienti che hanno avuto il Covid, danni cerebrali rilevanti».

 

long covid 3

Come detto, per tutto questo ventaglio di sintomi non ci sono terapie ad hoc «ma abbiamo percorsi riabilitativi respiratori e neuropsicologici», aggiunge il primario. L'altro capitolo che interroga i camici bianchi investe i fattori di rischio: chi è più esposto? Età e gravità della malattia sono indicative, però c'è tutto un mondo ancora da indagare che riguarda i guariti non ricoverati interessati, oggi, da uno o più disturbi. Sta meglio chi ha contratto la malattia dopo la vaccinazione?

long covid 2

 

E che differenza c'è tra chi ha incontrato sulla sua strada la variante Delta rispetto a chi è incappato in Omicron? E infine, i bambini paucisintomatici nei quali è però comparsa la temibile sindrome infiammatoria multisistemica, che si sviluppa dalle due alle sei settimane dopo il contagio, per quanto tempo andranno monitorati? Di fronte alla necessità di risposte certe, l'Istituto superiore di sanità ha avviato un lavoro poderoso, in sinergia con istituzioni scientifiche internazionali, per arrivare a linee guida condivise e per coordinare una rete di ambulatori specializzati in tutto il Paese.

long covid 1

 

«In definitiva - conclude Bonfanti -, il long Covid appare discretamente diffuso, ha una gravità variabile ma non per questo dobbiamo correre tutti dal medico. Occorre basarci sui sintomi. Se persistono per più di 3 mesi è bene parlarne con il medico di base e avviare un percorso di screening». R

stanchezza cronica 1malati covid 2long covideffetti da long covid sintomi da long covidLONG COVIDlong covid 2effetti long covidlong covidmalati covid 1stanchezza cronica 2malati covid 3LONG COVID

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?