walter ricciardi

SE I PRO-VAX ALIMENTANO I SOSPETTI DEI NO-VAX SIAMO FRITTI - RICCIARDI: ''BRUCIARE LE TAPPE PER IL VACCINO ANTI CORONAVIRUS RISCHIA DI PRODURRE UN FARMACO PERICOLOSO. DI QUELLO RUSSO NON SAPPIAMO NIENTE, NON C' È NEANCHE UNA PUBBLICAZIONE. IN EUROPA NESSUNA AUTORITÀ NE CONSENTIREBBE LA DIFFUSIONE. ASSISTIAMO SGOMENTI A QUANTO ACCADE NEGLI STATI UNITI PERCHÉ…''

Maria Berlinguer per ''La Stampa''

 

«Assistiamo sconcertati a quanto sta avvenendo negli Stati Uniti dove c' è uno scollamento totale tra la politica e la scienza e dove la prima sta cercando di forzare e non si fa guidare dall' evidenza scientifica. Ieri sono stati superati i cinque milioni di contagi e purtroppo da qui alla fine dell' anno ci saranno ancora migliaia di morti.

Ora per affrontare la situazione si prova di nuovo a imporre alla scienza le soluzioni, ma non si possono accelerare i tempi perché per i vaccini va dimostrata la sicurezza ancora prima dell' efficacia: non è possibile derogare a metodi e tempi adeguati».

walter ricciardi al meeting di rimini

 

Il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, boccia senza appello la notizia che l' americana Food and Drug Amministration starebbe valutando di dare il via libera a un vaccino anti Covid senza aspettare addirittura neanche la fine della fase 2 delle sperimentazioni.

 

«Non fare la fase tre significa far accedere al mercato un prodotto che può essere pericoloso e che può non creare l' immunità sufficiente: è sbagliato e pericoloso».

 

Ma sul futuro vaccino si giocano anche i futuri assetti della geopolitica mondiale.

La corsa non riguarda solo gli Stati Uniti. Ieri il ministro della Salute russo ha confermato che le prime dosi del vaccino Sputnik saranno già distribuite a settembre alle persone più fragili assicurando che tra novembre e dicembre comincerà la vaccinazione di massa. E anche in Cina c' è una forte accelerazione per arrivare primi alla produzione del vaccino.

 

WALTER RICCIARDI NE L ULTIMO GUAPPO

«Del vaccino russo non sappiamo niente, non c' è neanche una pubblicazione. In Europa nessuna autorità ne consentirebbe la diffusione. L' Ema non lo prenderebbe neanche in considerazione Diverso è il caso della Cina. Con Oxford AstraZeneca il vaccino CanSino Biologics è probabilmente quello in fase più avanzata. Entro ottobre AstraZeneca dovrebbe pubblicare i risultati della fase 3 e nello stesso periodo potrebbe farlo anche CanSino, che lo sta sperimentando sui volontari delle forze armate. Se tutto andrà come speriamo le prime dosi di vaccino potrebbero arrivare in commercio entro la fine dell' anno. Ma per i vaccini come per i farmaci non si possono tentare scorciatoie e bruciare i tempi. Non fare la fase 3 significa far arrivare sul mercato un prodotto non testato su migliaia di persone».

 

In ogni caso il vaccino contro il coronavirus che tutti aspettiamo con ansia avrà una sperimentazione molto più breve rispetto ai "fratelli" del passato, che invece hanno potuto contare su anni e anni di validazione prima di essere messi in commercio.

«Infatti, abbiamo già accelerato dove è stato possibile farlo, traendo vantaggio da tutta una serie di informazioni e sperimentazioni. Ma tutti i vaccini possono avere effetti collaterali anche gravi e allo stesso tempo non assicurare un' adeguata protezione».

 

Un vaccino sbagliato può rendere il virus più cattivo?

MEME SUL VACCINO RUSSO

«Non saprei, non credo. Ma bisogna lavorare secondo le regole come facciamo in Europa, non si può bypassare la salute dei cittadini».

 

Quanto possiamo sperare di avere un vaccino di massa in Italia e nel mondo?

«Speriamo di averlo nel 2021. Ovviamente se la fase 3 si concluderà con risultati positivi».

 

Virologi e scienziati sono divisi ancora una volta su quello che ci aspetta in autunno-inverno nella fase della convivenza con il virus. Lei è ottimista o pessimista per prossimi mesi?

 

«Sono realista: se facciamo le cose perbene non deroghiamo a tutte le misure di sicurezza che sappiamo siamo assolutamente in grado di controllare la diffusione del virus. Dipende da noi».

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