IL VACCINO È MENO VICINO – ANCHE L’INDIA INTERROMPE LE SPERIMENTAZIONI DEL COVISHIELD, IL VACCINO DI OXFORD PRODOTTO DALLA MULTINAZIONALE ASTRAZENECA - LA DECISIONE È ARRIVATA DOPO LA SEGNALAZIONE DI DANNI NEUROLOGICI IN UN PAZIENTE DA PARTE DELLA CASA FARMACEUTICA. MA NON SIGNIFICA CHE SARÀ BUTTATO VIA IL PREPARATO, MA CAPIRE SE QUELL’EFFETTO COLLATERALE È DOVUTO ALL’INIEZIONE O…
Adriana Bazzi per il ''Corriere della Sera''
L' India fa sentire la sua voce sul vaccino anti Sars-Cov 2 e annuncia, tramite il Serum Institute of India di Pune, vicino a Mumbai, uno dei più grandi centri di produzione dei vaccini al mondo, che interromperà le sperimentazioni del Covishield, noto come vaccino Oxford e sviluppato con il supporto della multinazionale anglo-svedese AstraZeneca (e dell' Italia) e sperimentato anche da quelle parti (ma senza segnalazioni di effetti collaterali).
La decisione delle autorità indiane arriva dopo che, nei giorni scorsi, la compagnia farmaceutica anglo-svedese aveva annunciato la sospensione degli studi in seguito alla segnalazione di effetti collaterali in un paziente (per la precisione danni neurologici di una certa rilevanza).
Una decisione giusta, quella di AstraZeneca, che dimostra come la sperimentazione di un vaccino è fatta apposta per garantire non solo la sua efficacia nel prevenire la malattia, ma anche la sicurezza. E la sospensione delle sperimentazioni non significa buttare via il preparato, ma capire se quell' effetto collaterale può essere dovuto ad altro.
Proprio ieri il ceo del gruppo, Pascal Soriot, ha precisato di non poter dire esattamente quando i trial riprenderanno, ma di essere comunque convinto che il progetto resti «in corsa per avere entro quest' anno una data» per la richiesta di approvazione delle autorità sanitarie «e un vaccino potrebbe poi essere disponibile a fine anno o a inizio del prossimo».
La decisione indiana, quindi, è in linea con quanto sta accadendo in altri Paesi, a scopo cautelativo. Ma vale la pena di dare un occhio a come questa superpotenza si stia collocando sullo scacchiere mondiale vaccinale che vede Stati Uniti, Cina, Russia ed Europa (soprattutto Regno Unito) in primo piano nella corsa al vaccino, con tutte le conseguenti implicazioni economiche, geopolitiche e, probabilmente da ultimo, sanitarie.
Non solo per quanto riguarda la ricerca o la sperimentazione (che al momento l' India sta conducendo con le aziende occidentali, mentre Cina e Russia stanno facendo da sé), ma anche la produzione. L' India si sta confrontando con una delle peggiori situazioni al mondo: negli ultimi giorni ha sfiorato i centomila casi in un giorno, superando il Brasile. Il governo indiano si è barcamenato, fin dall' inizio della pandemia, fra provvedimenti di lockdown severo e atteggiamenti quasi negazionisti (invocando anche prevenzione e cure che si rifanno alla tradizionale medicina ayurvedica).
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Ma il Serum Institute di Pune aveva già avviato la produzione del vaccino di Oxford, confidando dunque nella medicina occidentale e l' India si augurava di poter avere un vaccino prima di tutti: nelle previsioni addirittura a ottobre. Ma adesso bisognerà attendere. Anche il Brasile, intanto, ha annunciato lo stop dei test in corso su 5 mila volontari, ma ha al contempo ratificato il contratto con AstraZeneca per la produzione del vaccino.