bambini in ginocchio a scuola

MANCANO I BANCHI, AI BAMBINI NON RESTA CHE DISEGNARE IN GINOCCHIO PER TERRA, APPOGGIANDO IL FOGLIO SULLA SEDIA. L'IMMAGINE TREMENDA DIFFUSA DAL LIGURE TOTI È SOLO UNA TRA TANTE NEL DISASTRO DELLA ''RIPARTENZA'' DI SCUOLE IN CUI MANCANO 60MILA DOCENTI, MIGLIAIA E MIGLIAIA DI STUPIDISSIMI BANCHI A ROTELLE, O TAMPONI RAPIDI PER CAPIRE COSA HA UN BAMBINO PRIMA DI ISOLARE FAMIGLIE E CLASSI INTERE PER UNO STARNUTO, COME STA SUCCEDENDO NEGLI ASILI GIA' APERTI: MANCANO PROTOCOLLI E I PEDIATRI SONO DISPERATI

 

1. BIMBI IN GINOCCHIO A GENOVA " I BANCHI NON SONO ARRIVATI"

Francesca Forleo per ''la Stampa''

 

scuola genova denuncia toti

In un'aula senza banchi, un gruppo di bambini è inginocchiato davanti alle seggioline vuote. Scrivono composti, utilizzando la seduta come piano d'appoggio di alcuni fogli. La maestra scatta una foto. La manda alla rappresentante della classe con una didascalia il cui senso è: «Siamo combinati così, ma i bambini sono tranquilli». L'effetto però è quello di un boomerang che si ritorce quasi immediatamente contro di lei, contro l'istituto, contro la ripartenza della scuola in Liguria e contro il governo che non ha mandato i banchi alle scuole in tempo per riaprire.

 

Lo stigma prende forma in un attimo, quando il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, pubblica la foto dei bimbi inginocchiati sulla sua bacheca Facebook. I volti dei minori sono coperti da una serie di palloncini arancioni come il colore del suo movimento politico con cui vuole continuare a governare la Liguria (le elezioni, il 20 e 21 settembre). La didascalia di Toti diretta alla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, non lascia scampo. «Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese, che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso».

 

come ripartono le scuole nell era del coronavirus 4

Segue a stretto giro una lettera di chiarimenti alla direzione scolastica firmata anche dall'assessore alla Scuola, Ilaria Cavo. Tutto succede a Genova, nella scuola elementare statale Mazzini di Castelletto, quartiere bene della città: gli alunni iscritti sono 480. Alcuni genitori nell'estate hanno anche collaborato con la scuola per le ristrutturazioni. Come tante scuole della Liguria, la Mazzini, la settimana scorsa, aspettava ancora 250 banchi ordinati tramite il ministero. «Sarebbero dovuti arrivare oggi», spiegava ieri sera, furibondo per le polemiche, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Ettore Acerra.

 

In Liguria, in totale, sono attesi 44 mila banchi: ne sono arrivati 4 mila. Ma torniamo alla genesi del rientro in classe senza banchi di almeno due delle classi che compongono le elementari Mazzini: una prima e una seconda. Giovedì scorso, negli incontri con le famiglie, le maestre hanno spiegato ai genitori che per il problema dei banchi e per la mancanza di bidelli, la scuola avrebbe potuto ritardare l'apertura da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre. La protesta delle famiglie, non si è fatta attendere.

 

come ripartono le scuole nell era del coronavirus 3

«Su richiesta della direzione scolastica ho fatto di tutto per riaprire - dice il dirigente della scuola, Renzo Ronconi, nominato l'1 settembre - e ho trovato questa soluzione: un orario ridotto a 2 ore per i bambini della primaria e, siccome aspettavo i banchi nuovi martedì pomeriggio, alcune aule sono state allestite solo con le sedie». Ieri, il preside Ronconi ha parlato solo al telefono con la maestra che ha scattato e diffuso la foto. «Ha commesso un'ingenuità terribile e valuteremo se sussistano violazioni disciplinari da sanzionare», spiega il dirigente.

 

«Ma difendo le mie maestre perché hanno fatto entrare e uscire dalla scuola dei bambini sorridenti - aggiunge - e la mattinata si è svolta in un clima sereno nonostante la situazione. Se lo rifarei, non lo so, ma ormai l'ho fatto, d'accordo con la direzione scolastica e gli enti locali che alla Mazzini, prima del mio arrivo, hanno anche fatto dei lavori coordinati dal mio predecessore, Marco Adezati. L'ex preside ha fatto tutto quello che poteva per consegnarmi una scuola pronta a riaprire. Per usare una metafora calcistica, è come se ci fossimo allenati per il campionato ma fossimo scesi in campo in 8, senza palloni, alla prima partita».

 

Anche l'Ufficio scolastico regionale ha aperto un'istruttoria sulla vicenda per quanto anche le famiglie dei bambini della scuola abbiano scritto una lettera in difesa dell'insegnante, stigmatizzando la diffusione della foto dei loro figli, per quanto col viso coperto, sui social media.

