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PARTO DA PAURA – SE CAMBIAMENTI SOCIALI O RITMI DI VITA SEMPRE PIÙ FRENETICI INCIDONO NEGATIVAMENTE SULLE NASCITE, LA SCELTA DI NON AVERE FIGLI PUÒ AVERE ANCHE UN’ALTRA RAGIONE PSICOLOGICA: LA TOCOFOBIA, LA SINDROME CHE INDICA IL TIMORE ECCESSIVO E INFONDATO DEL PARTO, NON SOLO RITARDA L’ETÀ DELLA PRIMA GRAVIDANZA, MA FA IMPENNARE IL NUMERO DEI PARTI CESAREI E…

Cesare Peccarisi per "www.corriere.it"

 

Timore infondato del parto

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Secondo l’Istat nel 2018 abbiamo toccato il minimo storico delle nascite dall’unità d’Italia. Fra i motivi della denatalità non ci sono soltanto quelli economici, come le spese da affrontare per asili, istruzione, ma anche i cambiamenti sociali o ritmi di vita sempre più frenetici che inducono ansia e depressione.

 

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Tuttavia la scelta di non avere figli può avere anche un’altra ragione psicologica , poco considerata, chiamata tocofobia, una sindrome che indica un timore eccessivo e infondato del parto (la parola viene dal greco tokos, parto e fobia, paura).

 

Una sindrome molto studiata

Descritta nel 2000 sul British Journal of Psychiatry dalle psichiatre inglesi Kristina Hofberg e Ian Brockington dell’Università di Birmingham, ne hanno parlato di recente sull’Indian Journal of Psycholgical Medicine anche i ricercatori del Dipartimento di psichiatria di Karnataka e Bengaluru e poco prima di loro i colleghi delle Università di Lubiana e Gerusalemme sul Journal of Perinatal Medicine.

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Ormai di questa sindrome, detta anche maieusio-fobia (dal greco maieusis, cioè parto di donna in travaglio) si occupano studiosi di tutto il mondo.

 

Figli sempre più tardi

In alcuni casi questa sindrome potrebbe spiegare anche la crescente tendenza a rimandare la maternità: sempre più donne fanno figli a 40 anni ricorrendo alla fecondazione assistita.

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La tendenza a ritardare la gravidanza è stata ribadita di recente dal Ministero della Salute nel 17° CeDAP (il rapporto annuale sull’evento nascita in Italia) secondo il quale l’età media delle madri italiane si è spostata a 32,8 anni. Ma non solo denatalità e ritardo delle gestazioni: la tocofobia potrebbe essere implicata anche in un altro fenomeno rilevato dall’indagine CeDAP e cioè l’aumento dei parti cesarei, una tendenza che non riguarda solo l’Italia, ma tutto il mondo.

 

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Cesarei in aumento

Regolamentare questi comportamenti è difficile e può essere d’esempio il caso dell’Inghilterra dove, nonostante che le Linee Guida 2004 del Nice (The National Institute for Health and Care Excellence) avessero indicato ai medici di declinare le richieste di cesarei privi di indicazioni cliniche, fra il 1989 e il 2010 questi sono comunque passati dal 10 per cento al 25 per cento.

 

Le direttive Nice sono state poi riviste nel 2011 concedendo il cesareo alle madri che lo richiedevano, previa una o più sedute di counseling psichiatrico. Adesso lo studio di The Lancet rivela però che già quattro anni dopo i cesarei d’oltremanica erano saliti al 26,7 per cento.

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Aumenta il rischio di depressione

Non vanno però dimenticati i rischi anestesiologici, emorragici e laparoscopici del cesareo, né il fatto che, come osservato dai ricercatori della National Yang-Ming University di Taiwan, fa aumentare del 48 per cento il rischio di depressione, anche se programmato e non praticato d’urgenza. Né va infine scordato il fenomeno dei cesarei inutili, non solo in Italia.

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È stato pubblicato su BMC Pregnancy & Childbirth uno studio secondo cui in Armenia (dove i cesarei sono saliti dal 7,2 per cento del 2000 al 31 per cento del 2017) il rimborso ai medici per i cesarei era 11 volte maggiore rispetto al parto vaginale: un buon motivo economico per praticare cesarei anche senza necessità cliniche. E qui la tocofobia c’entra proprio poco.

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L’ansia allunga il travaglio

«Molte donne temono il parto, ma in alcune la paura può diventare una vera fobia - dice Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco di Milano -. Come hanno scoperto all’Università di Oslo, se non curate queste paure prolungano il travaglio di un’ora e 32 minuti, col rischio di parto col forcipe o di un cesareo d’urgenza».

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Queste donne temono soprattutto il dolore, la perdita di controllo e danni della vagina che potrebbero poi allontanare il partner. La sindrome inizia in giovane età, spesso dopo un evento traumatico a cui hanno assistito. «Sono donne in genere ansiose e la tocofobia può svelare una depressione prenatale - prosegue Mencacci -. Ma, soprattutto nelle primipare, un adeguato counseling psicologico può far molto, magari con gruppi di auto-aiuto dove giovani mamme raccontano la loro esperienza».

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