FATEVENE UNA RAGIONE: LA NUOVA PANDEMIA È GIÀ PARTITA – IL NUMERO DI CASI DI VAOLO DELLE SCIMMIE NEL MONDO SALE A 219, SE NON SI CONSIDERANO I PAESI DOVE LA MALATTIA È ENDEMICA – IL RAPPORTO DELL’AGENZIA EUROPEA PER LE MALATTIE: I PAESI IN CUI C’È ALMENO UN CASO CONFERMATO SONO 19, LA MAGGIOR PARTE IN EUROPA – IL MAGGIOR NUMERO DI CASI È NEL REGNO UNITO (71), SEGUONO SPAGNA E PORTOGALLO. IN ITALIA SIAMO A 7 – L’OMS: “SITUAZIONE ATIPICA, MA È POSSIBILE FERMARE LA TRASMISSIONE”
(ANSA-AFP) - Il numero di casi confermati di vaiolo delle scimmie in tutto il mondo ha raggiunto la cifra di 219, non considerando i Paesi in cui la malattia è endemica. Lo riporta un rapporto pubblicato dall'Agenzia europea per le malattie. Sono 19 i Paesi, la maggior parte in Europa, che hanno segnalato almeno un caso confermato, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
Evoluzione pustole vaiolo delle scimmie
"La maggior parte dei casi sono riscontrati in giovani uomini che si dichiarano omosessuali. Non ci sono stati decessi", specifica l'agenzia europea con sede a Stoccolma. In Europa il maggior numero di casi si conta nel Regno Unito (71), il primo Paese in cui sono stati individuati casi insoliti, Spagna (51) e Portogallo (37). L'Europa concentra la maggior parte dei casi con 191 casi, di cui 118 nei Paesi dell'UE. Canada (15), Stati Uniti (9), Australia (2), Israele (1) ed Emirati Arabi Uniti (1) sono i sei paesi non europei con casi considerati confermati. I casi sospetti non sono conteggiati nel rapporto.
Il numero totale di casi registrati dall'ECDC è quasi quintuplicato dal suo primo conteggio del 20 maggio, quando l'agenzia aveva individuato 38 casi. Nella sua prima valutazione del rischio di due giorni fa, l'ECDC ha però ritenuto che la probabilità di contagio nella popolazione generale fosse "molto bassa" ma che fosse invece "alta" nelle persone con più partner sessuali.
Lo stesso giorno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato una situazione "atipica" ma ha ritenuto possibile "fermare" questa trasmissione della malattia tra gli esseri umani. La malattia, cugina meno pericolosa del vaiolo debellato da circa quarant'anni, è endemica in 11 Paesi dell'Africa occidentale e dell'Africa centrale. Provoca inizialmente febbre alta e si evolve rapidamente in un'eruzione cutanea, con formazione di croste.
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