 

«La foto con mio figlio inginocchiato mi ha fatto rabbrividire ma dopo avergli parlato ho capito che non ha percepito la gravità della situazione - dice Gianluca Pelliccioli, ingegnere - mi ha raccontato che stavano facendo un gioco didattico. Trovo più grave la schizofrenia della situazione: si è perso di vista il senso di ragionevolezza che non doveva portare a questa situazione. C'è anche un autoritarismo insostenibile sulle regole, come quella che ci chiede di cambiare la mascherina ogni giorno, ma nella prassi la gestione è diversa».

come ripartono le scuole nell era del coronavirus 2

 

 

2. LA SCONFITTA IN UNA FOTOGRAFIA

Chiara Saraceno per ''La Stampa''

 

La foto dei bambini genovesi in ginocchio davanti alle sedie trasformate in banchi individuali è troppo in contrasto con anche il minimo di consapevolezza pedagogica e di rispetto per bambini e scuola per non far venire il sospetto che si tratti di una provocazione per protestare contro il mancato arrivo dei banchi negli istituti. Altrimenti, più che un indicatore della inefficienza del Miur e delle spacconate del Commissario Arcuri, sarebbe un indicatore insieme della insensibilità e mancanza di immaginazione degli insegnanti e dirigenti di quella scuola genovese.

 

La riapertura delle scuole quest' anno assomma al "normale caos" e disorganizzazione in cui ogni anno la scuola italiana riapre i battenti a settembre, per mancanza di capacità organizzative e di previsione a livello centrale e periferico, le nuove esigenze imposte dal contenimento del contagio. Queste a loro volta sono state affrontate con ritardi inaccettabili, indicazioni spesso confuse quando non contraddittorie, resistenze di parte del corpo docente, mentre un'altra parte si è dedicata e dedica con abnegazione e immaginazione non solo organizzativa, ma pedagogica a trovare soluzioni accoglienti e stimolanti per le e gli studenti.

 

come ripartono le scuole nell era del coronavirus 1

Il problema, infatti non sono, o non prioritariamente i banchi e le mascherine. Sono gli insegnanti, che purtroppo, come tutti gli anni, non sono ancora tutti assegnati. Ed è come si farà scuola, come si insegnerà, come si stimolerà l'interesse e la partecipazione delle e degli studenti nel nuovo contesto. Uscendo, come fanno già da tempo molti insegnanti in giro per l'Italia, dalla pigrizia di una didattica frontale, cui potrebbe persino far comodo una classe di belle statuine ben distanziate al loro posto, salvo escludere chi proprio non ce la fa.

 

Nel diluvio di linee guida nazionali e regionali, delle interpretazioni che ne dà ogni singolo plesso scolastico, di tutto ciò non vi è alcuna traccia. Le famiglie si trovano spesso sommerse da richieste perentorie di scaricare, firmare, scansionare e rispedire innumerevoli documenti, e pazienza se non hanno computer, stampante, accesso a Internet. Di firmare tassativamente "patti educativi" senza aver avuto modo, non dico dii discuterli, ma di sentirsene spiegare motivazioni e obiettivi; forse perché questi patti sono più un elenco di norme e doveri, dei genitori, che veri accordi di collaborazione educativa.

 

Il paradosso è, che in questo diluvio di documenti, non mancano solo indicazioni sul modello didattico che si intende perseguire, su cosa si intende fare per aiutare gli e le studenti ad elaborare quanto è accaduto e a recuperare gli apprendimenti persi, su come si intendano sviluppare i patti educativi di comunità di cui si parla nelle linee guida per integrare l'offerta educativa. Mancano anche indicazioni cruciali su come affrontare le probabili emergenze individuali e collettive che si ripeteranno in corso d'anno. La messa in quarantena di uno studente lo/la escluderà dalla possibilità di seguire la didattica a distanza anche se è asintomatico e sta bene?

 

PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA

 E se ad andare in quarantena è tutta la classe, come è già successo a Massa Carrara, non ci sarà didattica di nessun tipo per tutto il periodo? Purtroppo, in assenza di indicazioni chiare nelle famose linee guida, che parlano di didattica a distanza integrata per le superiori come routine ma per le scuole elementari e medie la prevedono solo in caso d lockdown totale o parziale, la risposta che viene data a queste due questioni è per lo più negativa, aprendo alla possibilità di voragini didattiche. La giusta enfasi, specie per elementari e medie, sulla didattica in presenza diventa un vincolo insormontabile alla ricerca di alternative, che pure già ci sono e sono ampiamente sperimentate, ad esempio, nel caso di scolari ospedalizzati.

 

Nella opacità delle norme, la tentazione di non fare nulla, caricando la responsabilità e la colpa lungo la catena decisionale è altissima. Tanto il cerino acceso rimane in mano sempre ai genitori. E chi ne paga il prezzo sono le/i bambini e adolescenti.

PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)